Il Friuli Venezia Giulia sta attraversando un periodo di miglioramento economico, grazie agli sforzi del governo regionale nel promuovere investimenti e valorizzare il marchio regionale. Parole del presidente di Confindustria Fvg, Pierluigi Zamò, che ha espresso la sua analisi sulle opportunità e le sfide che la regione si trova ad affrontare nel contesto attuale. Zamò, con la sua esperienza, ha delineato anche un quadro più ampio, ponendo l’accento su come gli equilibri geopolitici globali stiano influenzando l’economia locale.
La situazione economica del Friuli Venezia Giulia
Pierluigi Zamò, presidente di Confindustria Fvg, ha sottolineato i progressi che la regione ha fatto recentemente sotto diversi aspetti, sia economici sia reputazionali. Il governo regionale ha intrapreso una strategia focalizzata su investimenti mirati che non solo stimolano la crescita economica, ma rafforzano anche il brand Friuli Venezia Giulia, riconosciuto per le sue eccellenze in vari settori. Tuttavia, nonostante queste buone notizie, Zamò ha avvertito che ci potrebbero essere difficoltà in settori specifici, come quello degli elettrodomestici e dell’automotive, che, secondo lui, devono essere considerati normali cicli di mercato.
Il presidente di Confindustria ha messo in evidenza come le aziende locali stiano già operando per affrontare queste sfide, sfruttando le risorse disponibili e adottando strategie innovative. Le eccellenze del territorio – dall’industria del mobile all’agrifood – sono una fonte di ottimismo. Zamò ha ribadito che, nonostante le difficoltà che si possono presentare, il panorama complessivo del Friuli Venezia Giulia resta positivo, sostenuto da un forte impegno da parte di tutti gli attori economici.
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Questa analisi si inserisce in un contesto più ampio, dove la competitività della regione è legata non solo al mercato interno, ma anche all’andamento delle economie globali. Molte aziende del Friuli Venezia Giulia, infatti, operano a livello internazionale e sono influenzate dai mutamenti economici e politici che avvengono in altre parti del mondo.
Le sfide geopolitiche e il ruolo della Cina
Zamò ha offerto una riflessione sul crescente ruolo della Cina nell’economia globale, identificandola come il nuovo “capo” del panorama internazionale. La posizione della Cina, secondo il presidente di Confindustria Fvg, ha preso piede in modo inaspettato, superando anticipazioni che vedevano in Russia un attore principale. In questo contesto, l’India appare come un attore di mediazione, navigando tra le potenze globali senza prendere una posizione netta.
La stabilità degli attuali equilibri geopolitici è messa a rischio, secondo Zamò, principalmente da eventi straordinari. Ha sottolineato che i cambiamenti non saranno immediati, ma che improvvisi sviluppi, come la scomparsa di figure politiche di primo piano, potrebbero alterare rapidamente la situazione. Tuttavia, il presidente ha avvertito che le varie dinamiche di conflitto a livello globale possono avere ripercussioni anche sull’economia locale, influenzando la fiducia degli investitori e causando incertezze nel commercio internazionale.
Il pensiero di Zamò mette in evidenza che l’economia non è un’entità isolata, ma è profondamente interconnessa con gli eventi politici e sociali. Le aziende locali devono quindi essere pronte ad adattarsi a queste situazioni in continua evoluzione, mantenendo flessibilità e innovazione nelle loro strategie operative.
La crisi dei conflitti armati e il loro impatto economico
Zamò ha espresso una profonda tristezza per i conflitti in corso nel mondo, chiedendosi come sia possibile che, pur essendo Homo Sapiens, gli esseri umani continuino a scatenare guerre motivandole con ideali che, a ben vedere, non riflettono più la realtà contemporanea. Ha citato uno scrittore ebreo, Hariri, per evidenziare la contraddizione tra la nostra evoluzione come specie e la nostra inclinazione alla violenza.
Secondo il presidente, le guerre e i conflitti non solo causano sofferenza umana, ma mettono in pericolo anche modelli economici globali che hanno prodotto sviluppi condivisi. In un mondo interconnesso, l’instabilità in una regione può avere un impatto economico globale, interrompendo catene di fornitura e causando incertezze nei mercati. Zamò ha messo in guardia contro la tendenza a creare un nemico esterno per giustificare dissidi interni, osservando che storicamente, in momenti di crisi, le società tendono a proiettare i loro problemi su avversari esterni.
Questa attitudine, secondo lui, ha conseguenze deleterie non solo sul piano umano ma anche su quello economico, poiché blocca il progresso e la cooperazione necessaria per affrontare le sfide comuni. Proseguire con questa mentalità non porterà a una soluzione; piuttosto, sarà indispensabile trovare vie per ricostruire relazioni e stabilire un dialogo proficuo tra le nazioni.
In un contesto in cui le economie globali si fondono sempre di più, è fondamentale che si lavori insieme per superare le divisioni. Questo approccio non solo è necessario per garantire un futuro di pace, ma anche per promuovere una ripresa economica sostenibile e inclusiva.