La vicenda giudiziaria legata alla morte di Angelo, un bambino di 14 mesi di Casamassella, frazione di Uggiano la Chiesa in provincia di Lecce, si è chiusa con un patteggiamento. I genitori hanno accettato una pena di due anni per omicidio colposo, con sospensione condizionale e non menzione della condanna. Il caso, seguito con attenzione nella comunità locale, ha suscitato dibattiti sulle responsabilità nella cura dei minori e sulle scelte riguardo ai trattamenti medici. La vicenda risale a giugno 2023, quando il piccolo soffrì di un’infezione che si aggravò fino al decesso.
La scelta di cure alternative e il quadro sanitario del bambino
Il bambino era cresciuto all’interno di una famiglia contraria alle pratiche mediche tradizionali e alle vaccinazioni. I genitori, rispettivamente di 52 e 42 anni, avevano deciso di alimentare Angelo esclusivamente con latte materno, evitando qualsiasi supporto farmacologico convenzionale. In presenza della febbre alta, superiore ai 39 gradi, comparsa a giugno 2023, non si sono rivolti a un pediatra o a un pronto soccorso. Invece hanno chiesto aiuto a un amico di famiglia, un medico oculista che condivideva il loro scetticismo verso la medicina classica. Questo medico, però, non possedeva specializzazioni pediatriche né un’esperienza diretta nelle malattie infettive infantili.
Anziché consigliare accertamenti specifici o la valutazione ospedaliera, l’operatore sanitario prescrisse al piccolo una sostanza omeopatica. Mancò la raccomandazione a esami radiologici o diagnostici più approfonditi, così come ogni invito al ricovero. La gestione di questo primo episodio febbrile si rivelò insufficiente e pericolosa. I genitori non modificarono le loro abitudini, continuando a non adottare protocolli medici tradizionali. La situazione di salute di Angelo, senza un monitoraggio adeguato, precipitò velocemente.
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Il decesso e le indagini sulla negligenza medica e familiare
Il 7 giugno 2023 Angelo morì per un arresto cardiocircolatorio, causato da una polmonite interstiziale di probabile origine virale. L’autopsia disposta dalla magistratura indicò chiaramente che un intervento tempestivo avrebbe potuto evitare il tragico esito. Emergono così gravi lacune nella valutazione e nella cura del bambino. Soltanto quando il piccolo smise di respirare, i genitori si rivolsero al 118, ma l’arrivo dei soccorsi fu inutile.
Le indagini successive al decesso hanno messo in luce omissioni rilevanti sia da parte del medico oculista sia dai genitori. Il medico è stato oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio per la sua incapacità a offrire un’assistenza adeguata a un paziente infantile. I genitori, dal canto loro, hanno accettato un patteggiamento per omicidio colposo, riconoscendo responsabilità nella gestione della salute del figlio, pur derivante da scelte legate a convinzioni personali sui trattamenti sanitari.
Impatto sulla comunità locale e riflessioni sul ruolo della medicina tradizionale
La morte di Angelo ha segnato profondamente Casamassella e l’area di Uggiano la Chiesa. Le profonde convinzioni dei genitori in merito alle cure omeopatiche e alla scelta di evitare la medicina convenzionale hanno sollevato numerose discussioni negli ambienti locali e in ambito medico. Il caso evidenzia i rischi connessi al rifiuto delle pratiche mediche riconosciute in presenza di sintomi potenzialmente gravi come febbre alta e infezioni respiratorie.
Non a caso, la vicenda ha richiamato l’attenzione sulla necessità di un intervento rapido e qualificato nei casi di malattie infettive infantili. Le scelte dei genitori, motivate da una sfiducia nelle terapie convenzionali, si sono scontrate con la realtà clinica, dimostrando come l’assenza di cure specifiche possa avere esiti fatali. L’intervento della giustizia ha posto un limite netto, confermando la responsabilità penale anche quando la condotta deriva da convinzioni personali, nel tutelare la salute dei soggetti più vulnerabili.
Riflessioni nel contesto del basso Salento
Nel contesto del basso Salento, la vicenda di Angelo ha mai solo colpito un singolo nucleo familiare, ma ha anche sollevato temi più ampi sul rapporto fra cultura locale, medicina e legge. Le scelte sanitarie si sono rivelate determinanti per il destino di un bambino, richiamando l’attenzione dei medici e delle istituzioni sulle dinamiche di prevenzione e cura in aree con forti tradizioni e convinzioni alternative.