Condanna a 14 anni di carcere per ROSALIA MESSINA DENARO

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Condanna a 14 anni di carcere per ROSALIA MESSINA DENARO - Gaeta.it

Il tribunale di Palermo, presieduto dal giudice Clelia Maltese, ha emesso una sentenza che ha scosso l’opinione pubblica: Rosalia Messina Denaro, sorella del famigerato latitante Matteo Messina Denaro, è stata condannata a 14 anni di reclusione. Le accuse a suo carico riguardano associazione mafiosa aggravata e ricettazione, reati gravi che evidenziano il coinvolgimento della donna nei loschi affari della criminalità organizzata.

Il coinvolgimento con la mafia

Il processo che ha portato alla condanna di Rosalia Messina Denaro si è concluso con il rito abbreviato, evidenziando la gravità dei fatti contestati. Secondo quanto emerso durante le udienze, l’accusa rappresentata dal pm Gianluca De Leo ha dimostrato che la donna avrebbe svolto un ruolo attivo nell’agevolare la latitanza del fratello Matteo. .

Il ruolo di ‘CASSIERA’ della mafia

Secondo gli inquirenti, Rosalia Messina Denaro avrebbe gestito la cosiddetta “cassa” della famiglia mafiosa. Questo ruolo di ‘cassiera’ all’interno dell’organizzazione criminale avrebbe contribuito alla solidità e alla stabilità del clan, mantenendo intatte le risorse economiche necessarie per sostenere le attività illegali.

La rete di TRASMISSIONE dei messaggi

Oltre alla gestione finanziaria, Rosalia Messina Denaro sarebbe stata responsabile anche della rete di trasmissione dei ‘pizzini’, i messaggi scritti utilizzati dalla mafia per comunicare in modo criptato e riservato tra i propri membri. Questa attività avrebbe permesso a Matteo Messina Denaro di rimanere in contatto con gli elementi chiave della sua organizzazione, coordinando le attività criminali e sfuggendo così alla cattura per un lungo periodo di tempo.

Le conseguenze della condanna

La condanna a 14 anni di carcere inflitta a Rosalia Messina Denaro rappresenta un duro colpo per la famiglia e per l’intera organizzazione criminale. L’operato della magistratura evidenzia il costante impegno nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, dimostrando che nessuno è al di sopra della legge. La sentenza sottolinea l’importanza di perseguire e condannare coloro che favoriscono e supportano le attività illegali, anche all’interno dei legami familiari.

Ultimo aggiornamento il 11 Luglio 2024 da Laura Rossi

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