Concita De Gregorio, giornalista e scrittrice italiana, ha ricevuto il XV premio Ipazia all’Eccellenza al Femminile, riconoscimento dedicato alle donne che hanno contribuito al miglioramento culturale e sociale del paese, attraverso battaglie per i diritti e la democrazia. La cerimonia si è svolta al teatro Duse di Genova, con un evento che ha messo in luce la carriera e l’attualità del suo lavoro, tra libri e testimonianze dirette.
La cerimonia a genova e il racconto della carriera di de gregorio
Il palco del teatro nazionale di Genova ha ospitato un incontro condotto da Consuelo Barilari, ideatrice della rassegna legata al premio. Concita De Gregorio ha dialogato con Davide Livermore, direttore del teatro, e Sergio Cofferati, affrontando momenti chiave della sua attività giornalistica e letteraria. Lo spazio ha dato modo di soffermarsi sui passaggi più significativi della sua vita professionale, che l’ha vista impegnata tra reportage e analisi politiche. Proprio in questo periodo è uscito il suo ultimo libro intitolato “Di madre in figlia”, edito da Feltrinelli. De Gregorio ha annunciato l’intenzione di trasformare in spettacolo teatrale questo testo, traducendo la sua narrativa in una forma performativa.
Durante la serata, Antonella Loliva, ex allieva della scuola di recitazione Mariangela Melato, ha eseguito, accompagnandosi alla chitarra e con la voce, alcune canzoni di rilievo. Tra queste, “Siboney”, brano prediletto dal padre di Concita, e “La Llorona” di Chavela Vargas, hanno contribuito a creare un’atmosfera intima e riflessiva, sottolineando il legame personale dell’autrice con il pubblico.
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Il racconto dell’esperienza al g8 e la testimonianza diretta dalla scuola diaz
Livermore ha chiesto a De Gregorio di ricordare la sua presenza durante i fatti del G8, evento segnante a livello internazionale e molto discusso nel nostro paese. La giornalista ha spiegato di essersi trovata dentro la scuola Diaz durante la notte degli scontri, dopo aver passato il pomeriggio in piazza Alimonda. Seduta sui gradini della chiesa, aveva dato il suo numero a diverse persone, una delle quali la chiamò proprio mentre si verificavano le violenze dentro all’edificio. Da testimone oculare, De Gregorio ha scritto uno degli articoli che prima di tutti hanno raccontato quella tragica notte. Ha raccontato con chiarezza come quell’esperienza abbia segnato un punto di svolta nella sua vita, cambiando il modo con cui ha capito la professione e il ruolo del giornalismo.
Questo episodio rappresenta non solo un racconto storico ma un impegno etico. Il reportage di De Gregorio ha aperto un dibattito significativo sulla responsabilità e sulla necessità di denunciare con precisione anche le situazioni più complesse, verificando ogni particolare sul campo.
Il tema dell’astensionismo e il richiamo ai valori della democrazia
Nel corso della serata, Sergio Cofferati ha stimolato la giornalista a parlare di astensionismo, un fenomeno politico sempre più rilevante nel dibattito pubblico italiano. De Gregorio ha risposto con parole durissime: definisce “un delitto politico” invitare a non votare. Ricorda che i nostri nonni sono morti per garantire il diritto di voto, mentre le nonne non potevano votare, sottolineando il significato profondo che l’atto elettorale assume nelle democrazie. La sua posizione è chiara: la sovranità appartiene al popolo e solo esercitandola si può evitare che chi detiene il potere scivoli verso forme autoritarie.
Le sue parole hanno acceso un riflettore sulle responsabilità individuali e collettive connesse al diritto di voto, rincuorando chi vede nel movimento popolare una fonte di legittimità imprescindibile.
Una riflessione ironica sul premio ipazia e il valore del riconoscimento
Concita De Gregorio, conosciuta per la franchezza nei suoi discorsi, ha scherzato sul suo rapporto con i premi. Ha detto di aver immaginato sulla sua lapide la scritta “lavorò 60 anni senza mai vincere un premio”, come metafora di un percorso privo di riconoscimenti formali, eppure coerente e determinato. Queste parole accompagnano la scelta di accettare il premio Ipazia, che ha ricevuto con senso di gratitudine, riconoscendo l’importanza del premio che celebra donne attive nel migliorare aspetti culturali e sociali.
Questo momento ha aggiunto umanità e leggerezza alla cerimonia, mostrando un lato più personale di una figura pubblica che spesso affronta temi di grande serietà. Il premio Ipazia continua a rappresentare un punto di riferimento per dare visibilità a donne che segnano il paese con impegno concreto e approfondito.