La commissione bicamerale di inchiesta sul Covid ha raggiunto un punto cruciale con l’audizione dell’ex commissario Domenico Arcuri. Durante la sua testimonianza, Arcuri ha denunciato attacchi personali, mentre il dibattito si è infiammato con accuse da parte di Fratelli d’Italia e Lega riguardo alla gestione dell’acquisto delle mascherine. La lotta tra maggioranza e opposizione si fa sempre più accesa, richiedendo un’analisi approfondita delle dinamiche emerse.
Le dichiarazioni di Domenico Arcuri
In tale contesto, Domenico Arcuri ha parlato dopo un lungo silenzio di quattro anni, affermando di essere stato oggetto di una narrazione mediatica che si avvicina alla “spy story”. Ha confermato di essersi assunto la responsabilità delle sue azioni durante la gestione dell’emergenza sanitaria, parlando specificatamente del contratto con Jc-Electronics Italia, che in seguito è stato annullato dal tribunale di Roma, condannando lo Stato a un risarcimento di oltre 203 milioni di euro. Secondo Arcuri, la rescissione del contratto sarebbe stata vista come un favore a società cinesi, ma ha contestato tale visione, puntualizzando che la risoluzione del contratto con Jc è avvenuta dopo la chiusura delle forniture.
Arcuri ha anche sottolineato che i produttori cinesi hanno rappresentato solo il 7,6% del totale acquisto di mascherine e ha precisato come la sua gestione avesse coinvolto contratti con ben 40 aziende, di cui 34 erano italiane. L’ex commissario ha ribadito l’assoluta volontà di non favorire nessun monopolio e ha evidenziato il lavoro massiccio svolto dalla sua struttura per rispondere all’emergenza.
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Le reazioni dei partiti
Le tensioni tra Arcuri e i membri della commissione, in particolare quelli di Fratelli d’Italia, sono emerse chiaramente. Lucio Malan, capogruppo in Senato di FdI, ha accusato Arcuri di minimizzare le sue responsabilità e di denigrare le testimonianze di altre persone coinvolte. “È stato evasivo”, ha dichiarato Malan, sottolineando che l’ex commissario dovrà necessariamente rispondere alle domande poste dai membri della commissione.
Anche la Lega ha espresso critiche nei confronti di Arcuri, definendo il suo atteggiamento come vittimista. Claudio Borghi, un esponente del partito, ha messo in discussione l’approccio dell’ex commissario, sottolineando come la sua testimonianza sollevi più domande di quante ne risponda. La commissione sta cercando di fare chiarezza su molte incertezze, e la fase di interrogazione degli auditi è di cruciale importanza.
Le posizioni delle forze di maggioranza, come il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, si discostano nettamente da quelle di FdI e Lega. I rappresentanti di queste forze hanno espresso preoccupazione per il clima di complottismo che caratterizza i lavori della commissione. Francesco Boccia del PD ha messo in guardia contro l’uso strumentale della commissione per fini politici, mentre Mariolina Castellone del M5S ha criticato il fatto che venisse concessa visibilità a un imprenditore privato per avanzare richieste economiche contro lo Stato.
Architettura della commissione e obiettivi
La commissione bicamerale, voluta in un momento di grave emergenza sanitaria, si propone di fare chiarezza sulle decisioni governative riguardanti l’approvvigionamento e la distribuzione di dispositivi di protezione. È evidente come la narrazione attorno a questo tema si stia rivelando complessa, con opposizioni che puntano il dito sui presunti errori gestionali. La strada per scoprire i retroscena di quanto accaduto è ancora lunga e irta di polemiche.
Italia Viva ha chiesto una rapida conclusione dei lavori per arrivare alla verità, una posizione che riflette l’urgenza di chiarire eventuali responsabilità e di restituire una visione chiara ai cittadini su quanto è realmente accaduto durante la crisi sanitaria. Le audizioni e i lavori della commissione continueranno, rivelando ulteriori dettagli su una gestione che continua a essere al centro del dibattito politico.