Clan sarno prende di mira il mercato tessile in Toscana con estorsioni e frodi fiscali, 12 arresti a Firenze

Clan sarno prende di mira il mercato tessile in Toscana con estorsioni e frodi fiscali, 12 arresti a Firenze

Un’indagine della direzione distrettuale antimafia di Firenze smantella il clan Sarno, attivo a Prato nel mercato tessile, con arresti, sequestri per un milione e accuse di estorsioni, frodi fiscali e traffico di migranti.
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La direzione distrettuale antimafia di Firenze ha sgominato un tentativo di espansione del clan Sarno in Toscana, con arresti, sequestri e indagini su estorsioni, frodi fiscali e traffico di migranti nel distretto tessile di Prato. - Gaeta.it

Un’indagine della direzione distrettuale antimafia di Firenze mette sotto la lente un nuovo progetto criminale ideato dal clan Sarno. Dopo anni di pentimenti, gli esponenti di vertice della cosca napoletana hanno tentato di espandersi in Toscana, puntando soprattutto sul mercato degli scarti tessili a Prato. Allo stesso tempo, l’indagine ha portato al sequestro di beni per quasi un milione di euro.

Arresti e misure cautelari per i principali esponenti del clan Sarno

Il 2025 vede un duro colpo alla criminalità organizzata campana, in particolare contro il clan Sarno. La procura fiorentina e il GICO della Guardia di Finanza hanno eseguito dodici misure cautelari nei confronti di membri di spicco della famiglia. Tra loro i fratelli Ciro, Vincenzo e Pasquale Sarno, insieme al cugino Giuseppe e al figlio di Ciro, Antonio, tutti finiti in carcere. Altri cinque indagati sono stati posti agli arresti domiciliari. La misura restrittiva si è estesa anche a due soggetti, colpiti da interdizione per un anno dai pubblici uffici e dai ruoli direttivi nelle imprese.

Ricostruzione delle strategie criminali

Il lavoro della magistratura si è concentrato per mesi nel ricostruire le nuove strategie criminali del gruppo, capace di riaggregarsi nonostante i numerosi pentimenti e arresti del passato. L’indagine non si limita a reati tradizionali come estorsioni e usura. L’inchiesta ha toccato ambiti economici complessi, rivelando una rete capillare che mira a consolidare affari in territori lontani dal napoletano.

Infiltrazioni nei mercati toscani e sistema di estorsioni

L’indagine, iniziata nel 2022, ha messo in luce il tentativo del clan Sarno di inserirsi in settori economici in Toscana, con particolare attenzione al commercio di scarti tessili a Prato. I fratelli Sarno avrebbero fatto leva sulla loro fama criminale maturata da anni a Ponticelli e nelle aree limitrofe di Napoli per imporsi in nuovi ambienti.

Secondo gli inquirenti, il clan ha avvicinato un imprenditore campano attivo nel trasporto rifiuti, proponendo una collaborazione. Questo contatto ha portato poi a richieste estorsive: complessivamente sono stati ottenuti circa 18.500 euro, incassati in cinque rate tra dicembre 2022 e giugno 2023. Le minacce hanno accompagnato queste richieste, mettendo a rischio il mestiere e la libertà degli imprenditori coinvolti.

Al centro delle operazioni c’era un autonoleggio a Prato, indicato come quartier generale del gruppo. Nei locali si organizzavano gli incontri tra i vertici, si gestivano affari e si smistavano i sopracitati pagamenti in contanti. Questo spazio ha rappresentato il cuore pulsante del progetto criminale in Toscana.

Il ruolo dell’autonoleggio a Prato

L’autonoleggio ha svolto un ruolo chiave come luogo di gestione e decisione, rappresentando il punto di riferimento fisico da cui il clan Sarno coordinava le proprie attività illecite nella regione.

Frodi fiscali realizzate tramite società cartiere e fatture false

Oltre alle estorsioni, il clan Sarno avrebbe allestito un articolato sistema di frodi fiscali, grazie a società cartiere create ad hoc. Queste entità fittizie emettevano fatture false, utilizzate soprattutto da imprenditori con sede a Napoli di origine cinese. La pratica consentiva di evadere l’IVA e di monetizzare introiti senza registrare movimenti reali.

Il meccanismo prevedeva che parte del denaro servisse a simulare rimborsi fiscali inesistenti. Ai beneficiari veniva restituita la somma in contanti, detratta di una percentuale trattenuta come guadagno dal gruppo criminale. In questo modo, il clan agiva nel mercato legale, mascherando rilevanti flussi di denaro e mostrando robusti collegamenti con la comunità imprenditoriale locale.

Le indagini hanno raccolto prove documentali e intercettazioni telefoniche che hanno permesso agli inquirenti di appurare la dimensione dei traffici illeciti e l’organizzazione sofisticata del sistema fraudolento.

Traffico di esseri umani e lavoro nero nel distretto tessile pratese

Un aspetto grave emerso dall’inchiesta riguarda il presunto traffico di migranti. Il clan Sarno, con la complicità di altri soggetti, avrebbe agevolato l’ingresso illegale in Italia di circa cinquanta cittadini pakistani. L’obiettivo era inserirli nel lavoro nero nel settore tessile di Prato, noto per impiegare manodopera spesso irregolare.

Nel luglio 2022, un furgone con i migranti a bordo è stato intercettato e bloccato dalla polizia croata prima dell’ingresso nel territorio italiano. Questo episodio ha rappresentato un punto chiave nelle indagini, fornendo elementi importanti sul modus operandi del gruppo. La capacità del clan di muoversi oltre confine e di organizzare queste operazioni mostra un coordinamento che supera i confini regionali.

Lavoro clandestino nel tessile

Il ricorso a lavoro clandestino alimenta dinamiche di sfruttamento e concorrenza sleale, contribuendo a mantenere bassi i costi nelle aziende tessili coinvolte. Questi fenomeni sono sotto il controllo delle forze dell’ordine, che monitorano costantemente i distretti più esposti al rischio infiltrazione.

Il nuovo tentativo di espansione del clan Sarno fuori dalla Campania

Il complesso quadro che emerge dall’inchiesta conferma come il clan Sarno, pur segnato da numerosi pentimenti e arresti negli anni scorsi, stia cercando di riprendersi spazi di potere. La Toscana si presenta come un territorio su cui puntare per rafforzare affari e presenza criminale. Prato, con il suo distretto tessile e i mercati connessi, appare terreno fertile per attività illecite di vario tipo.

L’operazione effettuata dalla Dda di Firenze e dalla Guardia di Finanza non solo ha bloccato i protagonisti di questo tentativo, ma ha ridotto la forza economica del gruppo con il sequestro di beni per quasi un milione di euro. Questo risultato evidenzia l’importanza del contrasto alla criminalità organizzata anche nelle regioni del centro-nord, dove l’infiltrazione può assumere forme meno visibili, ma altrettanto dannose.

“Il caso Sarno rafforza l’attenzione sulle dinamiche criminali che non si fermano ai confini tradizionali, mostrando come le cosche cerchino nuove vie per consolidarsi.”

Il lavoro investigativo prosegue per impedire che queste reti riprendano vigore in altre aree strategiche del Paese.

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