Un recente intervento del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha rivelato particolari scioccanti riguardanti il clan Amato-Pagano, noto per le sue attività di estorsione e traffico di droga. Durante una conferenza stampa, Gratteri ha illustrato come il clan stia reclutando minori per portare avanti le sue attività illecite e come stia utilizzando i social media, in particolare TikTok e Instagram, per veicolare un’immagine di potere e successo ai giovani. L’approfondimento di queste dinamiche offre uno sguardo inquietante su come le mafie stiano evolvendo e adattandosi ai tempi moderni.
Reclutamento di minori e il ruolo delle donne nel clan
Nel suo intervento, Gratteri ha messo in luce il preoccupante ruolo dei minori nelle operazioni del clan Amato-Pagano. Questi giovani vengono addestrati a compiere estorsioni, venendo forgiati in una cultura criminale che li invita a normalizzare comportamenti devianti. Il procuratore ha infatti definito questo processo come un “addestramento alla durezza”. Anche se l’uso di minori in attività criminali non è una novità nel panorama mafioso italiano, il metodo e la sistematicità con cui il clan Amato-Pagano recluta giovanissimi emerge come una strategia allarmante e innovativa.
Particolarmente significativo è il ruolo delle donne all’interno di questa organizzazione. Gratteri ha specificato come figure femminili, in particolare Rosaria Pagano, detenuta e reggente del clan, ricoprano posizioni di spicco. Questo fenomeno non è isolato, poiché la presenza femminile ai vertici della criminalità organizzata è stata osservata anche in altre aree, come Sicilia e Calabria. Tuttavia, nel contesto del clan Amato-Pagano, appare accentuata e direttamente associata alle dinamiche di reclutamento giovanile.
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La strategia di comunicazione sui social media
La conferenza ha anche evidenziato un altro aspetto preoccupante: l’uso dei social media da parte del clan per trasmettere un’immagine di ricchezza e potere. Gratteri ha messo in risalto come Amato-Pagano utilizzi piattaforme come TikTok e Instagram per ostentare beni di lusso, come orologi d’oro e automobili costose. La modalità di comunicazione scelta dal clan è chiara: mirare ai giovani e costruire un’immagine di successo in un contesto sociale dove l’appeal del denaro è forte.
Utilizzando i social, si propaga un messaggio di vittoria e superiorità, un tentativo per attrarre e coinvolgere le nuove generazioni. Questo non è solo un modo per farsi pubblicità, ma una strategia attiva per mantenere e ampliare il proprio controllo e influenza. Gratteri ha dichiarato che questo trend non è unico, poiché è stato già osservato tra le mafie messicane, ma è significativo che proprio la camorra italiana stia adottando queste tecniche.
Il controllo sociale e le estorsioni
Un altro aspetto trattato dal procuratore è stato il metodo di imposizione delle estorsioni. Gratteri ha chiarito che il clan Amato-Pagano non si limita a estorcere denaro dalle tradizionali vittime. Si estende anche ai lavoratori, come imbianchini e artigiani, dimostrando la volontà di monitorare ogni aspetto della vita quotidiana dei cittadini. Così facendo, il clan riesce a costruire un sistema di paura e sottomissione.
Le estorsioni generano profitti notevoli, si stima intorno agli 8mila euro al mese, ma la vera motivazione dietro queste azioni è ben più profonda: la necessità di affermare il proprio potere. Gratteri ha sottolineato come l’obiettivo finale del clan sia quello di dimostrare la propria forza e il controllo sul territorio, piuttosto che il solo guadagno economico. Si tratta di un metodo di dominio che perpetua un ciclo di violenza e intimidazione.
Le rivelazioni del procuratore Gratteri tracciano un quadro inquietante della situazione attuale in Campania e della persistente influenza del clan Amato-Pagano. La crescita del fenomeno mafioso tra le nuove generazioni, unita all’uso strategico dei social, rappresenta una sfida significativa per le autorità e la società civile.