Oggi, a Pesaro, si è tenuta una manifestazione in piazza del Popolo per contestare il progetto di impianto di liquefazione di metano e stoccaggio di Gnl, previsto nel centro della città . Oltre all’affluenza di numerosi cittadini, l’iniziativa ha avuto lo scopo di informare la comunità sui potenziali rischi derivanti dall’impianto. I promotori del comitato “Pesaro: NO GNL” hanno organizzato un gazebo informativo, invitando i partecipanti a unirsi alla protesta, sottolineando l’importanza di una gestione ambientale più sicura e responsabile.
Cittadinanza attiva e sensibilizzazione
Durante la manifestazione, centinaia di cittadini hanno partecipato attivamente, dimostrando un grande senso civico e una spiccata volontà di emergere su un tema cruciale per il futuro della città . Il comitato ha messo a disposizione un gazebo il quale ha attirato non solo manifestanti ma anche curiosi che desideravano saperne di più sul progetto controverso. I volontari hanno intercettato un notevole interesse da parte del pubblico, raccogliendo ben 130 firme per avviare azioni legali contro la concessione della Valutazione di Impatto Ambientale concessa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Questo numero di partecipanti e sostenitori è indicativo di come il tema stia generando un’ampia discussione all’interno della comunità . Un buon numero di cittadini si è anche offerto di supportare attivamente un Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, che sarà presentato nel prossimo futuro. L’azione collettiva sta scalando nelle priorità locali, suggerendo che la questione stia toccando le corde sensibili della popolazione.
Rischi e pericoli sotto i riflettori
Il dibattito sull’impianto ha preso piede con l’evidente preoccupazione per la sicurezza pubblica. Gli organizzatori hanno messo a confronto la situazione di Pesaro con eventi tragici recenti, come l’esplosione avvenuta a Calenzano, che ha causato cinque vittime e ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo plurimo. Tales analogie sono emerse per sottolineare quanto possa essere pericolosa un’amministrazione poco scrupolosa nell’approcciare il tema della sicurezza energetica.
In aggiunta, è stato menzionato un incendio avvenuto a Falconara, originato da una rottura in una tubazione dell’impianto di desolforazione del gasolio. Anche se gli esami preliminari effettuati dall’Arpam non hanno riscontrato sostanze inquinanti nell’aria, il rogo e le sue conseguenze hanno alimentato ulteriori timori tra esperti e ambientalisti. Questo tipo di incidenti rende il progetto di metano a Pesaro ancora più discusso, con attivisti che avvertono che un simile impianto, situato così vicino alle abitazioni, sarebbe indisputabilmente un rischio per la popolazione.
L’impegno del comitato e le istituzioni
Il comitato “Pesaro: NO GNL” ha ribadito la propria determinazione a sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo a un progetto che molti considerano inaccettabile e in conflitto con le normative europee e la Costituzione. Roberto Malini, referente del comitato e co-presidente di EveryOne Group, ha spostato l’attenzione sull’inefficienza dei piani di emergenza nel caso di incidenti legati a impianti di liquefazione. La narrazione appare chiara: le autorità locali devono prestare ascolto e prendere decisioni che tengano in considerazione la salute e la sicurezza della comunità .
I promotori della manifestazione hanno sottolineato come l’aumento della consapevolezza tra i cittadini stia creando pressioni affinché le istituzioni affrontino con serietà e responsabilità i problemi legati all’energia e alla sicurezza ambientale. Con le prossime settimane cruciali per l’egida del progetto, la risposta delle istituzioni sarà di fondamentale importanza in questo contesto di crescente protesta popolare.
La vicenda di Pesaro rappresenta dunque non solo una battaglia locale, ma un segnale di come le comunità si stanno attivando per tutelare il loro diritto a un ambiente sano e sicuro.