Nella giornata di commemorazione dei Martiri di Colle Pineta, si è svolta una solenne cerimonia a Pescara, dedicata alla memoria di nove partigiani italiani fucilati nel 1944. Gli alunni della scuola “11 Febbraio 1944” hanno dato vita a un evento commovente, riunendo giovani e adulti per ricordare il sacrificio di questi uomini, vittime della brutalità del regime nazista. Il ricordo di Nicola Cavorso, Vittorio Mannelli, Raffaele Di Natale e degli altri martiri è stato al centro di un evento che ha saputo unire generazioni, sottolineando l’importanza della memoria storica.
La commemorazione e i messaggi di speranza
La cerimonia è stata aperta da Lino Di Matteo, rappresentante dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, il quale ha posto l’accento sulla necessità di ricordare il passato per costruire un futuro migliore. Don Mauro Pallini ha benedetto una corona di alloro posta davanti al cippo commemorativo, esortando i giovani presenti a diventare “portatori di bene e speranza”. Le sue parole hanno risuonato tra gli astanti, sottolineando come “nella vita non si costruisce niente di buono gettando fango sugli altri“. Questo richiamo alla responsabilità sociale è stato accolto da tutti con grande attenzione, suggerendo l’importanza di valori positivi nella formazione delle nuove generazioni.
Nicola Palombaro, presidente dell’Anpi, ha ricordato che la libertà e la democrazia devono essere “conquistate giorno per giorno”. Palombaro ha posto l’accento sul fatto che i martiri non sono stati solo partigiani, ma patrioti che hanno sacrificato la loro vita per ideali ritenuti fondamentali, come chiarito negli articoli 2 e 3 della Costituzione italiana. Questi messaggi di lotta e sacrificio sono essenziali per garantire che il loro ricordo continui a vivere nel cuore dei giovani.
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Il ruolo delle autorità locali nel ricordo dei martiri
Alla cerimonia erano presenti anche i sindaci di Chieti e Pescara, Diego Ferrara e Carlo Masci. Ferrara ha espresso condanna verso le atrocità commesse dai carnefici dei nove giovani, stigmatizzando il modo in cui i loro corpi furono ritrovati mesi dopo il loro assassinio. Ha lanciato un appello sociale contro l’assuefazione e l’indifferenza nei confronti delle guerre, mettendo in guardia rispetto ai pericoli che si celano in un periodo storico privo di conflitti diretti. Le sue parole hanno colpito per il loro valore morale, richiamando la responsabilità condivisa di preservare la memoria delle vittime e promuovere la pace.
Carlo Masci ha invece sottolineato come la storia dei martiri si intrecci con quella di ciascuno di noi. Ha condiviso l’importanza di trasmettere i valori di libertà e giustizia alle nuove generazioni, affermando che ogni individuo può essere un costruttore di pace. Citando Papa Francesco, ha esortato tutti a lavorare per unire le persone e ad impegnarsi nella costruzione di un mondo migliore.
La partecipazione degli studenti e la memoria viva
Particolarmente emozionante è stata la partecipazione attiva degli studenti, che hanno eseguito l’Inno di Mameli in lingua dei segni e hanno realizzato una breve rappresentazione teatrale per commemorare gli avvenimenti del 1944. Questi momenti non solo hanno coinvolto i giovani, ma hanno anche reso tangibili i legami tra passato e presente, evidenziando come la storia possa influenzare le nuove generazioni. Durante la cerimonia, nove palloncini bianchi sono stati liberati in cielo, simboleggiando i martiri e il loro messaggio di speranza.
La dirigente scolastica, Rossella Di Donato, ha evidenziato l’importanza dell’impegno annuale degli studenti in preparazione a questa celebrazione. La sua dichiarazione ha riassunto il compito educativo di mantenere viva la memoria storica e insegnare ai ragazzi il valore degli ideali per cui i martiri hanno lottato. Così, il cippo e la cerimonia diventano non solo un tributo al passato, ma un insegnamento per il futuro.