Il 20 maggio l’Aquila rinnova ogni anno il proprio legame con san Bernardino da Siena, compatrono della città. Le celebrazioni si svolgono nella basilica a lui dedicata e rappresentano un momento centrale per la comunità religiosa e civile. Nel 2025 la giornata ha richiamato fedeli locali e pellegrini provenienti da altre regioni, sottolineando il ruolo storico e culturale di questa ricorrenza. I riti hanno mantenuto vive tradizioni consolidate, come l’offerta dell’olio per la lampada votiva, e alcune novità attorno al recupero e restauro di oggetti sacri, con la presenza di autorità civili e gruppi storici.
La messa solenne e la partecipazione della comunità aquilana e dei pellegrini
La cerimonia del mattino si è svolta nella basilica di san Bernardino a partire dalle 11, presieduta da mons. Antonio D’Angelo, arcivescovo metropolita. La celebrazione ha visto la partecipazione di numerosi fedeli dell’Aquila e di pellegrini di Orsogna, nel chietino, paese con una forte devozione al santo. La funzione religiosa ha mantenuto elementi tradizionali, come l’offerta dell’olio per la lampada votiva. Quest’anno a compiere il gesto è stato il gruppo Piccoli e Giovani Aquilini della Nobile Contrada dell’Aquila di Siena. La presenza di questa delegazione toscana ha confermato il legame fra la contrada senese e la città dell’Aquila, entrambi richiamati anche dal nome del santo.
Un legame che dura da decenni
Il professor Gabriele Fattorini, priore della Contrada, ha guidato il gruppo, ribadendo un rapporto che dura da decenni. “Questo gesto simbolico si inserisce in una tradizione nata nel 1957 e rinnova una continuità culturale e religiosa fra territori diversi ma uniti dalla figura di san Bernardino e dal nome dell’Aquila.” La Santa Messa ha avuto momenti di preghiera e canti animati dal coro della basilica, in un clima che mixa devozione e partecipazione popolare.
Leggi anche:
La lampada votiva restaurata e la cerimonia dei sindaci
Durante le celebrazioni, si è rimarcata la ricollocazione della lampada votiva davanti al Mausoleo Bernardiniano. L’oggetto, in ferro battuto e rame sbalzato, era stato donato nel 1957 dalla Nobile Contrada dell’Aquila di Siena e rappresenta un simbolo della tradizione locale. La lampada era stata rubata dodici mesi fa, ma grazie all’intervento tempestivo dei carabinieri è stata ritrovata e restaurata in breve tempo.
Nel pomeriggio, alle 17.30, si sono riuniti davanti alla basilica sindaci di vari comuni abruzzesi. Con i loro gonfaloni hanno partecipato alla cerimonia di affidamento a san Bernardino, un rito che si è svolto proprio davanti al mausoleo. Il momento è diventato ancora più significativo grazie all’esibizione del Gruppo Storico Sbandieratori della città dell’Aquila. Questi spettacoli hanno scandito le fasi della giornata e hanno dato un tono solenne e pubblico alla manifestazione.
Un evento ricco di storia e tradizione
L’evento ha sottolineato l’importanza della memoria storica e della continuità delle tradizioni religiose e civili nell’area abruzzese, unendo comunità diverse in un unico momento di fede e cultura.
La seconda messa solenne e la processione con la reliquia del santo
Nel pomeriggio, alle 18, è stata celebrata una seconda messa solenne, presieduta da mons. Sabino Iannuzzi, vescovo di Castellaneta, in Puglia. Questa funzione ha raccolto soprattutto le confraternite di L’Aquila e dei comuni vicini, tutte devote alla figura di san Bernardino. Il coro della basilica ha curato anche questa celebrazione, confermando il ritmo liturgico e la partecipazione attiva dei fedeli.
Al termine della funzione si è tenuta la processione con la statua e la reliquia del santo. Padre Daniele Di Sipio, rettore della basilica, ha guidato il corteo, che ha attraversato le vie del centro storico aquilano. Il Complesso Bandistico di Paganica ha accompagnato la processione con musiche sacre, arricchendo la cornice della festa. Questo momento ha unito la devozione popolare e il valore storico di un rito che si svolge di anno in anno.
Il saluto finale con la benedizione e la partecipazione attiva dei gruppi storici
Al termine della giornata, sulla scalinata della basilica, il Gruppo Storico Sbandieratori della città dell’Aquila si è esibito ancora una volta, accogliendo la comunità. Intorno alle 20 è stata impartita la benedizione solenne con la reliquia del santo che ha coinvolto fedeli e amministratori locali. Questo segno ha completato la festa, richiamando l’attenzione sul valore spirituale del santo compatrono e sui legami che uniscono la città e i suoi cittadini.
La partecipazione attiva delle confraternite, delle contrade e delle autorità civili racconta un tessuto sociale ancora fortemente ancorato a tradizioni religiose. Nel cuore dell’Aquila, questa celebrazione lascia un segno sociale, civile e religioso che va oltre la dimensione della semplice festa, coinvolgendo diverse generazioni e comunità provenienti da altre aree della regione e d’Italia.