Barbara Bennett Woodhouse, docente ed esperta di diritto dell’infanzia, ha dedicato dieci anni della sua vita a studiare il paesino montano di Scanno, in provincia dell’Aquila, e il villaggio marittimo di Cedar Key, in Florida. La sua ricerca si è concentrata sul benessere dell’infanzia, mettendo in luce il parallelismo tra due realtà apparentemente distanti. Nel gennaio 2020, il suo lavoro ha preso forma nel volume ‘Ecology of Childhood’, pubblicato dalla New York University Press. Tuttavia, le recenti vicende atmosferiche hanno messo a repentaglio la vita in uno dei due luoghi protagonisti dello studio.
Devastazione a Cedar Key
Nella notte scorsa, il villaggio di Cedar Key, situato su piccole isole nel Golfo del Messico, ha subito i devastanti effetti dell’uragano Helene. Le imponenti mareggiate e i forti venti hanno causato inondazioni che hanno sventrato le abitazioni, portando il livello dell’acqua a invadere il pianterreno di case e residence. Cedar Key, che conta circa 700 abitanti, era già stata evacuata prima dell’arrivo dell’uragano, ma le immagini trasmesse dai droni mostrano scene surreali, come un uomo che nuota lungo quella che era una strada, ora completamente sommersa.
Le immagini della devastazione forniscono uno spaccato inquietante della situazione. Questo villaggio, simbolo di felicità per i bambini che vi crescono, ora affronta una crisi senza precedenti. Gli studi di Barbara Bennett Woodhouse hanno messo in evidenza la resilienza delle piccole comunità come Cedar Key, le quali tradizionalmente si uniscono nei momenti di crisi. Tuttavia, la violenza degli eventi meteorologici legati al cambiamento climatico ha sollevato interrogativi sul futuro stesso di questo storico villaggio.
Ricostruzione e vulnerabilità
“Ho scelto questi due villaggi che sono così differenti l’uno dall’altro anche per studiare la resilienza delle comunità piccole e isolate,” ha dichiarato la Bennett Woodhouse in un’intervista telefonica all’ANSA, commentando la catastrofe. Cedar Key ha una lunga storia di ricostruzione dopo eventi simili, ma oggi la sfida è più complessa. La professoressa ha evidenziato come il cambiamento climatico stia contribuendo a rendere le tempeste sempre più distruttive, ponendo seri dubbi sulla possibilità di recupero.
A differenza di Scanno, il cui borgo di Frattura è stato distrutto dal terremoto del 1915, Cedar Key non ha la possibilità di essere ricostruito altrove. La regione costiera del Golfo del Messico, nota come Big Bend, è particolarmente vulnerabile, situata al di sotto del livello del mare. La comunità locale si trova quindi ad affrontare una nuova realtà, non solo di ricostruzione fisica, ma anche di resilienza psicologica e sociale.
Un’appello dalla comunità infantile
Il lavoro della Bennett Woodhouse si è concentrato anche su come i bambini possano percepire il loro ambiente e affrontarlo. Durante il suo studio, aveva chiesto ai piccoli di Cedar Key cosa gli mancherebbe se il villaggio non fosse più in piedi. I loro racconti rivelano un legame profondo con il luogo: “Andare a pesca,” “le meravigliose passeggiate,” “conoscere tutti,” oltre ai rapporti con “amici e famiglia” rappresentano parte inscindibile della loro identità.
Queste risposte non solo sottolineano l’importanza della comunità e dell’ambiente nel processo educativo dei bambini, ma pongono anche interrogativi sulla capacità di queste realtà di resistere a eventi avversi. L’approccio della ricerca evidenzia come i più giovani possano diventare indicatori dell’integrità dell’ambiente in cui vivono, suggerendo che la loro voce sia essenziale nella pianificazione e nella ricostruzione. Cedar Key, ora più che mai, ha bisogno di ascoltare questi segnali per garantire un futuro sano e sostenibile per le generazioni a venire.
Ultimo aggiornamento il 29 Settembre 2024 da Sara Gatti