L’attività investigativa condotta a Catania ha portato alla luce un’organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina e crack, gestita da un uomo già ai domiciliari. Le forze dell’ordine sono riuscite a seguire i canali di approvvigionamento e a descrivere il metodo con cui il gruppo operava nel traffico illecito.
La scoperta del gruppo e la posizione dell’uomo ai domiciliari
L’indagine è partita da alcune segnalazioni relative a movimenti sospetti in una zona periferica di Catania. Le forze dell’ordine hanno ricostruito i contatti e le transazioni di droga che ruotavano attorno a un uomo che, nonostante si trovasse ai domiciliari per altre accuse, rimaneva il punto di riferimento principale della rete. Questa sua condizione ha contribuito a mimetizzare l’attività criminale, visto che spesso i controlli sulle persone sottoposte a restrizioni si concentrano su altri tipi di sospetti.
Si è accertato che l’uomo coordinava lo spaccio affidando incarichi precisi ai vari membri del gruppo, gestendo le comunicazioni con i fornitori esterni e pianificando le consegne. La sua abitazione, utilizzata come base operativa, ha rappresentato un nodo cruciale nella distribuzione di droga. Gli investigatori hanno raccolto numerose prove documentali e testimonianze che hanno confermato questa posizione centrale nell’organizzazione.
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Modalità di approvvigionamento e distribuzione della droga
L’organizzazione otteneva la cocaina e il crack da fornitori radicati in altre città, con collegamenti che si sono sviluppati nel tempo. Le spedizioni arrivavano tramite corrieri e veicoli adeguatamente camuffati. Lo spaccio avveniva soprattutto nei quartieri più difficili di Catania, dove la domanda di stupefacenti resta alta.
I pusher, incaricati dal responsabile dietro le sbarre domiciliari, operavano in piccoli gruppi, muovendosi velocemente per evitare le pattuglie. Per non attirare l’attenzione, utilizzavano codici e messaggi criptici nelle comunicazioni telefoniche, spesso intercettate durante l’indagine. La consegna della droga avveniva direttamente alla clientela, con pagamenti in contanti che venivano poi gestiti attentamente per evitare rilevamenti finanziari.
Impatto sull’ordine pubblico e interventi delle autorità
L’azione della polizia, finalizzata a stroncare questa rete, ha avuto effetti immediati sulla zona interessata. I cittadini hanno segnalato una riduzione significativa della presenza di spacciatori in strada e una maggior sicurezza negli spazi pubblici. I sequestri effettuati, tra droga e materiali per il confezionamento, hanno tolto di mezzo risorse importanti per l’organizzazione.
Il coordinamento tra diverse forze dell’ordine, comprese polizia giudiziaria e carabinieri, ha permesso di agire con precisione. Questo tipo di interventi rappresenta un passo nella lotta al narcotraffico, con l’obiettivo di colpire sia i distributori locali sia i canali di approvvigionamento.
I sospetti coinvolti nell’inchiesta ora rischiano misure cautelari più severe. Sono in corso ulteriori verifiche per individuare eventuali complici attivi o altri punti della rete criminale finora non emersi.