Carenza infermieri in Italia, il problema supera i numeri ufficiali e richiede interventi urgenti

Carenza infermieri in Italia, il problema supera i numeri ufficiali e richiede interventi urgenti

La carenza di infermieri in Italia, evidenziata al convegno di Cernusco sul Naviglio, mette a rischio l’assistenza soprattutto in psichiatria; serve una riforma formativa e un commissario per gestire la crisi.
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L'articolo evidenzia la grave carenza di infermieri in Italia, con particolare attenzione al ruolo centrale dell’infermiere in psichiatria e alla necessità di riformare formazione e condizioni lavorative per attrarre nuovi professionisti. - Gaeta.it

La carenza di infermieri in Italia resta un problema di portata nazionale, con un numero ufficiale di posti scoperti che non riflette la reale situazione. Tra strutture sanitarie pubbliche e private, molti reparti devono fare i conti con l’assenza di personale qualificato, mettendo a rischio assistenza e servizi. Questo dato emerge chiaramente durante il recente convegno tenutosi a Cernusco sul Naviglio, dove si è discusso della centralità dell’infermiere soprattutto in ambito psichiatrico.

La centralità dell’infermiere in psichiatria e l’evoluzione del modello lombardo

Il convegno ospitato al centro S. Ambrogio – Fatebenefratelli a Cernusco sul Naviglio ha dedicato ampio spazio al ruolo degli infermieri nella psichiatria, settore in cui la professione ha subito una trasformazione significativa. Questa struttura, che rappresenta l’11% dell’offerta riabilitativa psichiatrica della Lombardia, è un punto di riferimento per capire come cambiano i modelli assistenziali.

La riforma basaglia e le novità nel sistema psichiatrico

Il direttore Samuele Rossoni ha ricordato l’importanza della riforma Basaglia, che ha riorganizzato la salute mentale in Italia quaranta anni fa. Nonostante questo, molte parti del sistema mostrano ancora limiti legati all’età delle normative e alle modalità di cura. Il direttore sanitario Gian Marco Giobbio ha evidenziato che, dalla definizione delle comunità psichiatriche e riabilitative in Lombardia nel 2007, molte cose sono cambiate. Oggi, la psichiatria territoriale si basa su servizi più integrati e una maggiore presenza infermieristica che contribuisce al recupero della persona.

Questo sviluppo dimostra come l’infermiere non sia più solo un esecutore di ordini medici ma un attore centrale nella riabilitazione e nel supporto al paziente. Le competenze richieste sono complesse e riguardano anche aspetti relazionali e psicologici, oltre a quelli clinici. Il convegno ha quindi messo in luce la necessità di aggiornare i modelli di formazione e lavoro per rispondere alle esigenze del settore psichiatrico in Lombardia e nel resto del paese.

La difficoltà ad attrarre i giovani nella professione infermieristica

Fare l’infermiere oggi non attira più come un tempo i giovani. Lo ha ribadito la presidente della Fnopi, aggiungendo che il calo di iscritti si deve in parte anche al minor numero di giovani in generale. Ma non solo: l’offerta universitaria in ambiti sanitari sta diventando sempre più ampia, con settori come fisioterapia e medicina che richiamano più iscritti rispetto a infermieristica. In particolare nelle regioni del Nord Italia, molti posti nelle università rimangono scoperti.

Per invertire questa tendenza serve un cambiamento nei modelli formativi e lavorativi. Per la Mangiacavalli, è fondamentale valorizzare le competenze specialistiche, eliminare le inutili barriere burocratiche e favorire una collaborazione più stretta tra strutture pubbliche e private. Solo così la professione potrà diventare più attraente per i giovani e mantenere alta la qualità dell’assistenza.

L’appello punta soprattutto a rivedere il modo in cui si percepisce e si struttura il lavoro infermieristico, rendendolo meno rigido e più dinamico, capace di adattarsi alle esigenze di un sistema sanitario in continua trasformazione e a una società che richiede sempre più servizi di qualità.

Il numero reale di infermieri mancanti supera quello ufficiale

Secondo Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi , in Italia mancano ufficialmente 65mila infermieri. Ma la cifra si alza inevitabilmente se si considerano le strutture private o quelle fuori dal sistema sanitario nazionale, dove spesso il personale non è conteggiato. Questo crea una condizione ancora più critica per la tenuta dei servizi assistenziali. La Mangiacavalli ha sottolineato come sia necessario nominare un commissario con pieni poteri per gestire efficacemente questa situazione, che non può più essere ignorata.

La carenza non è solo un problema numerico ma anche strutturale. Molti infermieri si trovano a dover affrontare condizioni lavorative impegnative, con turni intensi e poche prospettive di crescita professionale. Il sistema sanitario fatica a trattenere professionisti esperti, mentre chi si affaccia alla professione lo fa con timori legati allo stress e alla mancanza di riconoscimenti concreti.

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