L’apertura di Pordenonelegge porta con sé un’importante riflessione sulla sensibilità ecologica dei più giovani, un tema esplorato dal Cardinal Gianfranco Ravasi. Durante la sua conferenza dal titolo “In principio: creazione ed ecologia“, Ravasi sottolinea come la percezione formativa riguardo la natura e l’ambiente sia drasticamente cambiata nel tempo. In un contesto dove la meraviglia sembra svanire e dove il dialogo fra scienza, spiritualità e valori comunitari acquista sempre più rilevanza, il Cardinale invita a un’intensa riflessione.
La sensibilità ecologica dei giovani
Una generazione in ascolto
Ravasi osserva un cambiamento notevole nella sensibilità ecologica dei giovani, che appare “decisamente maggiore” rispetto a quella degli adulti. In un’epoca in cui le problematiche ambientali sono sempre più pressanti, le nuove generazioni mostrano una connessione profonda con la natura. Questa connessione non è solo superficiale; i giovani sembrano percepire il mondo naturale come una “sorella” e non più come una mera risorsa da sfruttare. Tuttavia, il Cardinale fa notare come questa consapevolezza si scontri con la generale mancanza di stupore che caratterizza le vite degli adulti, che spesso si muovono in un’ottica predatrice e distante.
Ha evidenziato come i giovani, nella loro esperienza quotidiana, vedano la natura “ferita“, richiamando alla mente l’approccio di Gesù, che parlava utilizzando elementi concreti come semi e pesci. Ravasi sostiene che la spiritualità deve tornare a esprimersi attraverso una connessione reale con il mondo tangibile, promuovendo un legame vitale tra l’essere umano e l’ambiente.
Il rapporto tra scienza e spiritualità
Una connessione necessaria
Il confronto tra scienza e spiritualità è uno dei fulcri del pensiero di Ravasi. Nonostante la scienza si dedichi a spiegare fenomeni e a fornire risposte basate sulla razionalità, il Cardinal sottolinea l’importanza di considerare anche il lato simbolico e spirituale della realtà. La spiritualità, afferma, non è semplice evasione verso dimensioni eteree, quanto piuttosto un ponte di comprensione con l’ambiente circostante, con l’umanità e i misteri dell’universo.
Secondo Ravasi, l’autenticità della spiritualità esprime il bisogno di ascoltare il messaggio inscritto nel creato. Gli esseri umani, consapevoli di essere i custodi di questa realtà, sono chiamati a dare valore simbolico e significato a ciò che li circonda. In questo contesto, il Cardinale richiama l’importanza di una riflessione profonda, che integri non solo il sapere scientifico ma anche contribuendo discipline come la filosofia, l’arte e la poesia per meglio interpretare la realtà nella quale viviamo.
La meraviglia e il senso del mondo
Ridare valore allo stupore
Una delle idee fondamentali esposte dal Cardinal Ravasi è l’importanza della meraviglia. Oggi, si osserva una perdita di stupore nei confronti del mondo. La scienza ha aperto le porte a una comprensione fenomenologica delle realtà, ma troppo spesso si arresta alla superficie delle cose. Secondo Ravasi, limitarsi a questo approccio razionale è insoddisfacente e, anzi, rischia di impoverire l’esperienza umana.
Ravasi richiama l’attenzione sul fatto che non esiste solo un’unica dimensione di conoscenza rappresentata dall’impatto scientifico, ma anche altre sfere come l’amore e la spiritualità. Questi canali alternativi di apprendimento possono risvegliare una nuova meraviglia, rendendo possibile una scoperta del senso profondo della vita. È solo attraverso la combinazione di queste diverse modalità che possiamo realmente apprezzare la complessità del nostro esistere.
Attraverso il suo intervento, il Cardinal Gianfranco Ravasi promuove un dialogo volto a riaffermare il legame imprescindibile tra l’umanità e la terra, sottolineando quanto sia necessario guardare al creato con un’intensa curiosità e rispetto. Non vi è un solo modo di conoscere e valorizzare il mondo, ma un cammino che coinvolge molti aspetti della nostra esistenza.
Ultimo aggiornamento il 18 Settembre 2024 da Sofia Greco