L’ondata di caldo africano continua a colpire l’Italia con temperature che raggiungono livelli difficili da sopportare e creano gravi problemi di salute e sicurezza pubblica. Il 1 luglio 2025, ben 17 città sono state segnalate con il bollino rosso, segno di condizioni climatiche da allarme. Il calore intenso ha causato già due vittime, una in Sicilia e una in Emilia Romagna, e ha portato le autorità a prendere provvedimenti per ridurre i rischi sul lavoro. Con le previsioni che indicano un peggioramento per il Nord e un possibile sollievo solo dopo il 4 luglio, le tensioni restano alte.
Le città italiane sotto bollino rosso per ondata di caldo africano
Il 1 luglio sono 17 le città italiane con temperature elevate al punto da ricevere il bollino rosso, un segnale che indica condizioni di caldo potenzialmente pericolose per la popolazione. Questi centri urbani si trovano sparsi su tutto il territorio nazionale, dalla Sicilia fino alla Lombardia e al Friuli Venezia Giulia. Tra le città più calde sono segnate Ancona, Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Milano, Palermo, Perugia, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Verona e Viterbo.
La Sicilia resta gravemente colpita soprattutto a Palermo e nei dintorni dove sono stati segnalati effetti direttamente legati al caldo intenso. Non manca anche il nord Italia, con città come Milano e Brescia che registrano temperature insopportabili per i cittadini e i turisti. Per il giorno seguente, 2 luglio, è prevista l’aggiunta di Campobasso, portando così a 18 le città con bollino rosso.
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Il bollino rosso indica zone in cui il caldo può causare malori anche gravi fino ad emergenze mediche. In queste città le persone a rischio, come anziani e soggetti con patologie cardiache o respiratorie, vengono invitate a evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde della giornata.
Gli effetti drammatici del caldo: due vittime e casi di malore in italia
Le conseguenze del caldo estremo sono già state gravi. Nel Palermitano, a Bagheria, una donna di 53 anni è morta dopo essersi sentita male per strada mentre camminava in via Aiello. La stessa pare soffrisse di problemi cardiaci, fattore che probabilmente ha contribuito al decesso in queste condizioni climatiche.
Altre situazioni di emergenza si sono verificate nella capitale lombarda. Una turista cinese di 66 anni è svenuta sulla terrazza principale del Duomo di Milano per il caldo. I soccorsi sono intervenuti immediatamente e la donna è stata portata al Policlinico di Milano in codice giallo, segno di una situazione non critica ma da monitorare con attenzione.
In Emilia Romagna, infine, un episodio drammatico ha coinvolto un lavoratore edile nel cantiere della scuola Jussi di San Lazzaro, in provincia di Bologna. Ait El Hajjam Brahim, 48 anni, titolare di un’impresa edile, si è accasciato al suolo intorno a mezzogiorno durante una gettata di cemento. La causa è stata un malore legato probabilmente al caldo intenso. I casi citati riflettono un problema che coinvolge non solo chi sta all’aperto per lavoro, ma anche chi si trova in ambienti pubblici o anche chi passeggia.
Le previsioni meteo indicano un cambiamento per il nord italia dal 4 luglio
Secondo Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, l’alta pressione africana che sta tenendo l’Italia sotto una cappa di calore comincerà a indebolirsi a partire dal 4 luglio. Il cedimento dovrebbe iniziare dalle Alpi e dal nord Italia, portando un cambiamento significativo dopo giorni di temperature elevate.
Per il sabato successivo, 5 luglio, è prevista una diminuzione delle temperature anche di 10 gradi nelle regioni settentrionali, accompagnata da temporali violenti e grandinate. Questi fenomeni meteo potrebbero risollevarsi le condizioni, generando un netto contrasto con i giorni appena trascorsi.
Al centro e sud Italia, comunque, il caldo rimarrà ancora presente nei giorni immediatamente successivi, con valori termici elevati e condizioni di disagio in molte città. Lo scenario meteo resta quindi complesso e richiede attenzione specialmente alle categorie più fragili.
Misure restrittive per proteggere i lavoratori in lombardia ed emilia romagna
Le alte temperature hanno spinto le autorità regionali in Lombardia ed Emilia Romagna a intervenire con misure di tutela per chi opera all’aperto. Da oggi, e fino al 15 settembre 2025, è vietato lavorare all’aperto nelle ore più calde, dalle 12.30 alle 16. Questa decisione interessa in modo particolare le attività edili, agrarie, nelle cave e nel settore florovivaistico.
Lo stop mira a prevenire incidenti e problemi di salute legati allo stress da caldo, come colpi di calore o svenimenti. Il protocollo è stato annunciato dopo che proprio in Emilia Romagna, nel cantiere menzionato, si è verificato un decesso con possibile collegamento alle condizioni meteorologiche.
Questa pausa obbligata consente di proteggere la capacità respiratoria, la circolazione e la resistenza fisica di chi lavora all’esterno nelle giornate più critiche. Le aziende dovranno inoltre adottare misure per informare e monitorare gli operai, garantendo il rispetto dell’orario e dei limiti indicati.
Il caldo africano continua a mettere a dura prova molte aree del paese, creando emergenze in più ambiti, dalla sicurezza sanitaria ai cantieri passando per i luoghi di maggiore afflusso turistico. Le prossime giornate saranno decisive per valutare l’impatto e la risposta del sistema nazionale alla persistente ondata di calore.