Fabrizio Usai, presidente della Gymnasium di Sassari, esprime indignazione e shock per un episodio di razzismo avvenuto durante una partita di calcio di terza categoria. La vicenda, accaduta la scorsa settimana sul campo di Mamoiada, ha acceso un dibattito significativo sull’atteggiamento degli organi sportivi di fronte a comportamenti discriminatori nel mondo del calcio. Una situazione che tocca corde sensibili e mette in luce la necessità di azioni concrete per garantire il rispetto e la dignità di tutti i giocatori.
I fatti accaduti a Mamoiada
Durante il secondo tempo della partita disputata a Mamoiada, un gruppo di spettatori ha esordito in cori razzisti volto a umiliare un giocatore del Gambia, Ba, della Gymnasium. Questo comportamento non è passato inosservato: sia le persone in campo sia i dirigenti della squadra avversaria hanno denunciato l’accaduto, chiedendo l’intervento dell’arbitro. La partita è stata sospesa per sette minuti per consentire la gestione della situazione.
Nonostante le proteste, il giudice sportivo non ha adottato adeguati provvedimenti. La decisione di mantenere la partita a porte chiuse per la squadra di casa, senza ulteriori sanzioni, ha sollevato interrogativi riguardo alla serietà con cui vengono trattati questi eventi all’interno del contesto calcistico. Il presidente Usai sottolinea la sua incredulità di fronte a una comunicazione così scarsa, evidenziando che non si desiderano vittorie a tavolino o penalizzazioni per gli avversari, bensì un segnale forte contro la discriminazione.
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La protesta della Gymnasium: non in campo per dignitÃ
Dopo l’accaduto, la Gymnasium di Sassari ha deciso di non scendere in campo nella partita successiva contro un’altra squadra di Sassari. Questa decisione mira a mettere in evidenza l’indifferenza del giudice sportivo di fronte a episodi come quello accaduto. Usai ha dichiarato la sua ferma volontà di protestare contro un trattamento che considera inaccettabile e dimentico della realtà che vivono i calciatori, specialmente quelli che provengono da contesti diversi.
Per il team avversario, che ha automaticamente vinto la partita per 3-0, la Gymnasium ha organizzato un pranzo per spiegare il significato di questa scelta, sottolineando che la protesta non è contro di loro, ma contro la mancanza di tutela per i giocatori in situazioni di discriminazione. Questo gesto di solidarietà ha mostrato come il calcio, in tutte le sue forme, debba promuovere valori di integrazione e rispetto reciproco.
L’appello per un cambiamento nella cultura sportiva
Nel suo messaggio sui social, Usai ha evidenziato che non possono più essere tollerati silenzi e indifferenza. L’epoca in cui tali episodi avvengono senza conseguenze deve finire. Chiedere di non tornare più in campo in caso di ulteriori insuccessi nel garantire la sicurezza e il rispetto per i giocatori mette in evidenza la necessità di un impegno collettivo nel promuovere una cultura sportiva priva di razzismo.
La Gymnasium di Sassari non intende fermarsi a questo episodio. Usai ha osservato come la squadra potrebbe considerare di ritirarsi dal campionato se la situazione non migliorasse. Quello che emerge è una richiesta di cambiamento forte e chiara: il calcio deve riflettere i valori fondamentali della società , promuovendo l’inclusione e la dignità per tutti gli sportivi, quale che sia la loro etnia o origine.
Il gesto della Gymnasium è una luce nel mondo dello sport, un monito per tutti affinché si lavori insieme, in campo e oltre, per costruire un futuro improntato al rispetto e all’integrazione.