I mercati europei aprono la settimana con segnali positivi. L’accordo per una tregua di 90 giorni sui dazi fra Stati Uniti e Cina ha dato una spinta agli investitori, riducendo le tensioni commerciali tra le due potenze. Questo clima ha influenzato favorevolmente le principali piazze finanziarie europee, con un rialzo generale dei titoli soprattutto nel settore tecnologico e finanziario. Roma si distingue grazie a risultati record di alcune grandi aziende mentre Londra, Parigi e Francoforte mostrano recuperi meno accentuati ma comunque evidenti.
Piazza affari galoppa oltre i 40 mila punti grazie ai settori automotive e finanziario
Il Ftse Mib di Milano guadagna l’1,8% salendo sopra quota 40.000 punti, il livello più alto dal 2007. A spingere il listino sono i titoli Stellantis e Mediobanca. La casa automobilistica segna un +7,18%, spinta dalla crescente domanda e dalle aspettative di margini migliori. Mediobanca, invece, sale del 6,13%, con gli acquisti che allontanano il titolo dai valori più bassi di Monte dei Paschi, che registra un modesto +0,45%. Anche Stm riscuote grande interesse con un +6%, effetto diretto della tregua commerciale che rilancia le prospettive del comparto semiconduttori. La banca Unicredit, forte anche dei conti trimestrali, cresce del 4%, consolidando un clima positivo per il settore finanziario nel suo complesso.
Le tensioni geopolitiche frenano la difesa
Nonostante il clima favorevole sulla maggior parte delle azioni, il settore della difesa soffre pressioni in negativo. Leonardo perde il 4,5%, colpita dalle speranze diffuse di una possibile tregua nella guerra in Ucraina che riduce il rischio percepito dagli investitori. Lo stesso andamento coinvolge le società di servizi pubblici, con Terna a -3% e Snam a -2,6%, penalizzate dall’allentamento dei timori sul conflitto e da una minore domanda di asset considerati rifugio. Questi cali confermano come il sentiment sugli asset legati alla sicurezza e alle infrastrutture energetiche abbia un legame diretto con l’evoluzione geopolitica.
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Anche Londra registra un +1,8% nonostante la flessione di AstraZeneca a -3%. Il settore farmaceutico paga l’annuncio dell’ex presidente Trump sul taglio dei prezzi dei medicinali negli Stati Uniti. Il titolo danese Novo Nordisk sconta questa misura con un ribasso del 4%. Parigi prosegue con un incremento moderato dell’1,34%, mentre Francoforte recupera solo lo 0,89% ma vede Prosieben volare con un +19,9% dopo l’offerta pubblica di Ppf che viene giudicata distante dal prezzo attuale. Le dinamiche mostrano come tensioni politiche e movimenti societari influenzino sensibili i valori azionari.
L’effetto tregua dazi scalpita sulle valute, titoli di stato e materie prime
La pausa sui dazi scatena l’avanzata del dollaro contro l’euro che perde l’1,5% a 1,1084, la sua peggior performance trimestrale. L’euro era stato un rifugio durante la recente crisi degli asset americani ma ora lascia spazio alla valuta americana spinta da aspettative di politica monetaria più restrittiva. I titoli di stato Usa, i Treasury, perdono valore con rendimenti in rialzo dovuti all’assenza di tagli previsti nei tassi della Fed. Anche in Germania il Bund segue la stessa tendenza, facendo restringere lo spread con il Btp italiano che resta stabile al 3,66%. Nel mercato delle materie prime cresce il prezzo del petrolio , del gas , del rame e di alcune commodity agricole. L’oro, tradizionalmente rifugio sicuro, cala mentre gli operatori preferiscono asset più rischiosi alla luce della tregua commerciale e delle aspettative future.
Il quadro di mercato resta segnato da tensioni geopolitiche ancora latenti ma trovano spazio fattori di fiducia provenienti dalle decisioni politiche e dai risultati aziendali cruciali. Gli occhi restano puntati sulle prossime mosse di Washington e Pechino per comprendere la stabilità di questa tregua commerciale che ha indubbiamente smosso i mercati globali.