Le borse asiatiche hanno chiuso in territorio positivo grazie all’intesa tra Stati Uniti e Giappone riguardo ai dazi commerciali. L’accordo ha alimentato la fiducia degli investitori, mentre l’attenzione resta puntata sulle decisioni delle principali banche centrali, in vista del prossimo meeting della Bce e delle parole della Fed. Le tensioni politiche tra Donald Trump e Jerome Powell aggiungono incertezza al contesto finanziario globale.
Performance delle borse asiatiche dopo l’accordo commerciale
La piazza finanziaria di Tokyo ha registrato un salto significativo, chiudendo con un rialzo del 3,5%. Questo dato riflette la reazione positiva degli operatori alla notizia dell’accordo tra Washington e Tokyo per ridurre o eliminare alcuni dazi, elemento che dovrebbe favorire gli scambi bilaterali e contribuire alla stabilità economica regionale.
A mercati ancora aperti, anche Hong Kong ha mostrato un incremento dell’1,2%, seguita da Seul e Mumbai . Shanghai, pur salutando la notizia con un modesto progresso dello 0,1%, e Shenzhen in lieve calo dello 0,3%, illustrano come i mercati cinesi tendano a muoversi con cautela in attesa di ulteriori segnali dalle autorità di Pechino. La situazione riflette quindi una generale propensione al rialzo, mitigata da alcuni dubbi legati a fattori interni.
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Il cambio dello yen è rimasto sostanzialmente stabile rispetto al dollaro, attestandosi intorno a quota 146,92, mentre rispetto all’euro ha oscillato sui 172,47 yen per un euro. Il mantenimento di queste quotazioni indica che, nonostante l’accordo sui dazi e la positività sui mercati azionari, sul fronte valutario non si è registrata una reazione significativa.
In effetti, la valuta giapponese continua a risentire delle decisioni della Bank of Japan, che mantiene una politica monetaria molto espansiva rispetto ad altre banche centrali, limitando così i movimenti drastici del cambio. L’equilibrio attuale riflette anche l’incertezza legata alle prossime mosse della Federal Reserve, con gli investitori che rimangono in attesa degli aggiornamenti da Washington.
Attesa per i dati macroeconomici in uscita da europa e stati uniti
Mentre l’Asia beneficia dell’accordo sui dazi, l’attenzione degli investitori si sposta verso i prossimi dati macroeconomici in arrivo. Dall’Eurozona sono attesi i dati sulla fiducia dei consumatori, indicatore chiave per valutare l’andamento della domanda interna e la percezione economica nelle principali economie europee. Questo dato potrà influenzare le scelte della Bce che si riunirà a breve.
Negli Stati Uniti invece, saranno pubblicate le vendite delle case esistenti, dati che fotografano il mercato immobiliare e il potere d’acquisto degli americani. Parallelamente, l’Eia renderà noti i numeri sulle scorte e la produzione di greggio, elementi determinanti nella formazione dei prezzi dell’energia e nella stabilità finanziaria globale. Questi fattori peseranno sulle strategie delle banche centrali e sull’andamento dei mercati nelle prossime settimane.
Clima politico e finanziario influenzato dalle tensioni tra trump e powell
Il contesto rimane caldo per le vicende politiche e finanziarie degli Stati Uniti, dove le tensioni tra l’ex presidente Donald Trump e il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, continuano a tenere banco. Le critiche di Trump alle politiche monetarie restrittive hanno alimentato incertezza tra gli investitori, che si interrogano sull’impatto delle scelte della Fed sull’economia americana.
Powell, dal canto suo, ha ribadito l’intenzione della Fed di mantenere una politica rigorosa per contenere l’inflazione, anche se questo potrebbe frenare la crescita economica nel breve termine. Questa dinamica crea un clima di attesa e cautela sui mercati, soprattutto in vista delle prossime decisioni monetarie che potrebbero segnare la direzione di economia e finanza globale per i prossimi mesi.
L’evoluzione di queste vicende resta al centro dell’attenzione di trader e operatori, pronti a reagire a ogni nuovo sviluppo politico o economico proveniente da Washington.