Bombardamento su scuola a gaza: 13 morti e 21 feriti in un attacco israeliano nel quartiere aldaraj

Bombardamento su scuola a gaza: 13 morti e 21 feriti in un attacco israeliano nel quartiere aldaraj

Un bombardamento israeliano colpisce la scuola Fahmi Aljarjaoui ad AlDaraj, Gaza, causando 13 morti e 21 feriti; intanto Jake Wood si dimette dalla Gaza Humanitarian Foundation per crisi interna e accuse di parzialità.
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Nella notte tra il 14 e 15 maggio 2025 un bombardamento israeliano ha colpito la scuola Fahmi Aljarjaoui a Gaza, causando 13 morti e 21 feriti. Intanto il direttore della Gaza Humanitarian Foundation ha rassegnato le dimissioni per difficoltà nel rispettare i principi umanitari amid tensioni politiche. - Gaeta.it

Nella notte tra il 14 e il 15 maggio 2025, un bombardamento ha colpito la scuola Fahmi Aljarjaoui nel quartiere AlDaraj a Gaza. L’attacco ha provocato la morte di 13 persone e il ferimento di altre 21 secondo la protezione civile palestinese. Nel frattempo, si registra la crisi all’interno della Gaza Humanitarian Foundation, organizzazione creata con il sostegno degli Stati Uniti per il coordinamento degli aiuti nella Striscia di Gaza. Il direttore esecutivo Jake Wood ha rassegnato le dimissioni, lamentando l’“impossibilità di procedere rispettando i principi umanitari fondamentali.”

Dettagli sull’attacco alla scuola fahmi aljarjaoui nel quartiere aldaraj

La mattina del 15 maggio 2025 la protezione civile palestinese ha reso noto un attacco aereo sferrato dall’esercito israeliano che ha colpito la scuola Fahmi Aljarjaoui nel quartiere AlDaraj, uno dei settori più popolosi e densamente abitati di Gaza. L’esplosione ha distrutto parte dell’edificio e, secondo i primi soccorsi intervenuti sul posto, ha causato almeno 13 morti, tra cui diversi bambini e insegnanti. I feriti, 21 in totale, sono stati trasportati negli ospedali locali.

Le testimonianze raccolte raccontano scene di panico e confusione dentro e intorno all’istituto scolastico. I presenti hanno riferito che l’edificio era affollato in quel momento perché ospitava attività educative e di sostegno alle famiglie sfollate. La pressione della popolazione civile è alta, con molti residenti che si rifugiano nelle strutture pubbliche in cerca di protezione. L’attacco è stato condannato dalle autorità palestinesi che denunciano un’“aggressione mirata contro civili”, un’accusa che Israele non ha ancora commentato ufficialmente.

Le strutture ospedaliere a Gaza faticano a far fronte all’emergenza, aggravata dalla scarsità di risorse e medicine. Al momento non si hanno aggiornamenti ulteriori sulla situazione dei feriti, ma fonti ospedaliere hanno confermato che alcuni sono in condizioni critiche.

Dimissioni del direttore della gaza humanitarian foundation in mezzo alle critiche e alle tensioni

Il bombardamento di Gaza arriva in un momento delicato anche per la comunità umanitaria che opera nella Striscia. Jake Wood, direttore esecutivo della Gaza Humanitarian Foundation , ha annunciato le proprie dimissioni con effetto immediato. La fondazione, sostenuta dagli Stati Uniti e con sede a Ginevra, era nata da pochi mesi con l’obiettivo di distribuire circa 300 milioni di pasti in 90 giorni per assistere la popolazione civile.

Wood ha spiegato che ha deciso di lasciare l’incarico dopo aver constatato l’“impossibilità di portare avanti il progetto rispettando i principi fondamentali che regolano il lavoro umanitario, come l’umanità, la neutralità, l’imparzialità e l’indipendenza.” L’organizzazione si trova in una posizione difficile anche per l’opposizione espressa da Onu e diverse ong. Queste ultime hanno ribadito di non collaborare con Ghf perché la accusano di agire in stretta collaborazione con Israele, compromettendo così la fiducia dei beneficiari e la trasparenza nella distribuzione degli aiuti.

La crisi di Ghf rappresenta un nuovo nodo nelle difficili condizioni di assistenza alla popolazione a Gaza. Oltre ad affrontare l’emergenza diretta dei bombardamenti, le organizzazioni umanitarie devono superare la diffidenza e le tensioni politiche che spesso rallentano o impediscono il trasferimento degli aiuti. Il ritiro di Wood firma una battuta d’arresto per la fondazione e lascia aperto il quesito su chi potrà guidare ora questa iniziativa.

Il contesto umanitario nella striscia di gaza e le implicazioni del conflitto

La Striscia di Gaza continua ad affrontare una situazione difficile sul piano umanitario. Gli attacchi militari, come quello sulla scuola Fahmi Aljarjaoui, colpiscono direttamente strutture civili fondamentali e mettono a rischio vite innocenti. Le infrastrutture ospedaliere e sociali sono sotto pressione ormai da anni, con sempre meno risorse disponibili a causa di blocchi e restrizioni.

La diatriba attorno alla Gaza Humanitarian Foundation riflette i problemi più ampi di coordinamento e fiducia nel contesto degli aiuti internazionali. Molte organizzazioni preferiscono mantenere una distanza chiara per evitare di essere percepite come schierate da una parte o dall’altra del conflitto. Le accuse rivolte a Ghf definiscono una linea precisa tra attività umanitarie e politiche militari.

La popolazione civile nel mezzo del conflitto

Ciò che resta è la popolazione civile, esposta ogni giorno ai pericoli e alle limitazioni. I dati preliminari sulle vittime dell’ultimo bombardamento sono un segno chiaro della gravità della situazione. Il territorio rimane al centro di uno scontro dove i danni umani si sommano alle difficoltà nel garantire un minimo di assistenza essenziale. Gli sviluppi futuri saranno monitorati attentamente dalle organizzazioni internazionali e dai governi coinvolti nella regione.

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