Blitz della Guardia di Finanza: sequestrati 35 chili di pesce surgelato in un ristorante venostano

Blitz della Guardia di Finanza: sequestrati 35 chili di pesce surgelato in un ristorante venostano

La Guardia di Finanza scopre un ristorante in Val Venosta che vendeva pesce surgelato come fresco, infliggendo sanzioni per violazioni sulla tracciabilità e pubblicità ingannevole.
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Blitz della Guardia di Finanza: sequestrati 35 chili di pesce surgelato in un ristorante venostano - Gaeta.it

Un intervento delle forze dell’ordine ha portato alla luce una situazione irregolare in un ristorante della Val Venosta, dove ben 35 chili di pesce surgelato venivano falsamente venduti come fresco. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza di Silandro, ha messo in evidenza non solo violazioni legate alla tracciabilità degli alimenti, ma anche problemi nella gestione del personale.

Accertamenti nel ristorante: un’operazione inattesa

L’operazione della Guardia di Finanza è iniziata con un controllo mirato per verificare la regolarità dei contratti di assunzione del personale del ristorante. Durante l’ispezione, i militari hanno scoperto un lavoratore senza contratto regolare, una situazione già di per sé preoccupante. Ma il focus della Guardia di Finanza non si è limitato solo ai problemi legati all’occupazione. L’attenzione si è spostata rapidamente sulle pietanze offerte nel menù, molte delle quali a base di pesce fresco.

Le successive indagini hanno sottolineato un raggiro ai danni dei consumatori. I controlli sulle celle frigorifere hanno portato alla luce la presenza di diversi chili di prodotti ittici surgelati, privi delle informazioni necessarie riguardo alla provenienza e alla scadenza. Questa scoperta ha messo in discussione la qualità delle informazioni offerte ai commensali, creando allerta per la salute pubblica.

Violazioni rilevate: sanzioni e provvedimenti

A seguito delle verifiche, la Guardia di Finanza ha decretato una sanzione amministrativa di massimo 4.500 euro a carico del proprietario del ristorante. Questa multa è stata inflitta per aver messo in commercio alimenti senza le opportune indicazioni riguardo alla loro origine e condizioni di conservazione. La mancanza di etichettatura non solo viola le norme igienico-sanitarie, ma è anche un inganno per i consumatori, che si aspettano il rispetto delle indicazioni sulla freschezza del cibo.

A questa sanzione principale se ne aggiunge una seconda, di 2.000 euro, relativa alla pubblicità ingannevole. Infatti, il ristorante ha omesso di specificare nei menù che il pesce servito era, in realtà, congelato e non fresco, contribuendo a creare false aspettative nei clienti. Queste irregolarità non solo mettono in discussione la fiducia dei consumatori nei confronti dell’attività, ma sollevano anche interrogativi sul rispetto delle normative vigenti in tema di vendita di prodotti alimentari.

Interventi dell’ASL: necessità di adeguamenti urgenti

Oltre alle sanzioni da parte della Guardia di Finanza, il Dipartimento di Prevenzione Igiene e Salute degli Alimenti dell’ASL di Merano ha emesso una serie di prescrizioni. Questi provvedimenti richiedono al ristoratore di mettersi immediatamente in regola con le normative vigenti. Tra le indicazioni fornite ci sono misure da adottare per garantire una corretta informazione al consumatore e il rispetto delle norme sulla tracciabilità.

I controlli si inseriscono in un contesto più ampio di monitoraggio delle attività di ristorazione. Tali operazioni sono fondamentali non solo per tutelare la salute dei consumatori, ma anche per assicurare un mercato equo tra le aziende del settore. Il rispetto delle normative è essenziale affinché i ristoranti possano operare serenamente, mantenendo elevati standard di qualità e trasparenza nei confronti dei propri clienti.

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