A Napoli, un evento di matrimonio ha sollevato un forte dibattito sulla gestione degli spazi storici e sulla protezione del patrimonio culturale. La celebre location scelta per la cerimonia, i chiostri monumentali dell’Archivio di Stato, che normalmente custodiscono secoli di istoria, è stata trasformata per un giorno in un palcoscenico per una festa da 300 invitati. Sfarzo e decorazioni hanno attirato l’attenzione, ma non sono mancati i disagi e le preoccupazioni da parte dei sindacati e delle autorità, che mettono in risalto i potenziali danni a monumenti e opere d’arte.
Un evento di grande portata in uno spazio delicato
Il 7 dicembre, tra la Sala Catasti e la Sala Filangieri, si è celebrato un matrimonio che ha visto la partecipazione di numerosi ospiti. Sebbene questo possa sembrare un evento normale per molti, la scelta dei chiostri monumentali come sede ha suscitato polemiche. I sindacati CGIL FP, CISL FP, CONFSAL UNSA e UILPA hanno espresso forte preoccupazione riguardo alla sicurezza degli spazi e al rischio di danni al patrimonio artistico. “Gli ospiti si sono ammassati nei due bracci del chiostro, creando non solo disagio, ma anche un potenziale rischio per il ciclo pittorico cinquecentesco presente nell’area”, hanno riportato in un comunicato ufficiale.
In tal contesto, il chiostro del Platano, che avrebbe dovuto essere protetto e mantenuto inognito per le sue valenze storiche, è diventato un luogo di passaggio per suoni e luci di festa, trasformando una zona di riflessione e raccoglimento in un’area festosa, generando così segnali di allerta tra coloro che vigilano sulla conservazione dei beni culturali.
Leggi anche:
Preoccupazioni per la sicurezza e il rispetto delle norme
Quello che è accaduto il giorno dell’evento va oltre l’affollamento. L’uso di fumi artificiali per creare atmosfere suggestive, unitamente al fumo generato dai sigari e fuochi d’artificio accesi durante il dolce momento della torta, ha alimentato ulteriori timori per la sicurezza del patrimonio. I sindacati hanno denunciato che i rilevatori di fumo sono scattati ripetutamente, obbligando il personale tecnico a interventi costanti. Una situazione che ha minato ulteriormente le delicatezze degli interni storici.
In aggiunta, è emerso con forte evidenza che la gestione dell’evento è stata caratterizzata da una carenza di informazioni e dalla mancata partecipazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione. Le mancanze sono state evidenti anche nel superamento del numero di dipendenti disponibili per affrontare un evento di tale portata. “Ci siamo trovati a fronteggiare una situazione critica, avvisando gli organizzatori e gli ospiti riguardo al rispetto delle norme”, hanno chiarito i dipendenti dell’archivio preoccupati dalla situazione.
Il dibattito sull’uso dei luoghi storici
L’incidente ha riacceso il dibattito circa l’uso degli spazi storici per eventi privati e la loro conservazione. Le voci critiche non mancano, a partire dai rappresentanti politici che chiedono chiarimenti sulla possibilità di continuare a utilizzare location storiche per fattispecie che mettono a rischio i loro beni. Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, ha esortato la direzione dell’Archivio di Stato a chiarire se l’evento avesse ottenuto i permessi necessari e se fosse opportuno continuare a consentire eventi futuri che possano danneggiare il patrimonio artistico.
Secondo Borrelli, “Certe manifestazioni eccessive e fuori contesto possono effettivamente minacciare il patrimonio e stiamo assistendo ad un paradosso poiché spesso la Soprintendenza è intransigente riguardo alle questioni relative al senso civico, mentre per eventi simili mostra una certa lassità.” Così sollecitando un riesame delle politiche riguardo l’uso di spazi storici, si pone l’accento sull’importanza di un bilanciamento tra la vivacità culturale contemporanea e la tutela della storia.
In questo scenario emergono domande pressanti sulla responsabilità non solo degli organizzatori ma anche di chi si occupa della conservazione. La situazione rimane sotto osservazione, con la consapevolezza che la tutela del patrimonio culturale è una questione fondamentale per la comunità, per un futuro che non dimentichi le sue radici.