Banchetto di fratelli d’italia a torino nel 2021 preso di mira da militanti anarchici: legami con indagine su avanguardia torino

Banchetto di fratelli d’italia a torino nel 2021 preso di mira da militanti anarchici: legami con indagine su avanguardia torino

L’inchiesta su Avanguardia Torino riapre il caso dello scontro violento del 2021 in via Garibaldi tra militanti di Fratelli d’Italia e anarchici, coinvolgendo Carlo Vignale e legami con la giunta Cirio in Piemonte.
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L'articolo ricostruisce lo scontro violento del 2021 a Torino tra militanti di estrema destra e anarchici, collegato all’inchiesta su Avanguardia Torino e ai legami con ambienti politici regionali. - Gaeta.it

Un episodio avvenuto nel centro di torino nel 2021 torna ora alla luce in seguito all’inchiesta su avanguardia torino. Il confronto violento tra militanti di estrema destra e anarchici davanti a un banchetto di fratelli d’italia fornisce elementi sui legami tra ambienti politici giovanili e apparati istituzionali. Le ultime indagini svolte dai carabinieri del ROS hanno messo sotto accusa il movimento, coinvolgendo figure con connessioni familiari rilevanti nella politica regionale piemontese. I fatti e le condanne giudiziarie rilanciano così un dibattito importante nel contesto torinese e nazionale.

Lo scontro del 13 febbraio 2021 a torino: cosa è successo in via garibaldi

Il 13 febbraio 2021, in via garibaldi, cuore pulsante di torino, un banchetto di fratelli d’italia allestito per iniziative di propaganda politica venne preso di mira da un gruppo di militanti anarchici. Questi ultimi si avvicinarono al gazebo afferrando alcune bandiere del partito e fuggendo con queste. I due attivisti presenti, entrambi allora iscritti al partito di estrema destra – tra cui carlo vignale, figlio di gian luca vignale, assessore regionale al patrimonio della giunta cirio – inseguirono i contestatori per decine di metri nel centro cittadino.

Il parapiglia e gli infortuni

Durante l’inseguimento, nato nel tentativo di recuperare le bandiere, scoppiò un parapiglia violento. I due militanti di fratelli d’italia furono colpiti da uno o più anarchici con un lucchetto a U usato come corpo contundente, riportando ferite alla testa. L’episodio provocò così un intervento giudiziario che si è sviluppato nei mesi successivi, con i due attivisti qualificati come “persone offese” nel processo. Quell’evento, ritenuto in origine marginale, ha ora assunto rilievo a seguito delle recente inchiesta sul movimento avanguardia torino.

Il processo e la sentenza: dettagli sulle condanne e motivazioni

Il procedimento giudiziario per i fatti del 2021 si è concluso il 28 marzo 2024 presso il tribunale di torino con la condanna dei due imputati anarchici a otto e dodici mesi di reclusione, condizionalmente sospesi. Gli imputati erano assistiti dall’avvocato claudio novaro, noto nel campo libertario. Durante il processo, i giudici hanno deciso di derubricare l’accusa da rapina a tentata rapina, poiché l’azione violenta pur essa riconosciuta non voleva portare alla definitiva sottrazione delle bandiere, che in effetti furono subito recuperate dai militanti.

Una altra attenuante è stata concessa per il danno patrimoniale definito di lieve entità: il valore economico delle bandiere era molto basso e i beni furono restituiti in tempi brevi. La sentenza ha chiarito quindi sia l’aspetto della violenza fisica usata durante la protesta, sia il carattere limitato del danno materiale patito da fratelli d’italia. Questo episodio giudiziario, pur poco noto fuori dal circuito locale, ha acquisito nuova rilevanza per via dell’approfondimento sulle attività di avanguardia torino.

La decisione dei giudici

Il tribunale ha sottolineato come l’azione non fosse finalizzata alla sottrazione definitiva delle bandiere, contribuendo a modulare la valutazione del fatto criminoso.

Avanguardia torino sotto inchiesta: contesti, accuse e sede sequestrata

Il 7 luglio 2025, l’attenzione delle autorità si è concentrata sulla sede di avanguardia torino, chiamata edoras e ubicata in via tibone 2, che è stata posta sotto sequestro dai carabinieri del ROS. Il movimento, che si definisce patriottico, identitario e militante, è accusato di propaganda e istigazione all’odio razziale, nonché di violazione della legge Scelba, che vieta manifestazioni fasciste.

Le indagini hanno evidenziato l’organizzazione di eventi e concerti frequentati da esponenti dell’estrema destra europea, durante i quali sono stati documentati saluti romani, simboli neonazisti e discorsi inneggianti alla violenza contro migranti, ebrei e avversari politici. Questi elementi collegano consapevolmente la realtà di avanguardia torino a ideologie proibite dalla legge e mostrano quanto il gruppo abbia cercato di diffondere messaggi estremisti nella città.

Ruolo di carlo vignale e le implicazioni politiche della vicenda

Tra gli indagati figura carlo vignale, figlio dell’assessore regionale al patrimonio gian luca vignale, figura nota della giunta piemontese guidata da alberto cirio. Carlo vignale compare tra gli attivisti coinvolti negli episodi del 2021 e risulta collegato a avanguardia torino secondo gli atti dell’inchiesta. Non sono stati al momento formulati capi d’accusa specifici, ma il suo nome ha riacceso i riflettori sulla relazione fra movimenti di estrema destra e ambienti politici istituzionali.

Lui stesso ha difeso pubblicamente la sua partecipazione alle attività culturali del gruppo, definendo ingiuste le accuse rivolte all’organizzazione. La famiglia vignale ha mantenuto un profilo prudente, evitando dichiarazioni. La vicenda rischia di influire sugli equilibri politici locali, visto il legame diretto con la giunta cirio in regione piemonte.

Commenti pubblici

“La mia partecipazione è sempre stata culturale e legale, non condivido affatto le accuse,” ha dichiarato carlo vignale in una recente intervista.

Lo scontro di piazza tra estremismi e i riflessi sulla scena torinese

Quel pomeriggio del 2021 in via garibaldi, con la lite tra militanti di estrema destra e antagonisti anarchici, non è stato un episodio isolato o casuale. Questa contesa rappresenta un’espressione fisica di tensioni che, da allora, le inchieste hanno cercato di far emergere nella loro interezza. La presenza di simboli, metodi di protesta, e la partecipazione di giovani attivisti rivelano dinamiche più vaste e complesse dentro la città.

Torino si conferma così terreno di scontro fra correnti politiche radicate, alcune delle quali percorse da ideologie estreme. Questi eventi si inseriscono in un quadro di conflitti replicati in varie città italiane, con conseguenze sull’ordine pubblico e sul dibattito democratico. Le indagini in corso rappresentano un momento di chiarificazione che potrà mettere a fuoco aspetti finora rimasti nell’ombra, anche sul versante politico e sociale.

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