La manovra di bilancio statunitense, ribattezzata Big Beautiful Bill, sta plasmando il futuro delle energie rinnovabili nel paese e oltre oceano. Dopo l’approvazione da parte del Senato americano, il settore dell’eolico e del solare ha visto movimenti importanti nei mercati finanziari, con titoli europei come vestas e nordex che hanno mostrato aumenti significativi. Ma che cosa contiene davvero questa legge, e come cambierà le strategie delle imprese del comparto nelle prossime stagioni?
La reazione dei mercati alle novità legislative statunitensi
Subito dopo l’ok del Senato, le azioni di vestas, azienda danese leader nella produzione di turbine eoliche, hanno registrato un balzo del 9%. Anche nordex, concorrente tedesco, ha fatto segnare un aumento dell’1,3%. Questi movimenti riflettono direttamente l’impatto che le nuove regole americane avranno sulle imprese europee, legate al mercato americano per gran parte del loro fatturato. Per vestas, infatti, il Nordamerica ha rappresentato quasi il 40% delle vendite nel 2024. Ovviamente, non sono solo queste due aziende a muoversi: orsted, operatore danese specializzato in impianti offshore, ha guadagnato il 3,6%, mentre la portoghese edp renovaveis ha sfiorato l’1,8%. La reazione positiva sui titoli sottolinea una percezione di maggiore stabilità sui progetti avviati, così come una riduzione dei rischi nel breve periodo.
Commento di rwe sul quadro normativo
Un altro protagonista del settore, la utility tedesca rwe, ha commentato che la legislazione «non influenzerà i lavori già in corso ma garantisce un quadro più sicuro per gli investimenti futuri». Le azioni di rwe hanno avuto un piccolo incremento dello 0,2%, mentre sma solar, produttore di inverter per impianti fotovoltaici, si è portato a livelli che non si vedevano da marzo, con un +10%. Questi dati mostrano come il quadro normativo influisca in modo diretto sui valori azionari e, di riflesso, sulle scelte degli investitori.
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Il big beautiful bill e le nuove regole sui crediti d’imposta
Il disegno di legge, proposto da trump e approvato dal Senato il 1° luglio 2025, modifica pesantemente il quadro dei crediti d’imposta per le energie rinnovabili. La versione finale introduce un criterio temporale legato all’avvio effettivo dei progetti invece che alla loro messa in funzione. Ciò significa che i progetti di energia solare ed eolica cominciati prima del 2026 potranno ancora usufruire dei benefici fiscali, mentre quelli pianificati ma non avviati rischiano di perdere incentivi. Questa distinzione ha evitato alcune delle limitazioni più rigide contenute nelle bozze precedenti e nella visione dei repubblicani della camera, che puntavano a restringere ulteriormente il sostegno alle rinnovabili.
Nonostante alcune restrizioni, la legge riconosce la necessità di dare sicurezza agli investimenti già in corso. Così, si cerca di bilanciare la volontà di ridurre la dipendenza da determinate tecnologie con la necessità di mantenere stabile il comparto delle energie pulite durante la fase di transizione energetica americana. I tempi di approvazione della legge restano serrati: la camera deve esprimersi entro il 4 luglio, termine indicato dal presidente trump per completare l’iter.
Le limitazioni sui materiali e i fornitori cinesi nel settore energetico
Uno degli aspetti più stringenti del Big Beautiful Bill riguarda le restrizioni sull’uso di materiali e componentistica provenienti dalla Cina. Le aziende impegnate in progetti di energia pulita, solare, eolica, geotermica, nucleare e altri ambiti collegati devono evitare legami contrattuali o finanziari con enti cinesi, pena la perdita dei crediti d’imposta. Questa regola si abbatte soprattutto sui produttori di batterie e impianti industriali: un esempio concreto riguarda una fabbrica che avvierà la produzione nel 2026, la quale dovrà garantire che almeno il 60% dei materiali non abbia alcun legame con la Cina. La soglia sarà aumentata ulteriormente fino all’85% entro il 2030.
L’impatto sulle catene di fornitura globali
Queste limitazioni mettono una pressione notevole sulle catene di fornitura globali. Le aziende dovranno individuare nuovi fornitori o modificare processi produttivi per rispettare le nuove norme. E lo stesso vale per i progetti di energia elettrica pulita, che devono conformarsi a standard simili in tempi prestabiliti. Il Big Beautiful Bill, dunque, non si limita a definire incentivi, ma impone anche regole tecnico-commerciali stringenti, che avranno un impatto visibile sulle strategie industriali e sulle partnership internazionali.
Il disegno di legge si inserisce in un quadro politico più ampio, che vede gli Stati Uniti puntare a riorganizzare l’industria delle rinnovabili e ridurre la dipendenza da paesi considerati critici. Tra le altre novità connesse, si segnala la recente revoca della Roadless Rule, una norma che tutelava porzioni di foreste nazionali, il che testimonia una politica energetica e ambientale in piena evoluzione.