La situazione dei condomini a Milano sta attraversando un periodo di crescente tensione, soprattutto a causa di problematiche legate agli appalti del superbonus. I numerosi contenziosi che ne derivano rivelano non solo un incremento del malcontento fra i residenti, ma anche la difficoltà di una coabitazione serena tra persone con culture e visioni di vita molto diverse. Questo clima di conflitto si manifesta frequentemente in pratiche di stalking condominiale, un fenomeno sempre più preoccupante che si sta facendo strada nei palazzi della città .
La complicata realtà degli appalti condominiali
Nel contesto del superbonus, sono emerse numerose criticità legate agli appalti eseguiti in diversi condomini. Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano, ha evidenziato come queste situazioni abbiano portato a un vero e proprio aumento del contenzioso. La maggior parte di queste dispute non solo è legata a questioni giuridiche, ma anche a fattori di tipo sociale che complicano ulteriormente la situazione. Le coabitazioni fra persone di culture e background differenti possono generare incomprensioni, creando un terreno fertile per conflitti e scontri.
La difficoltà nel raggiungere accordi, unita all’intensificarsi delle liti legate agli appalti, ha fatto sì che i tribunali si trovassero a fronteggiare un numero crescente di casi. La necessità di soluzioni non solo giuridiche, ma anche conciliative emerge come una priorità . Secondo Roia, è essenziale che vengano messi a disposizione strumenti nuovi per evitare un’ulteriore escalation di tensioni all’interno dei condomini.
Il fenomeno dello stalking condominiale
Un aspetto particolarmente preoccupante è rappresentato dal cosiddetto “stalking condominiale“. Questo termine fa riferimento a comportamenti molesti e ripetuti messi in atto da uno o più condomini nei confronti degli altri. Con il termine stalking, si fa riferimento a una serie di atti intrusivi che possono variare da molestie verbali a forme più gravi di harassment. Questo fenomeno ha mostrato segni di crescita esponenziale, mettendo sotto ulteriore stress le già fragili dinamiche condominiali.
La convivenza forzata di individui con diverse visioni di vita e abitudini non sempre compatibili può contribuire ad alimentare tensioni. Le liti che ne derivano non si limitano mai a semplici fraintendimenti, ma possono sfociare in dispute che coinvolgono interi gruppi di persone, con conseguenze negative sul clima di vita quotidiana. È essenziale, perciò, trovare modalità di mediazione che possano mettere fine a questo ciclo di conflitti e studiando anche nuove proposte per affrontare il problema.
La necessità di collaborare con gli amministratori di condominio
Nel complesso scenario dei conflitti condominiali, il ruolo degli amministratori si rivela cruciale. Roia ha sottolineato l’importanza di una collaborazione tra tribunale e amministratori per gestire al meglio le controversie. Spesso, infatti, le amministrazioni condominiali sono chiamate a intervenire nelle fasi iniziali dei conflitti, cercando di trovare una soluzione pacifica. Nella maggior parte dei casi, il mancato raggiungimento di un accordo porta a escalation di contenziosi che finiscono nei tribunali.
Tuttavia, il presidente del tribunale ha anche espresso preoccupazione per la scarsa vocazione degli amministratori. Attualmente, non esiste ancora un albo professionale per questa figura, il che solleva interrogativi sulla loro preparazione e sul supporto che possono offrire. È fondamentale che si elaborino protocolli di collaborazione con le associazioni di categoria per garantire una maggiore disponibilità e competenza tra gli amministratori di condominio, mirando a creare un vero e proprio supporto giuridico e gestionale per i residenti.
La situazione in atto indica chiaramente che è necessaria una strategia sì giuridica, ma anche sociale e culturale per migliorare la qualità della vita nei condomini milanesi.