Aumento delle dimissioni delle donne in maternità in Trentino: dati preoccupanti dal 2016 al 2023

Aumento delle dimissioni delle donne in maternità in Trentino: dati preoccupanti dal 2016 al 2023

L’analisi del mercato del lavoro in Trentino rivela un preoccupante aumento delle dimissioni tra le donne in maternità, evidenziando difficoltà nella conciliazione tra lavoro e responsabilità familiari.
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Aumento delle dimissioni delle donne in maternità in Trentino: dati preoccupanti dal 2016 al 2023 - Gaeta.it

L’analisi della situazione lavorativa delle donne in maternità in Trentino evidenzia un trend in crescita preoccupante. I dati mostrano un incremento costante delle dimissioni tra le lavoratrici dipendenti, sollevando interrogativi sulle condizioni del mercato del lavoro e sulle scelte familiari. L’agenzia del lavoro del Trentino ha recentemente presentato un’indagine che conferma la situazione difficile, coinvolgendo un campione significativo di donne che hanno lasciato il lavoro durante la fase della maternità. Questo tema si rivela cruciale per comprendere le sfide che affrontano le lavoratrici e le dinamiche di un sistema che sembra non supportarle a sufficienza.

Trend in aumento delle dimissioni femminili negli ultimi anni

Nel periodo compreso tra il 2016 e il 2021, il numero delle donne che hanno deciso di lasciare il lavoro durante la maternità in Trentino è aumentato in modo significativo. I dati parlano chiaro: nel 2016 sono state 304, passando a 370 nel 2017, 441 nel 2018 e raggiungendo un picco di 504 nel 2021. I dati raccolti indicano che questo fenomeno non mostra segnali di arresto, continuando a crescere anche nel 2022 e 2023. Isabella Speziali, direttrice dell’Ufficio dati dell’Agenzia del lavoro, ha spiegato che questa tendenza rappresenta una vera e propria emergenza sociale.

Un aspetto sorprendente emerso dall’indagine condotta nel 2021, che ha coinvolto 322 donne, è che solo il 3% ha attribuito le proprie dimissioni a “libera scelta“. Questo dato mette in luce una nuova consapevolezza, in cui le motivazioni legate al lavoro e alla difficoltà di gestire la maternità occupano una posizione preponderante. Il 68% delle intervistate ha rilevato che le dimissioni sono state motivate da ragioni pratiche e logistiche, come la particolare gestione degli orari lavorativi. Le difficoltà incontrate nel conciliare il lavoro con gli impegni familiari alimentano una situazione di insoddisfazione che porta molte di loro a scegliere di lasciare il posto.

Richieste di part-time e flessibilità oraria: risposte inadeguate

La mancanza di opzioni lavorative flessibili si conferma un problema rilevante per le donne in maternità. Dall’indagine, emerge che 125 donne hanno chiesto al loro datore di lavoro un passaggio al lavoro part-time, ma in sei casi su dieci sono state rifiutate. Solo nel 20% dei casi è stata concessa l’opzione, ma con condizioni spesso sfavorevoli. Allo stesso modo, le richieste di maggiore flessibilità oraria sono state inoltrate da 131 donne, ma nel 71% delle situazioni si è dovuta arrendere di fronte a un rifiuto da parte del datore di lavoro.

Queste dinamiche di lavoro poco favorevoli evidenziano una seria lacuna nelle politiche di sostegno per le madri. Non poter contare su un orario di lavoro compatibile con le esigenze familiari spinge molte lavoratrici a considerare le dimissioni come l’unica via percorribile. La disparità tra le aspettative e la realtà lavorativa è palpabile, creando frustrazione e insoddisfazione tra le donne che desiderano continuare a lavorare pur avendo delle * responsabilità familiari*.

Profili delle dimissionarie: un quadro preoccupante

Analizzando i profili delle donne che lasciano il lavoro durante la maternità, i dati rivelano che la maggioranza, ovvero l’85,1%, ha un contratto a tempo indeterminato. Quasi la metà di loro, il 47,8%, lavorava per un’azienda da oltre cinque anni. È importante notare che nel 61,8% dei casi, il lavoro abbandonato era a tempo pieno. Questa informazione solleva segnali d’allarme sulle possibili conseguenze a lungo termine per il mercato del lavoro trentino. La perdita di lavoratrici qualificate e con esperienza rappresenta un danno sia per le aziende che per il tessuto economico locale.

Le statistiche dimostrano anche che, a settembre 2022, solo il 53,7% delle donne dimissionarie era riuscito a trovare un nuovo impiego. Tra le non occupate emerse dall’analisi, il 25,2% era attivamente alla ricerca di lavoro, mentre il 20% sembrava aver lasciato permanentemente il mercato del lavoro. Tra quelle che sono rientrate nel mondo del lavoro, solo il 56,1% ha mantenuto un contratto stabile, mentre il 56,4% ha subito una transizione dal lavoro a tempo pieno a part-time. Questi dati evidenziano un deterioramento delle condizioni lavorative, ponendo interrogativi sulle prospettive future per le donne e la loro partecipazione al mercato del lavoro.

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