Negli ultimi anni, i Centri antiviolenza di Napoli hanno visto un incremento significativo nel numero di donne che si sono rivolte a loro per ricevere supporto. I dati raccolti dall’amministrazione comunale evidenziano una crescente consapevolezza e un cambio culturale verso la denuncia delle violenze, anche se molti casi rimangono non segnalati. Focalizzarsi su queste informazioni è cruciale per comprendere la situazione attuale delle donne in difficoltà e l’importanza dei servizi offerti.
L’aumento delle richieste di aiuto nei centri antiviolenza
Dal 2022 al 2024, il numero di donne che si sono rivolte ai CAV di Napoli è aumentato passando da 460 a 495. Questo dato sottolinea un cambiamento significativo nel modo in cui le donne percepiscono il supporto disponibile. Nel totale delle richieste di aiuto, il 51 per cento delle donne non ha sporto denuncia, ma ha comunque scelto di contattare i CAV. Questo aspetto è particolarmente interessante, poiché evidenzia una barriera culturale e sociale alla denuncia formale, mentre mostra la volontà di cercare assistenza e aiuto.
Analizzando i dati del 2024, emerge che gli accessi spontanei ai CAV costituiscono il 47 per cento del totale, suggerendo che le donne stanno sempre più riconoscendo l’importanza di rivolgersi a questi servizi. In un contesto dove la violenza di genere continua a essere un problema strutturale, tali statistiche sono un segnale positivo, ma al contempo indicano la necessità di continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica.
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Origine e profilo delle donne che chiedono aiuto
Esaminando la provenienza delle donne che si sono rivolte ai CAV, la III e la IX Municipalità di Napoli si rivelano le aree con il maggior numero di utenti, seguite dalla II Municipalità, VIII, X e V. Queste informazioni possono fornire spunti utili per l’allocazione delle risorse e per migliorare l’accessibilità dei servizi in diverse zone della città.
In relazione al profilo demografico, l’87 per cento delle donne che hanno chiesto aiuto nel 2024 sono italiane, con una prevalenza di età compresa tra i 40 e i 49 anni. Un dato significativo è che il 41 per cento di queste donne possiede un titolo di studio di scuola media superiore, mentre 247 casi riguardano donne al momento disoccupate, evidenziando una condizione di dipendenza economica dal partner.
La tipologia di violenza e il profilo degli aggressori
I dati sul tipo di maltrattamenti subiti rivelano che nel 92 per cento dei casi si tratta di violenza psicologica, seguita da violenza fisica nel 71 per cento dei casi, stalking nel 32 per cento e violenze sessuali nel 22 per cento. Questo ritratto della violenza di genere mette in luce la complessità del fenomeno, dove le violenze non si limitano solo agli abusi fisici, ma comprendono una gamma di comportamenti lesivi che incidono profondamente sulla vita delle donne.
Per quanto riguarda gli aggressori, la maggior parte delle violenze è perpetrata dal coniuge , seguito dagli ex partner. Gli aggressori sono prevalentemente uomini di età compresa tra i 40 e i 59 anni e, in un significativo 63 per cento dei casi, presentano un titolo di studio, suggerendo che la violenza di genere può manifestarsi in contesti socialmente e culturalmente eterogenei.
L’analisi dei dati dei CAV a Napoli del 2024 mette in evidenza non solo l’importanza di questi centri come punti di riferimento per le donne, ma anche le sfide che rimangono per affrontare e combattere la violenza di genere nella società contemporanea.