Le quotazioni mondiali di alcuni prodotti alimentari principali hanno subito variazioni importanti nell’aprile 2025. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ha diffuso i dati aggiornati sui prezzi internazionali delle materie prime alimentari. Tra i prodotti monitorati, cereali, carne e latticini hanno mostrato un aumento dei prezzi, mentre lo zucchero ha registrato un calo significativo. Vediamo nel dettaglio le cifre e le ragioni dietro questi movimenti, oltre alle previsioni sulla produzione di grano per i prossimi anni.
L’indice dei prezzi alimentari della fao rileva aumento generale a aprile 2025
Secondo la Fao, l’indice mensile che misura le variazioni del costo dei beni alimentari a livello mondiale ha raggiunto una media di 128,3 punti ad aprile. Questo valore indica una crescita dell’1% rispetto al mese di marzo e un incremento più marcato se si confronta con lo stesso periodo dell’anno scorso. La spinta principale è arrivata dal rialzo in particolare dei cereali, della carne e dei latticini, mentre altri prodotti hanno avuto andamenti differenti.
L’indice si basa sul monitoraggio internazionale di prezzi al dettaglio di prodotti alimentari fondamentali scambiati sui mercati globali. L’aumento sottolineato dalla Fao riflette un periodo caratterizzato da tensioni sulle forniture di alcuni beni e da cambiamenti nelle dinamiche della domanda.
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Prezzi dei cereali: il grano guida la tendenza al rialzo nel mercato globale
Fra i cereali, l’indice dei prezzi ha fatto registrare un aumento dell’1,2% rispetto a marzo. Questa crescita interessa principalmente il grano, il cui prezzo globale ha subito una spinta data dalla riduzione delle esportazioni dalla Federazione Russa, uno dei maggiori fornitori mondiali. Lo scenario ha portato a una limitazione delle quantità disponibili sui mercati internazionali, influenzando quindi il valore a livello globale.
Contributi di riso e mais ai prezzi
Anche il riso e il mais hanno contribuito all’andamento in rialzo. Tuttavia, è proprio il grano che mostra movimenti più netti nelle quotazioni, riflettendo i cambiamenti nelle condizioni produttive e nelle politiche di esportazione dei paesi coinvolti. Lo stallo nelle forniture russe pesa sulle oscillazioni dei prezzi.
Carne e latticini crescono, zucchero e oli vegetali calano
Ad aprile, l’indice dei prezzi della carne ha segnato un aumento del 3,2% rispetto al mese precedente. Questa crescita interessa tutte le tipologie di carne analizzate, con un’accelerazione particolarmente marcata per la carne suina. Le quotazioni crescenti possono essere legate a una serie di fattori, tra cui costi di produzione, condizioni climatiche e dinamiche della domanda internazionale.
Anche i prodotti lattiero-caseari hanno visto un aumento significativo delle quotazioni, con un balzo del 2,4% su base mensile. Il prezzo dei latticini è risultato superiore del 22,9% rispetto all’aprile dello scorso anno, segnalando un rincaro consistente, probabilmente influenzato da minori disponibilità di materie prime o da una più alta domanda in alcune aree del mondo.
In controtendenza invece si confermano i prezzi degli oli vegetali e dello zucchero. I primi hanno registrato un calo del 2,3% su marzo, pur restando oltre il 20% più alti rispetto allo stesso mese del 2024. Lo zucchero ha ridotto i prezzi del 3,5% ad aprile, interrompendo la fase di crescita registrata in altri mesi precedenti.
Previsioni sulla produzione mondiale di grano nel 2025 e fattori climatici in gioco
Nell’ambito del monitoraggio, la Fao ha pubblicato anche l’ultimo rapporto sulle prospettive dell’offerta e della domanda di cereali. La produzione globale di grano prevista per il 2025 è stimata a circa 795 milioni di tonnellate, stabile rispetto ai livelli del 2024. Le aspettative delineano un quadro diviso tra aree con produzioni record e altre segnate da difficoltà.
Focus sulle regioni produttive
In Asia la produzione dovrebbe raggiungere livelli senza precedenti, guidata soprattutto da India e Pakistan. Nelle regioni dell’Europa meridionale e nel Nord Africa si prevedono condizioni migliorate, assieme a una produzione invariata in Canada e in Russia. Al contrario permangono preoccupazioni per l’Europa settentrionale, il Vicino Oriente e gli Stati Uniti, dove siccità e mancanza di precipitazioni potrebbero ridurre i raccolti.
Le condizioni climatiche degli ultimi mesi hanno avuto dunque un impatto molto differenziato sui territori produttori. Il rapporto della Fao mette in luce come questi fattori incidano sulle quantità exportabili, influenzando direttamente i prezzi osservati sui mercati mondiali.