L’omicidio di due diplomatici israeliani avvenuto a Washington ha scosso l’opinione pubblica e le autorità federali. L’Fbi considera l’episodio come un attacco mirato di natura antisemita, definendolo un assalto ai valori fondamentali della società americana. Intanto un uomo di Chicago è stato arrestato e il dibattito politico si infiamma a più livelli.
Il delitto e le indagini dell’fbI
L’8 febbraio 2025 due dipendenti dell’ambasciata israeliana sono stati uccisi davanti al Jewish Museum di Washington. Il caso è stato subito definito dall’Fbi come un atto di terrorismo e di antisemitismo. Il direttore Kash Patel ha pubblicato un messaggio su X, piattaforma social subito dopo i fatti, dove ha parlato di “violenza antisemita mirata” e “attacco ai nostri valori”.
Il sospettato, Elias Rodriguez, 30 anni, è stato fermato. Viene da Chicago e la notte precedente al delitto ha scritto un post titolato “escalation per Gaza, portiamo la guerra a casa”. Su questo messaggio il New York Times ha riportato una sorta di manifesto in cui Rodriguez giustifica l’azione armata in risposta a quanto accade nella Striscia di Gaza. Nel testo egli critica duramente Israele per le “atrocità contro i palestinesi” e afferma che l’uso della forza non coincide necessariamente con una dichiarazione militare.
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Le dichiarazioni di Dan Bongino
Il vice capo dell’Fbi, Dan Bongino, ha annunciato che si stanno esaminando diversi testi attribuiti al sospetto e che presto si avranno più dettagli sull’autenticità di questi documenti.
Il profilo del sospetto: chi è elias rodriguez
Elias Rodriguez è nato e cresciuto a Chicago. Era coinvolto nel movimento a favore dei palestinesi. Dal giugno 2024 lavorava per l’American Osteopathic Information Association, un’associazione di medici osteopati. Prima di questa esperienza aveva studiato inglese all’università dell’Illinois, dove si è laureato. Nel mondo del lavoro ha lavorato anche come ricercatore e produttore per un sito specializzato in storia afroamericana.
Nel corso del 2023 Rodriguez si era fatto notare per la sua partecipazione a proteste pro-palestinesi. Aveva condiviso su X un video di una manifestazione a sostegno della Palestina oltre ad essere stato fotografato a una protesta contro la costruzione di un secondo quartier generale di Amazon a Chicago, organizzata davanti alla residenza dell’allora sindaco democratico Rahm Emanuel.
La reazione politica internazionale e la telefonata netanyahu-trump
Dopo i fatti di Washington, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Secondo quanto comunicato dal suo ufficio su X, Trump ha espresso “profondo dolore” per la morte dei due diplomatici. Netanyahu ha ringraziato il presidente per l’impegno contro l’antisemitismo negli Usa. Trump ha ribadito il sostegno agli obiettivi israeleini nella Striscia di Gaza e insieme a Netanyahu hanno sottolineato la necessità di impedire che l’Iran possa ottenere armi nucleari.
Le critiche di netanyahu ai leader occidentali
Il primo ministro israeliano ha poi criticato duramente i leader di Francia, Canada e Regno Unito in un video diffuso dallo stesso ufficio. Ha affermato che sono “dalla parte sbagliata della storia”, riferendosi alla loro posizione sul conflitto israelo-palestinese. Nel proprio discorso ha ricordato l’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele ad opera di Hamas. Netanyahu ha sostenuto che Hamas non cerca lo Stato palestinese ma vuole distruggere Israele. Ha attaccato i governanti occidentali che, a suo dire, vorrebbero premiare “assassini” con la creazione di uno Stato palestinese.
Senza nominarli direttamente, Netanyahu ha lanciato un appello critico verso il presidente francese Macron, il primo ministro canadese Trudeau e quello britannico Starmer. Ha detto che sostenere chi commette violenze contro civili è “dalla parte sbagliata della giustizia, dell’umanità e della storia”, in una posizione che segna nettamente la linea politica del governo israeliano dopo l’attentato a Washington.