Attacchi jihadisti in nigeria settentrionale provocano 28 morti tra malam fatori e kwallajiya

Attacchi jihadisti in nigeria settentrionale provocano 28 morti tra malam fatori e kwallajiya

Due attacchi jihadisti nel nord della Nigeria causano 28 morti, distruzione di infrastrutture e gravi danni umanitari, mentre esercito e milizie cercano di contenere la crisi nella regione del Lago Ciad.
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Due attacchi jihadisti nel nord della Nigeria hanno causato almeno 28 morti, colpendo un campo profughi a Malam Fatori e un villaggio nello stato di Sokoto, aggravando la già grave crisi umanitaria e di sicurezza nella regione. - Gaeta.it

Due attacchi indipendenti hanno colpito due regioni del nord della Nigeria provocando la morte di almeno 28 persone. I raid sono stati eseguiti da gruppi jihadisti in zone distanti, scatenando paura tra le popolazioni locali. L’area, già segnata da lunghi conflitti, continua a essere teatro di violenze che colpiscono civili e infrastrutture.
Ecco cosa è successo nei dettagli, secondo le fonti militari e i testimoni sul posto.

L’assalto a malam fatori e l’attacco al campo profughi al confine con il niger

La mattina del 28 aprile 2025, militanti dello Stato Islamico nella Provincia dell’Africa Occidentale hanno preso d’assalto la città di malam fatori, situata al confine con il Niger. I jihadisti sono arrivati a bordo di pick-up armati di mitragliatrici alle prime ore del giorno, intorno alle 3:20. Il loro bersaglio principale è stato un campo profughi che ospita migliaia di sfollati, vittime dei continui combattimenti con le milizie armate.
Durante l’attacco, circa undici persone hanno perso la vita a causa dei colpi sparati indiscriminatamente contro i rifugiati. Secondo un portavoce della coalizione militare multinazionale, successivamente le truppe sono riuscite a riprendere il controllo dell’area.

Racconti dalla milizia anti-jihadista

Un membro di una milizia anti-jihadista, impegnata al fianco dell’esercito, ha raccontato che le milizie hanno anche dato fuoco a diversi edifici pubblici tra cui l’ospedale locale e gli uffici governativi prima di ritirarsi. Questo episodio ha aggravato ancora di più la situazione già precaria degli abitanti che da anni vivono nell’emergenza.
Le violenze nella regione del Lago Ciad si protraggono da sedici anni e hanno causato oltre 40.000 morti e due milioni di sfollati registrati.

L’attacco dei lakurawa nell’entroterra di sokoto e la rappresaglia sui civili

A più di 1000 chilometri ad ovest, nello stato di sokoto, un altro gruppo jihadista chiamato lakurawa ha compiuto un attacco nel villaggio di kwallajiya. Avvenuto il giorno prima, questo episodio ha portato alla morte di 17 persone, molte delle quali stavano lavorando nelle loro coltivazioni ai margini del paese.
Testimoni locali hanno raccontato che l’aggressione è arrivata mentre la popolazione si preparava per la preghiera del pomeriggio, quando è esplosa la violenza.

Rappresaglia e devastazione

Secondo gli abitanti, l’attacco sarebbe una rappresaglia legata alla precedente sconfitta subita dai jihadisti, con la morte di tre loro combattenti in un raid fallito da parte di gruppi di vigilanti. Durante l’invasione, i militanti hanno sparato senza distinzioni contro la gente, incendiato case, rovinato i terreni agricoli e danneggiato le antenne delle telecomunicazioni, isolando ulteriormente il villaggio.
Un imam della moschea locale ha confermato lo scenario di devastazione causato da questa azione armata, che ha lasciato gli abitanti senza protezioni né servizi essenziali.

La situazione umanitaria e militare nel nord nigeria dopo le nuove violenze

Questi due episodi rappresentano solo gli ultimi di una lunga serie di scontri tra forze governative, milizie locali e gruppi jihadisti nel nord della Nigeria. L’intera regione, alle sponde del Lago Ciad e oltre, continua a vivere in uno stato di emergenza permanente con una popolazione civile che paga il costo più alto.
Il campo profughi di malam fatori, ad esempio, accoglie migliaia di persone scappate da violenze simili, rendendolo un’area particolarmente vulnerabile ad attacchi come questo.

Interventi militari e crisi umanitaria

L’esercito e le milizie anti-jihadiste tentano di tenere sotto controllo queste zone, operando insieme a forze militari multinazionali. Il tenente colonnello Olaniyo Osoba della Multinational Joint Task Force, che opera nella regione del Lago Ciad, ha sottolineato che dopo l’attacco militare a malam fatori la situazione si è stabilizzata, ma rimane critica.
Le distruzioni di ospedali e infrastrutture aggravano la crisi umanitaria, rendendo complicato l’accesso alle cure e ai servizi di base. Senza contare gli effetti psicologici sulle popolazioni colpite, in fuga da casa e senza certezze sul futuro.

Il nord della Nigeria appare sempre più frammentato e esposto a continue tensioni, con un ritorno all’instabilità che compromette ogni tentativo di sviluppo locale. Anche a migliaia di chilometri dai centri di potere, la vita di migliaia di persone resta segnata dalla paura e dalla precarietà.

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