Assoluzione per Baby Gang: i giudici contestano le prove e la ricostruzione dell'accusa

Assoluzione per Baby Gang: i giudici contestano le prove e la ricostruzione dell’accusa

La Corte d’Appello di Milano assolve il trapper Baby Gang da accuse di rapina, evidenziando carenze nelle indagini e l’affidabilità del riconoscimento delle vittime, mentre riduce la pena in un altro caso.
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Assoluzione per Baby Gang: i giudici contestano le prove e la ricostruzione dell'accusa - (Credit: www.ansa.it)

Il caso del trapper Baby Gang, alias Zaccaria Mouhib, si è nuovamente acceso di attenzione mediatica con una recente sentenza della Corte d’Appello di Milano che ha ribaltato la condanna di primo grado per una presunta rapina avvenuta nel 2021. Secondo i giudici, il riconoscimento del trapper da parte delle presunte vittime è risultato “del tutto inaffidabile“, e non sono state condotte le indagini necessarie per approfondire l’argomento, spostando così l’attenzione su elementi irrilevanti del caso.

Le motivazioni dell’assoluzione

La sentenza di assoluzione per Baby Gang, giunta a luglio, è supportata da motivazioni dettagliate da parte della Terza Penale della Corte d’Appello di Milano. Gli illustri membri del collegio giudicante, Peragallo, Puccinelli e Gargiulo, hanno messo in luce come il riconoscimento effettuato dai due giovani che accusarono il trapper fosse fallace. Inoltre, la Corte ha sottolineato che il quadro probatorio fosse lacunoso e che gli elementi utilizzati per sostenere l’accusa fossero insufficienti per giustificare una condanna.

Le argomentazioni difensive dell’avvocato Niccolò Vecchioni hanno evidenziato un aspetto cruciale: il rapper, che stava vivendo un momento di grande successo grazie a un contratto vantaggioso con una major discografica, non avrebbe avuto alcun movente per commettere la rapina di cui era accusato. Il giorno del presunto crimine, Baby Gang si trovava in viaggio verso Rimini per una performance, confermando così la sua assenza dalla scena del reato e precludendo quindi la possibilità di aver commesso l’atto in questione.

L’inchiesta e le carenze investigative

Uno degli aspetti critici evidenziati dalla Corte è l’approccio dell’inchiesta, che ha focalizzato l’attenzione su una figura pubblica di spicco, piuttosto che approfondire l’ambiente del piccolo spaccio, dove avrebbero potuto trovarsi i veri colpevoli. Tale insistenza su razionalità superficiali non ha fatto altro che distogliere le indagini da piste più verosimili. La Corte ha rimarcato come non siano stati effettuati “doverosi approfondimenti di indagine“, critiche che pongono interrogativi significativi sulla qualità e sull’imparzialità dell’operato delle forze dell’ordine coinvolte.

Il caso di Baby Gang riflette una tematica più ampia riguardante l’interpretazione e l’assunzione di responsabilità nell’ambito delle indagini e delle accuse avanzate contro figure pubbliche. Il riconoscimento, una delle tecniche di identificazione più utilizzate, è stato qui messo in discussione per la sua affidabilità e rilevanza. Le carenze nelle indagini sono diventate, quindi, un elemento cruciale nella decisione finale della Corte, che ha imposto un ripensamento sull’intera ricostruzione accusatoria.

Riduzione della pena in un altro caso

Parallelamente all’assoluzione per la rapina, i giudici hanno anche esaminato un altro caso a carico di Baby Gang, relativo a una sparatoria avvenuta nel luglio 2022, nel quale erano rimasti coinvolti due senegalesi. In questo frangente, la pena originariamente inflitta di 5 anni e 2 mesi è stata ridotta a 2 anni e 9 mesi. Anche in questo caso, l’accusa di rapina è stata dichiarata infondata, impugnando la possibilità che gli imputati potessero prevedere le conseguenze violente delle azioni di altre persone coinvolte.

Questo sviluppo rivela non solo la complessità delle dinamiche legali in gioco, ma anche le vulnerabilità nel sistema giudiziario, in relazione alla correttezza delle prove presentate. Attraverso queste due sentenze, si mette in luce la necessità di un’approfondita riflessione sulle modalità investigative e le tecniche di identificazione. La fiducia del pubblico nella giustizia passa anche dalla capacità di garantire processi giusti e inclusivi, che esaminino in modo critico le prove a disposizione e che non perdano di vista il principio di presunzione di innocenza fino a prova contraria.

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