La Guardia di finanza di Pavia ha eseguito un arresto per evasione fiscale che coinvolge un imprenditore agricolo accusato di aver sottratto un milione di euro al fisco. Ai sequestri di immobili, terreni e beni aziendali dal valore equivalente si aggiungono indagini nate da un appalto pubblico legato a lavori di riqualificazione ambientale. Le autorità stanno ricostruendo un meccanismo complesso di frode fiscale che si estende anche a operazioni commerciali fittizie e autoriciclaggio.
Le indagini partite dall’appalto per il parco moruzzi
L’inchiesta si è sviluppata a partire dall’analisi di un appalto pubblico da 193mila euro per la riqualificazione di un’area verde al confine con il navigliaccio, a Pavia. Nel 2021 e 2022 era prevista una riforestazione del cosiddetto parco moruzzi. I lavori, ufficialmente affidati alla società Floricoltura san donato milanese, venivano invece in realtà assegnati a un imprenditore agricolo locale per circa 132mila euro. Questo passaggio ha fatto scattare sospetti sulle procedure di assegnazione e sul rispetto delle norme fiscali.
La società di San Donato Milanese aveva avviato i lavori nel mese di aprile, ma le indagini della Guardia di finanza hanno rilevato una serie di irregolarità legate a come il cantiere veniva gestito e formalmente intestato. Il caso ha evidenziato un meccanismo di subappalto illecito, che mascherava una pratica illecita di attribuzione delle commesse pubbliche.
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Evasione fiscale e sottrazione fraudolenta delle imposte
Il fulcro dell’accusa gravita sull’evasione fiscale dell’imprenditore arrestato, che risulta già gravato da numerosi debiti con il fisco, tra imposte dirette e iva. Secondo gli accertamenti, il totale delle imposte sottratte supera il milione di euro. L’indagato avrebbe nascosto disponibilità finanziarie e beni strumentali per evitare il pagamento delle somme dovute.
La Procura di Pavia ha sottolineato come l’imprenditore abbia dismesso proprietà e aziende in modo da impedire il recupero delle somme da parte dell’erario. Queste operazioni costituiscono il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, ovvero la volontà di eludere il fisco nascondendo o spostando beni e capitali.
Autoriciclaggio e fatture per operazioni inesistenti
Un ulteriore elemento che complica la posizione dell’imprenditore è la responsabilità per autoriciclaggio. Come legale rappresentante di una ditta individuale, avrebbe emesso fatture false per operazioni inesistenti. Questo stratagemma si sarebbe tradotto in danno di una società che aveva ottenuto a sua volta l’appalto pubblico.
Le fatture fittizie rappresentano un tentativo di mascherare movimentazioni di denaro legate a operazioni inesistenti, creando un giro di capitali fraudolento. Questo comportamento costituisce il reato di autoriciclaggio, che in questo caso si lega alla frode fiscale e al sistema illecito costruito intorno all’appalto per la riqualificazione del parco moruzzi.
Sequestro preventivo su immobili, terreni e beni aziendali
In mattinata la Guardia di finanza ha eseguito un sequestro preventivo su immobili, terreni, beni aziendali e disponibilità finanziarie per un valore pari alla somma che si ritiene sia stata evasa. Il provvedimento ha l’obiettivo di recuperare le risorse sottratte al fisco e impedire che l’imprenditore possa disporne durante il procedimento penale.
L’operazione di sequestro coinvolge un patrimonio diffuso, legato anche alle attività agricole dell’imprenditore. L’intervento punta a bloccare qualsiasi tentativo di alienazione o trasferimento dei beni prima che la giustizia faccia chiarezza definitiva sui fatti contestati. Questa misura cautelare è fondamentale per tutelare gli interessi economici dello stato e garantire l’esito delle indagini.
Le autorità giudiziarie e finanziarie rimangono impegnate a seguire ogni sviluppo e dettaglio della vicenda mentre proseguono le verifiche su eventuali ulteriori illeciti a carico dell’imprenditore o di altri soggetti coinvolti.