Arrestati una donna e il suo amante per abusi sul figlio 19enne con disabilità a busto arsizio

Arrestati una donna e il suo amante per abusi sul figlio 19enne con disabilità a busto arsizio

A Busto Arsizio, una donna di 56 anni e il compagno di 58 sono stati arrestati per abusi sessuali sul figlio disabile di 19 anni; indagini rivelano manipolazioni e pressioni psicologiche sulla vittima.
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A Busto Arsizio, una donna e il suo compagno sono stati arrestati per aver abusato del figlio disabile della donna, dopo che la vittima ha denunciato gli abusi agli educatori. - Gaeta.it

Un caso di violenza sessuale ha scosso la città di Busto Arsizio, dove una donna di 56 anni e il suo compagno di 58 sono stati arrestati con l’accusa di aver abusato del figlio della donna, un giovane di 19 anni con disabilità cognitiva. L’indagine ha preso avvio dopo che la vittima ha confidato agli educatori quanto accaduto, portando la polizia a intervenire rapidamente. Il gip del tribunale di Busto Arsizio ha emesso la custodia cautelare in carcere per entrambi, mentre l’inchiesta ha rivelato dettagli inquietanti sul comportamento degli indagati.

Come è iniziata l’indagine su abusi e violenze sul figlio della donna

Le indagini sono scattate nel dicembre 2024 a seguito della denuncia indiretta fatta dal ragazzo ai suoi educatori. Il giovane, affetto da una disabilità cognitiva che lo rendeva particolarmente vulnerabile, ha raccontato di aver subito abusi sessuali da parte di un uomo di 58 anni, coinvolto sentimentalmente con la madre. La polizia di stato ha raccolto subito la denuncia, avviando le verifiche e monitorando i sospetti contatti tra la vittima e il complice. Dalle prime analisi è emerso che l’uomo in questione aveva già precedenti per violenza su minori, un elemento che ha contribuito a stringere il cerchio attorno alla vicenda.

Indagini e prove raccolte

Gli investigatori hanno esaminato messaggi e conversazioni, scoprendo continue richieste da parte del 58enne di foto e video a sfondo sessuale rivolti al giovane, gesti che hanno confermato la natura predatoria dell’uomo. Le prove raccolte hanno chiarito il contesto in cui gli incontri si sono svolti, e l’intervento tempestivo ha impedito che questa situazione proseguisse oltre.

Il ruolo della madre negli incontri che hanno portato agli abusi

Un aspetto particolarmente grave riguarda la posizione della madre, una donna di 56 anni che non solo era a conoscenza della relazione del suo compagno con il figlio, ma avrebbe anche favorito gli incontri tra i due. Secondo quanto emerso, la madre ha accompagnato il figlio agli appuntamenti con l’amante, mettendolo nelle condizioni di subire gli abusi. Questo comportamento ha complicato la valutazione delle responsabilità e il quadro giudiziario.

Le testimonianze e le prove raccolte indicano che in almeno due occasioni la donna ha organizzato materialmente gli incontri, ignorando o sottovalutando le conseguenze sulle condizioni del figlio. L’aspetto psicologico della vicenda è particolarmente delicato, perché il ragazzo non solo è stato sottoposto agli abusi, ma ha subito anche la pressione di chi avrebbe dovuto proteggerlo.

Manipolazione e violenze psicologiche

Le pressioni psicologiche per far ritrattare la vittima e il provvedimento cautelare

A seguito delle denunce, i due indagati hanno esercitato varie forme di pressione psicologica sul giovane per indurlo a ritirare le accuse. Avrebbero sostenuto che gli incontri con il 58enne fossero una sorta di “insegnamento” per aiutare il ragazzo a relazionarsi con le ragazze. Queste dichiarazioni, oltre a dimostrare una grave superficialità, rappresentano un tentativo evidente di manipolare la vittima e nascondere la realtà dei fatti.

L’autorità giudiziaria ha disposto la custodia in carcere per entrambe le persone coinvolte, considerando la gravità delle accuse e il rischio di reiterazione. Le misure restrittive si sono rese necessarie per tutelare la vittima e assicurare il regolare svolgimento delle indagini, demandando alla polizia il compito di approfondire ogni aspetto della vicenda.

Vanno seguite le prossime evoluzioni del caso, che ha evidenziato un contesto familiare segnato da responsabilità condivise e situazioni di vulnerabilità spesso nascoste. Le autorità restano impegnate nel garantire giustizia per il giovane e nel prevenire che simili episodi si ripetano.

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