Anziano invalido al 100% respinto per tre volte dalla richiesta di accompagno: la storia di Riccardo Rondelli

Anziano invalido al 100% respinto per tre volte dalla richiesta di accompagno: la storia di Riccardo Rondelli

Un uomo di 86 anni con gravi disabilità vede negata per tre volte l’indennità di accompagno, mentre la famiglia denuncia criteri troppo rigidi e prepara un ricorso contro l’Inps.
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Un uomo di 86 anni, gravemente invalido, ha visto negata per tre volte l’indennità di accompagno, evidenziando le difficoltà delle famiglie italiane nel ricevere adeguato supporto economico per l’assistenza ai disabili gravi. - Gaeta.it

Un uomo di 86 anni, invalido totale e con serie difficoltà motorie, si è visto negare per tre volte consecutive il diritto all’indennità di accompagno. Riccardo Rondelli, suo figlio, ha deciso di denunciare questa situazione, che definisce una vera ingiustizia, parlando con l’Adnkronos. La vicenda mette in luce un cambio radicale nei criteri di assegnazione dell’accompagno agli anziani gravemente invalidi.

Condizioni di salute dell’anziano e dettagli medici ufficiali

L’anziano è definito non autosufficiente da una commissione medica dell’Inps, con risultati chiari e descrizioni precise. Nel certificato si parla di una deambulazione limitata, con necessità di appoggi e difficoltà nei cambi di posizione. Il padre di Riccardo Rondelli porta un catetere vescicale a permanenza e sente male anche con protesi acustiche. Questi elementi evidenziano una condizione complessa, che richiede assistenza continua.

Difficoltà quotidiane e dipendenza assistenziale

La situazione è aggravata dall’impossibilità dell’anziano a gestire le attività quotidiane fondamentali. Non riesce a lavarsi da solo, non può assumere in autonomia le terapie farmacologiche, e presenta difficoltà nel compiere gesti essenziali come andare in bagno o preparare il cibo. Non a caso l’uomo si trova praticamente dipendente da un aiuto costante, anche perché vive con una madre anch’essa invalida e che sta perdendo gradualmente autonomia.

Ripetuti rifiuti all’indennità di accompagno e il ricorso imminente

Da circa tre anni, Riccardo Rondelli ha avanzato più domande per l’accompagno del padre. Ogni volta la risposta è stata negativa, malgrado il peggioramento delle condizioni fisiche dell’anziano. L’ultima richiesta risale a pochi mesi fa, a giugno, e ha avuto esito simile. Le domande hanno trovato risposta soprattutto sulla base del fatto che la commissione richiede che l’anziano stia a letto per ottenere il beneficio.

Questo criterio, stretto e rigido, ha lasciato tutti stupiti. Rondelli spiega che il padre non può assolutamente stare da solo, serve un aiuto quotidiano e costante. Lui e la sorella si dividono l’assistenza, ma anche loro non sempre possono essere presenti, perciò una persona viene mandata a supportare l’anziano tre volte alla settimana. Nessuna delle esigenze reali, però, è stata riconosciuta come sufficiente per l’accompagnamento economico.

Ricorso e diritti fiscali

La famiglia è pronta a opporsi con un ricorso formale, sperando di ribaltare questa decisione. Rondelli sottolinea che sia lui che il padre hanno sempre lavorato e pagato regolarmente tasse e contributi, eppure si trovano di fronte a un rifiuto che appare ingiustificato rispetto al quadro clinico.

Difficoltà delle famiglie a ottenere assistenza economica in caso di grave disabilità

Questo caso di Riccardo Rondelli e del padre di 86 anni non è isolato. Conseguenze della stretta sui requisiti per l’indennità di accompagno coinvolgono molte famiglie italiane, costrette a rivolgersi a supporti privati o a fare i conti con l’insufficienza delle risorse pubbliche. Anche persone con invalidità molto gravi si trovano spesso escluse da questo contributo, proprio perché lo stato sembra limitare il riconoscimento solo ai casi più estremi.

Le famiglie devono quindi far fronte a spese ingenti o arrangiarsi con un’assistenza frammentaria, mettendo a dura prova la gestione quotidiana. La tutela economica e sociale per chi non può vivere da solo resta un tema aperto, con implicazioni importanti per anziani e disabili in tutta Italia.

Un confronto sul sistema di riconoscimento dei diritti sociali

La vicenda raccontata da Rondelli rappresenta un punto di confronto sul sistema di riconoscimento dei diritti sociali agli invalidi. Le risposte delle istituzioni, al momento, appaiono insufficienti per garantire un sostegno adeguato in tutti i casi di non autosufficienza grave.

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