Antonio rasero chiede permesso premio dopo oltre dieci anni di carcere per omicidio del piccolo alessandro mathas

Antonio rasero chiede permesso premio dopo oltre dieci anni di carcere per omicidio del piccolo alessandro mathas

Antonio Rasero, condannato per l’omicidio del piccolo Alessandro Mathas a Genova, chiede un permesso premio dopo oltre dieci anni di carcere; il tribunale di sorveglianza valuta la sua richiesta.
Antonio Rasero Chiede Permesso Antonio Rasero Chiede Permesso
Antonio Rasero, condannato per l’omicidio del bambino Alessandro Mathas avvenuto a Genova nel 2010, ha richiesto un permesso premio dopo oltre dieci anni di detenzione; la decisione dei giudici è ancora in attesa. - Gaeta.it

L’ex broker genovese antonio rasero ha avanzato la richiesta di primo permesso premio, dopo aver scontato più di dieci anni per l’omicidio di alessandro mathas, bambino di otto mesi ucciso nel 2010 a genova. Il caso ha attraversato diversi gradi di giudizio, con condanne, assoluzioni e nuovi processi. La vicenda è tornata in primo piano per la richiesta di uscita temporanea avanzata dai suoi legali.

Il percorso giudiziario di antonio rasero per la morte di alessandro mathas

Antonio rasero fu arrestato dopo la morte del piccolo alessandro mathas, trovatosi coinvolto nell’omicidio avvenuto nel marzo 2010 nell’appartamento di genova nervi. In primo grado, il tribunale di genova lo condannò a 26 anni di reclusione. Tuttavia, in appello arrivò l’assoluzione, che non chiuse il caso. La procura impugnò la sentenza e la corte di cassazione annullò quell’assoluzione, ordinando un nuovo processo d’appello a milano. Qui, i giudici ribadirono la condanna a 26 anni per rasero, decisione confermata dalla corte suprema nel 2017.

Dopo quell’iter procedurale complesso e prolungato, rasero ha già scontato più di un decennio di pena in carcere. La controversia legale ha mantenuto il caso al centro dell’attenzione, sia per il carattere grave del reato sia per le svolte nelle sentenze.

La richiesta di permesso premio e il giudizio del tribunale di sorveglianza

Nel 2025, antonio rasero ha depositato tramite il suo avvocato, cristiano mancuso, la domanda per un permesso premio. L’istanza riguarda un’uscita temporanea di circa otto ore, dalla mattina alla sera, con l’obiettivo di rivedere i familiari presso la propria abitazione. Questa possibilità offerta dal sistema carcerario punisce con la detenzione ma consente, in alcuni casi, momenti di libertà controllata.

Il tribunale di sorveglianza, nella prima valutazione, ha respinto la richiesta. La difesa ha quindi presentato reclamo, portando la questione davanti al collegio giudicante. La discussione dell’appello è programmata per il giorno seguente, quando i giudici dovranno decidere se concedere o meno il permesso al detenuto.

I dettagli dell’omicidio e la posizione della madre del bambino

Alessandro mathas era figlio di katerina mathas, compagna occasionale di antonio rasero al momento dei fatti. La tragedia si consumò durante la notte all’interno dell’appartamento in affitto da rasero a genova nervi. Secondo le indagini, rasero e katerina mathas avrebbero passato la serata a consumare cocaina. La madre uscì per cercare altra droga, lasciando il bambino con rasero.

L’accusa sostiene che rasero, esasperato dal pianto del bimbo, lo spinse contro uno spigolo del divano, causando la morte. Questo movimento violento sarebbe stata la causa diretta del decesso del piccolo. Al termine delle indagini, sia rasero che la madre vennero arrestati; tuttavia, katerina mathas fu rilasciata successivamente e la sua posizione fu separata dal procedimento principale.

La donna ha ricevuto una condanna definitiva a quattro anni di reclusione per abbandono di minore con conseguente morte, riconosciuta come responsabile indiretta della tragedia. Il caso rimane uno dei più dolorosi della cronaca genovese recente.

Le implicazioni legali e sociali della vicenda

Il caso rasero-mathas ha aperto riflessioni sul trattamento carcerario, la gestione dei permessi e l’effetto delle dinamiche familiari sulle indagini. La richiesta di un permesso premio a distanza di oltre un decennio di detenzione rappresenta un momento cruciale per valutare comportamenti e possibilità di reinserimento.

La magistratura dovrà considerare il percorso di detenzione, il comportamento del condannato e la tutela dei diritti familiari. Ciò avviene in un contesto delicato, dove le emozioni di chi ha perso un bambino e le necessità di riabilitazione penale si confrontano senza facili soluzioni.

Le scelte dei giudici seguiranno precise norme penitenziarie e criteri giuridici per stabilire se l’uscita temporanea sia compatibile con la gravità del reato e con il percorso di riscatto personale di antonio rasero. La decisione influenzerà non solo l’imputato, ma anche la percezione pubblica sulla giustizia in casi di reati particolarmente gravi.

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