La nuova raccolta di racconti di andrej longo, pubblicata da sellerio, si immerge nei vicoli di napoli per narrare storie di donne che affrontano difficoltà sociali e familiari. Attraverso undici racconti, longo parla di miseria, violenza e resistenza con uno stile asciutto e diretto, lasciando emergere la complessità di un ambiente segnato dalla presenza della camorra e dalla lotta quotidiana per la sopravvivenza.
Come lungo costruisce la sua narrazione
andrej longo propone una scrittura essenziale, priva di eccessi, che si regge su frasi brevi e un tono scarno, quasi una lingua parlata dove si intravedono echi del dialetto napoletano. Questa scelta rende le sue narrazioni immediate e coinvolgenti. I racconti utilizzano spesso narratrici femminili che raccontano episodi di vita vissuta, indicando un orizzonte in cui normalità, uso della forza e difficoltà sociali si fondono.
Il linguaggio di longo evita aggettivi superflui e avverbi. Questo minimalismo espressivo crea un ritmo sincopato che accompagna il lettore verso il nocciolo di ciascuna storia, spesso concentrata su situazioni al limite. Le protagoniste si muovono in un contesto in cui l’incertezza del futuro e la precarietà sono costanti. Questa scelta narrativa permette di affrontare temi pesanti senza mai scadere nel melodramma o nel sensazionalismo.
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Delicatezza tra violenza e poesia
L’autore riesce a mantenere una delicatezza poetica nonostante gli argomenti forti come violenza, povertà e perdita. L’alternanza di toni e la precisione lessicale costruiscono una narrazione che sembra quasi sussurrata, estremamente lucida ma capace anche di una forte empatia.
Donne in lotta tra camorra e tempo che passa
La raccolta si compone di undici racconti, distanti quasi vent’anni dalla precedente opera “Dieci”, anch’essa pubblicata da sellerio. longo torna a raccontare napoli con un’attenzione particolare alle dimensioni intime della vita femminile, tra paure, delusioni e piccoli atti di resistenza quotidiana.
Il primo racconto, “La vita che volevo”, introduce Teresa e Rosa, due donne che avevano sposato uomini spavaldi e violenti. Anni dopo, sono madri e osservano un futuro incerto per i propri figli, segnato da violenze che sembrano sempre più frequenti. Il tempo che passa, il senso di ritardo rispetto alla vita che si vorrebbe, emerge come tema ricorrente.
Al centro delle storie ci sono situazioni estreme o di tensione costante, come la violenza che colpisce i più deboli. “Per donne sole” parla di Irene che ha perso un bambino a causa dell’assassinio da parte di un violento. La sua incapacità di vendicare simbolizza un dilemma morale profondo.
La violenza nella vita quotidiana
In altri racconti, come “La sedia”, la realtà si intreccia con episodi di prepotenza e criminalità. Una semplice azione, spostare una sedia, scatena conseguenze tragiche come l’omicidio di un padre. Questi dettagli mostrano come la violenza penetri nella vita quotidiana, modificandola in modo irreparabile.
Il racconto “Il matrimonio” racconta il sogno spezzato di Maria, bambina di sette anni che con lucidità già comprende le regole di una società dominata dalla paura delle armi e dalla tradizione delle faide familiari. L’uso della violenza non risparmia nessuno, si percepisce in ogni angolo della vita loro.
Povertà, affetti e poesia come strumenti di resistenza
Oltre alla violenza e all’ombra della camorra, longo affronta anche il tema della povertà e dell’accoglienza. La storia di Mei, una bambina cinese cresciuta da una donna napoletana mentre la madre, intrappolata in condizioni di lavoro estreme, sparisce, descrive una realtà complessa di abbandoni e affetti frammentati. Mei, tornata poi libera, vuole riavvicinarsi alla madre che l’aveva affidata, mostrando la difficoltà di legami costruiti nell’emergenza.
Il racconto “Sera” propone una prospettiva diversa, quella di una badante che vive lontana dal figlio e trascorre le giornate tra solitudine e piccoli gesti. La scoperta casuale di un libro con il proprio nome sulla copertina apre a una relazione con la poesia, in particolare i versi di Anna Achmatova. Attraverso la recitazione di quelle parole al vecchio a cui presta assistenza, la protagonista mostra come l’arte si possa trasformare in uno strumento di conforto e umanità.
La parola come forza e resistenza
andrej longo dimostra così come la comunicazione poetica possa entrare nei momenti più duri, facendo emergere una forza che non passa dalla violenza ma dalla parola. Le sue storie rivelano la complessità di vite segnate dalla sofferenza, ma anche capaci di trovare piccole luci in mezzo al buio della città.
Undici racconti che, nella loro diversità, restituiscono un ritratto potente di napoli, visto attraverso gli occhi di chi quotidianamente sfida la durezza delle circostanze per non cedere al silenzio e alla rassegnazione.