L’Italia sta affrontando una ondata di caldo intenso, con temperature che superano i 40 gradi in molte città. Le conseguenze si fanno sentire in tutto il paese, dalla salute delle persone ai disagi nella vita quotidiana, fino agli immediati interventi delle autorità per proteggere i lavoratori e i cittadini più vulnerabili. Le cronache segnano vittime e malori, blackout e ordinanze per limitare l’esposizione al sole nelle ore più calde.
Le vittime del caldo e gli episodi di malore nel lavoro
Il caldo si è dimostrato fatale per una donna di 53 anni, cardiopatica, che si è accasciata su un marciapiede a Bagheria, in provincia di Palermo, e non si è più rialzata. Ogni estate il termometro crescente porta con sé rischi reali per chi ha fragilità cardiache o altre patologie. In Veneto, invece, si registra una situazione altrettanto grave tra gli operai: a Tezze sul Brenta due lavoratori sono stati colpiti da malore mentre erano impegnati all’interno di una cisterna di alluminio piena di vapori, aggravata dal caldo che si stava accumulando dentro il contenitore. Uno dei due è in coma, intubato, e la situazione rimane critica.
Ambienti di lavoro particolarmente ostili
Questi episodi denunciano la fragilità dei lavoratori che affrontano il caldo in ambienti particolarmente ostili. I vapori tossici nelle cisterne si sommano ai già pesanti effetti delle temperature elevate, in particolare per chi svolge mansioni manuali o in ambienti chiusi e poco ventilati. Si tratta di casi che fanno emergere la necessità di maggiori tutele e precauzioni nelle attività lavorative esposte al sole.
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Blackout e disagi nelle città italiane durante l’ondata di calore
Le città italiane stanno vivendo i disagi provocati dall’aumento delle temperature. A Firenze il centro storico, affollato dai turisti, è rimasto al buio per un blackout causato dal sovraccarico di rete dovuto a un picco di consumi di condizionatori e al surriscaldamento dei cavi elettrici. Uffici, negozi, hotel e abitazioni sono rimaste senza corrente, paralizzando le attività.
A Bergamo una situazione simile ha spento anche i semafori, complicando ulteriormente la circolazione stradale in pieno giorno. Questi blackout rivelano problemi nelle infrastrutture energetiche, non sempre progettate per sostenere carichi improvvisi in periodi di emergenza climatica. Dal sud al nord, il caldo sembra mettere a dura prova sia le persone che le reti indispensabili per la vita quotidiana.
Le ordinanze regionali per la tutela dei lavoratori dal caldo
Per far fronte al rischio legato al caldo, diverse regioni italiane hanno approvato ordinanze che limitano gli orari di lavoro all’aperto durante le ore più calde della giornata. In Sardegna, fino ad agosto, gli agricoltori e gli operai edili non possono lavorare tra le 12.30 e le 16, un provvedimento pensato per ridurre i casi di malore o scontro col caldo. Misure simili sono state adottate in Veneto, Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte, coinvolgendo anche i lavoratori della logistica e di altri settori all’aperto.
Tutele e protocolli in arrivo
Questi interventi mirano a proteggere chi opera nelle condizioni più difficili, specie in agricoltura, dove secondo Coldiretti mezzo milione di persone si occupa della raccolta estiva in tutta Italia. La ministra del Lavoro Marina Calderone firmerà presto un protocollo tra ministero, imprese e sindacati per definire regole comuni di prevenzione, come orari flessibili, sorveglianza sanitaria e abbigliamento adeguato, insieme a sostegni economici per i settori più colpiti.
Gli effetti del caldo su ospedali, cittadini e misure nelle città italiane
La pressione sulle strutture sanitarie si è intensificata. A Milano si è verificato un caso grave: una donna asiatica di 66 anni ha perso conoscenza sulla terrazza del Duomo ed è stata trasportata d’urgenza al Policlinico. I pronto soccorso registrano un aumento di accessi pari al 20% rispetto a condizioni normali, soprattutto da parte di anziani e persone con malattie croniche. In Calabria sono stati messi a disposizione 30 specializzandi per fronteggiare i codici meno gravi, mentre in Liguria un piano speciale tutela circa 5.500 cittadini considerati a rischio.
Iniziative nelle principali città
Le città cercano di offrire sollievo alla popolazione. A Roma, durante il Giubileo, la situazione è aggravata dalla presenza massiccia di pellegrini con la capitale dichiarata zona “rossa” per il caldo fino al 3 luglio. La Croce Rossa ha allestito tende raffreddate nelle aree più frequentate, mentre la Protezione Civile assicura presidi a stazioni e basiliche. Napoli ha attivato una rete di “rifugi climatici”, spazi verdi e centri freschi aperti da comuni e associazioni.
In Puglia, a Bari, un Piano caldo mette in campo servizi come il “telefono amico” e distribuzione di beni di prima necessità tramite volontari. Molte città offrono ingressi gratuiti in piscine comunali, musei climatizzati, sale per anziani e centri commerciali, spazi dove trovare sollievo dalle temperature estreme, evitando anche sbalzi pericolosi per la salute.
Il ruolo del ministero della salute nel monitoraggio e la prevenzione
Il ministero della Salute ha rilanciato l’appello a seguire le indicazioni per prevenire i rischi del caldo estremo. Invita i cittadini a consultare i bollettini meteo-sanitari disponibili sul sito istituzionale e a prendersi cura delle persone più vulnerabili: anziani, bambini piccoli, malati cronici, lavoratori esposti al sole.
Dal 26 maggio è attivo il Sistema nazionale di prevenzione del caldo che rafforza le attività di monitoraggio, informazione e assistenza rivolte soprattutto ai nuclei più esposti. Le autorità chiedono attenzione per evitare danni gravi, ricordando che l’ondata di calore continua e potrebbe durare fino a venerdì, con rischi per la salute finché il maltempo non porterà un cambiamento. “L’importante è seguire le raccomandazioni per minimizzare l’impatto sulla salute”, dicono gli esperti.