Analisi del fascicolo sanitario elettronico in Trentino e Alto Adige: un messaggio di disparità

Analisi del fascicolo sanitario elettronico in Trentino e Alto Adige: un messaggio di disparità

Il Fascicolo Sanitario Elettronico in Italia presenta disparità significative: Alto Adige ha alta disponibilità di documenti ma bassa fruibilità, mentre Trentino mostra maggiore consenso e utilizzo tra i cittadini.
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Analisi del fascicolo sanitario elettronico in Trentino e Alto Adige: un messaggio di disparità - Gaeta.it

Il Fascicolo Sanitario Elettronico riveste un’importanza decisiva nella semplificazione dell’accesso ai servizi sanitari, eppure la sua implementazione in Italia mostra un quadro spaccato. Mentre la Provincia Autonoma di Bolzano e quella di Trento raggiungono risultati simili in termini di tipologie documentali, emerge un divario significativo nell’utilizzo e nel consenso da parte dei cittadini. Secondo un’analisi condotta da Gimbe, il 75% dei documenti è disponibile in Alto Adige, in linea con i dati nazionali, dove si riscontra una media del 79%. Tuttavia, la percentuale di servizi attivi nel Fse è solo del 10% in Alto Adige e del 54% in Trentino, sottolineando come l’accesso ai servizi rimanga limitato.

Il quadro completo del Fse

L’analisi di Gimbe evidenzia la disponibilità di ben 12 delle 16 tipologie documentali del Fascicolo Sanitario Elettronico nelle province di Trentino e Alto Adige. Questo si traduce in una percentuale di accessibilità relativamente alta rispetto agli standard nazionali, ma non si ferma qui. In Alto Adige, la fruibilità dei servizi, al contrario, resta molto bassa, posizionando la provincia al di sotto della media italiana in quanto a servizi attivi. Questo scenario fa emergere una chiara disomogeneità non solo tra le regioni, ma anche all’interno delle aree stesse.

La situazione in Trentino, dove il 54% dei servizi è attivo, suggerisce un approccio più proficuo e una maggiore capacità di implementazione. Nonostante il dato sembri positivo, la disparità rispetto ad altre regioni resta un tema critico. L’analisi di Gimbe suggerisce, quindi, che il Fse non sta attualmente riuscendo a garantire una parità di accesso agli utenti, portando alla creazione di disuguaglianze nei servizi sanitari offerti.

Consenso dei cittadini e utilizzo del Fse

Un dato sorprendente emerge dall’analisi sull’espressione di consenso dei cittadini: in Alto Adige solo il 13% ha accettato che i medici e gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale possano consultare i documenti presenti nel Fse. Questa cifra è nettamente inferiore alla media nazionale che si attesta al 41%. D’altra parte, in Trentino la situazione si rovescia con l’87% dei cittadini favorevoli, collocando la provincia al secondo posto tra le regioni italiane.

Questo divario del consenso si riflette evidentemente sull’utilizzo pratico del sistema; i dati mostrano che tra giugno e agosto 2024 il 43% della popolazione in Alto Adige ha utilizzato il Fse, un tasso che supera di gran lunga la media nazionale del 18%. Per quanto riguarda i professionisti sanitari, il 99% dei medici di medicina generale e pediatri ha eseguito almeno un’operazione nel Fse durante lo stesso periodo. Tutti i medici specialisti delle aziende sanitarie risultano abilitati all’utilizzo, consolidando ulteriormente l’importanza del Fse nel contesto sanitario.

Trentino: un esempio di maggiore adesione

Dello stesso periodo, in Trentino, il 50% dei cittadini ha utilizzato il Fse, evidenziando un impegno attivo della popolazione nell’uso di tale strumento. Anche qui, i dati degli operatori sanitari parlano chiaro: il 100% dei medici di base e pediatri ha effettuato accessi al Fse e anche tutti i medici specialisti risultano abilitati. Ciò evidenzia come in Trentino, oltre a un maggiore consenso, ci sia anche una cultura di uso del Fse più radicata tra i professionisti della salute.

La relazione tra l’accesso a questi strumenti e la loro effettiva fruizione da parte dei cittadini è fondamentale per comprendere le sfide future nella sanità digitale. Questo scoglio da affrontare, non solo in Alto Adige ma in tutto il territorio italiano, è cruciale per delineare il futuro dei servizi sanitari e migliorare l’approccio alla salute pubblica.

Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2024 da Marco Mintillo

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