Amministratore di sostegno accusato: casi di appropriazione indebita per quasi 700 mila euro

Amministratore di sostegno accusato: casi di appropriazione indebita per quasi 700 mila euro

Un’amministratrice di sostegno di Ficarolo è accusata di aver sottratto 700.000 euro a un disabile, con indagini della Guardia di Finanza che hanno portato al sequestro dei beni illecitamente acquisiti.
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Amministratore di sostegno accusato: casi di appropriazione indebita per quasi 700 mila euro - Gaeta.it

Una recente vicenda giudiziaria ha scosso la comunità di Ficarolo, un comune della provincia di Rovigo, dove un’amministratrice di sostegno è accusata di aver sottratto quasi 700.000 euro a un disabile di cui doveva prendersi cura. L’indagine, avviata dalla Guardia di Finanza di Occhiobello, trae origine da una denuncia presentata da un familiare della vittima. Le accuse, gravi e documentate, evidenziano un caso di mala gestione dei fondi accompagnato da evidenti abusi di fiducia.

La denuncia e l’avvio delle indagini

Il caso è emerso nel 2015 quando la 48enne rodigina è stata nominata amministratore di sostegno per una persona affetta da disabilità. Tuttavia, nel corso degli anni, il suo comportamento ha destato sospetti, culminando nella denuncia da parte di un familiare del beneficiario. Le Fiamme Gialle hanno avviato delle indagini dettagliate, arrivando a esaminare i movimenti sui conti correnti bancari della vittima e degli indagati.

Le risultanze investigative hanno evidenziato una costante e sistematica distrazione di fondi. Attraverso un’attenta analisi, gli inquirenti hanno ricostruito un quadro in cui l’amministratore di sostegno si sarebbe appropriatamente impossessata delle risorse economiche del disabile, canalizzando il denaro in beni personali e investimenti non autorizzati. In particolare, ci sono prove di acquisti di un capannone attrezzato e di un immobile destinato a civile abitazione, operazioni effettuate con i soldi dell’assistito.

Sequestro dei beni e rimborso alla vittima

Le indagini hanno condotto la Procura di Rovigo a richiedere un provvedimento di sequestro preventivo, il quale è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari. Il decreto ha previsto il sequestro di oltre 680.000 euro, un importo significativo che rappresenta le risorse finanziarie sottratte in modo illecito. Gli agenti della Guardia di Finanza hanno provveduto a mettere i sigilli su una serie di beni mobili e immobili collegati sia all’amministratore di sostegno sia al compagno 35enne, ritenuto complice nell’operazione illecita.

Le misure adottate comprendono la liquidità presente sui conti correnti degli indagati, un immobile di civile abitazione, un capannone agricolo e un’autovettura, così come vari oggetti acquistati con il denaro che, di diritto, apparteneva alla vittima. Queste azioni mirano a garantire che le somme sottratte possano tornare, in qualche forma, a disposizione della persona con disabilità, affinché possa ricevere il supporto necessario senza ulteriori disagi.

Accuse di peculato continuato

Il quadro accusatorio formulato dalla Procura della Repubblica di Rovigo è gravoso e complesso. I due indagati, infatti, devono rispondere dell’ipotesi di reato di concorso in peculato continuato, un’accusa che sottolinea la sistematicità e la reiterazione dei comportamenti illeciti da parte dell’amministratrice di sostegno. La fase attuale del procedimento è quella delle indagini preliminari, durante la quale gli inquirenti stanno valutando ulteriori aspetti della condotta degli indagati.

Questo caso rappresenta non solo un grave esempio di appropriazione indebita, ma anche un campanello d’allarme su come la gestione del patrimonio di persone vulnerabili possa facilmente scivolare verso abusi e sfruttamento. Le autorità continuano a lavorare per far luce su questa vicenda, garantendo che la giustizia prevalga e che situazioni di questo tipo non restino impunite.

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