Il conflitto tra Israele e Gaza ha registrato un nuovo episodio di violenza nella notte tra il 26 e 27 aprile 2025. Fonti mediche e autorità locali parlano di almeno dodici palestinesi morti e numerosi feriti in seguito a un bombardamento israeliano sul campo profughi di al-Shati, situato a Gaza City, nella striscia di Gaza. Le tensioni continuano a crescere senza segnali di una tregua imminente.
L’attacco nel campo profughi di al-shati a gaza city
L’attacco è avvenuto all’alba, quando i carri armati dell’Esercito israeliano hanno aperto il fuoco contro le tende che accolgono gli sfollati. Al-Shati è uno dei più grandi campi profughi di Gaza, con migliaia di abitanti che vivono in condizioni precarie. I bersagli principali sono state le aree dove le famiglie palestinesi si erano rifugiate per sfuggire ai combattimenti nelle settimane precedenti. Le autorità sanitarie locali hanno segnalato numerosi morti, con un bilancio che supera la dozzina, e decine di feriti, alcuni in condizioni gravi.
Soccorsi nelle zone colpite e condizioni precarie
I soccorritori hanno lavorato nelle prime ore per raggiungere le zone colpite, ma la situazione rimane critica per la scarsezza di strutture mediche e risorse nella striscia di Gaza. Diverse famiglie hanno perso la casa e parte dei loro beni; molte tendono a essere l’unico rifugio per chi è stato costretto a fuggire da altri quartieri più esposti.
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Il contesto del conflitto e la risposta israeliana
Dopo l’attacco di questa mattina, non è arrivata alcuna dichiarazione ufficiale da parte delle autorità israeliane. L’IDF, l’esercito israeliano, preferisce mantenere il silenzio riguardo alle operazioni militari in corso, mentre gli scontri rimangono intensi in diverse aree della striscia. Israele afferma di colpire obiettivi legati a organizzazioni armate, ma spesso questi attacchi causano vittime civili, come nel caso del campo di al-Shati.
Le azioni militari sono parte di un confronto che dura ormai anni e ha provocato centinaia di vittime e feriti. Le condizioni della popolazione a Gaza si aggravano con ogni escalation bellica. Le organizzazioni umanitarie lanciano appelli per la cessazione delle ostilità e per proteggere i civili, ma la situazione sul campo sembra ingovernabile.
Conseguenze umanitarie e reazioni internazionali
L’attacco di oggi pesa pesantemente sul già fragile equilibrio sociale e sanitario di Gaza. Le strutture mediche sono sotto pressione, con scorte di farmaci e personale limitati. I feriti trasportati dagli ospedali locali necessitano spesso di cure che non sono sempre garantite a causa del blocco e della scarsità di risorse. Questa situazione impedisce un’assistenza adeguata alle vittime, aumentando il rischio di un’ulteriore escalation nella violenza.
Timori a livello internazionale
A livello internazionale, la reazione per adesso è contenuta, con poche prese di posizione ufficiali. Alcuni paesi e organizzazioni hanno espresso timori per l’escalation, chiedendo la protezione dei civili. Le Nazioni Unite ribadiscono l’importanza del rispetto del diritto umanitario, ricordando a tutte le parti coinvolte la necessità di evitare attacchi contro obiettivi non militari.
Le tensioni rimangono alte e le condizioni a Gaza City seguono un trend di deterioramento che alimenta preoccupazioni sia sotto il profilo politico che umano. Gli ultimi eventi testimoniano come la situazione nella striscia continuerà a essere critica nel breve termine.