Allerta a Milano: il caso Beyond e le inchieste su dossieraggi illegali di Equalize

Allerta a Milano: il caso Beyond e le inchieste su dossieraggi illegali di Equalize

La Procura di Milano indaga l’azienda Equalize per presunti dossieraggi illegali legati alla piattaforma Beyond, coinvolgendo dati sensibili e accessi abusivi, con implicazioni etiche e politiche significative.
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Allerta a Milano: il caso Beyond e le inchieste su dossieraggi illegali di Equalize - Gaeta.it

Un’operazione investigativa della Procura di Milano ha messo nel mirino un’azienda nota con il nome di Equalize, per presunti dossieraggi illegali legati alla sua piattaforma innovativa chiamata Beyond. Questo strumento, apparentemente in grado di aggregare informazioni legittimamente reperibili, è al centro di un intricato intreccio di dati sensibili, accessi abusivi e potenziali conflitti di interesse che hanno attirato l’attenzione delle autorità. L’inchiesta si presenta come un importante caso di cronaca, gettando luce su pratiche discutibili nel campo dell’informazione e della privacy.

Beyond: una piattaforma controversa

La piattaforma Beyond è un sistema che aggrega contenuti di varia provenienza, sia lecita che illecita. Gli investigatori hanno sottolineato che Beyond riesce a sfruttare e integrare informazioni da società terze, come Infocamere e Cerved, oltre che da banche dati pubblicamente accessibili. Tuttavia, ciò che contraddistingue questo servizio è l’inserimento di dati “altamente riservati e sensibili”, estrapolati da fonti strategiche nazionali, inclusa la banca dati interforze del Ministero dell’Interno, nota come Sdi.

L’accesso abusivo a tale database consente un accesso non solo ai dati forniti dalle forze di polizia, ma anche a informazioni provenienti da enti come Inps e Punto Fisco. Questa operazione solleva interrogativi inquietanti sulla sicurezza e sull’uso delle informazioni sensibili da parte di aziende private. Secondo quanto riportato, Equalize avrebbe effettuato operazioni di “lavanderia” sui dati, modificando la formattazione e rimuovendo i metadati di provenienza delle informazioni illegali, per poi presentarle in report camuffati, rendendo difficile la tracciabilità della loro origine.

Le rivelazioni degli inquirenti

Nell’ordinanza di arresto emessa dal gip milanese, risaltano informazioni sugli accordi interni tra gli indagati. La piattaforma Beyond viene descritta come uno strumento atto a coprire la provenienza illecita di diversi dati, il che pone un interrogativo cruciale sulla trasparenza e sull’etica delle aziende di investigazione. L’idea che una tale risorsa possa attrarre clienti di alto profilo, inclusi partiti politici, fa sorgere preoccupazioni circa l’uso di queste informazioni per fini personali o politici.

Un’intercettazione ha rivelato che Andrea De Donno, ritenuto un collaboratore esterno di Equalize, avesse proposto di vendere la piattaforma al partito della Lega. Questo sviluppo ha alimentato il dibattito su come i dati sensibili possano essere utilizzati per influenzare la politica e il potere decisionale in Italia, scatenando un turbine di incertezze e preoccupazioni sulla sicurezza informatica.

Potenziali conflitti d’interesse

La questione del conflitto d’interessi emerge con insistenza dalla conversazione intercettata tra De Donno e Carmine Gallo, un ex poliziotto arrestato. De Donno ha infatti ipotizzato che una collaborazione tra Equalize e la Lega potesse creare non pochi problemi, dato il legame di Pazzali, titolare della Equalize, con il presidente della Lombardia, Fontana. Gallo ha avvertito riguardo a possibili ripercussioni reputazionali, sottolineando la delicatezza della situazione.

L’eventualità di una tale offerta, proposta come un’opzione strategica per mascherare la vera origine di cui il servizio usufruisce, ha rivelato l’ampiezza delle problematiche affrontate. De Donno ha espresso il suo rammarico, rivelando quanto fosse persistente il suo interesse nel promuovere Beyond alla Lega, testimoniando così la delicatezza dell’intricata rete in cui si snodano affari, dati e politiche.

La crescente attenzione verso questo caso di dossieraggio illegale potrebbe derivare dalla necessità di un’informazione più trasparente e sicura, di fronte all’accresciuta interconnessione tra mondo privato e pubblico. L’evoluzione delle indagini sul caso Beyond è un elemento chiave da monitorare, poiché invita a una riflessione critica sulla gestione delle informazioni e sul rispetto delle normative vigenti in un’epoca in cui i dati sono diventati un bene inestimabile e suscettibile di utilizzo improprio.

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