Al festival di cannes borghi e il western surreale di testa o croce? tra butteri e cowboys

Al festival di cannes borghi e il western surreale di testa o croce? tra butteri e cowboys

Alessandro Borghi torna a Cannes con Testa o croce?, un western originale ambientato nella Maremma di fine Ottocento che unisce butteri italiani, cowboy americani e tematiche sociali contemporanee.
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Alessandro Borghi torna a Cannes con "Testa o croce?", un western atipico ambientato nella Maremma di fine Ottocento che mescola storia, leggenda e tematiche contemporanee, sfidando i cliché del genere. - Gaeta.it

Alessandro Borghi torna a Cannes con un western particolare, che rompe con gli schemi tradizionali del genere. Il film Testa o croce?, diretto da Alessio Rigo De Righi e Matteo Zoppis, mescola storia e fantasia, ambientato tra i butteri italiani e i cowboys americani. In concorso a Un Certain Regard, la pellicola si ispira a leggende popolari e riporta alla luce battaglie e amori nella Maremma di fine Ottocento.

Un western diverso con alessandro borghi tra polvere, cavalli e sogni di libertà

Alessandro Borghi interpreta Santino, un buttero romano che non ha nulla del classico cowboy duro e spietato. Non sa sparare né gestire situazioni pericolose, ma è abile a cavalcare, e soprattutto segue le sue fragilità. Borghi ha descritto Santino come un personaggio che rappresenta una versione più “umana” e vulnerabile dell’ideale western. L’attore racconta di un set intenso, tra fango e polvere, che si è svolto tra il Circeo e la Toscana, caratterizzato da un’atmosfera di caos creativo. Ha sottolineato come il lavoro con i due registi sia stato fuori dagli schemi, con molte improvvisazioni e momenti vissuti intensamente dalla troupe. Questo approccio ha dato al film una freschezza che si riflette anche nell’interpretazione stessa di Borghi.

La trama tra butteri, cowboys e la leggenda della sfida nel 1890

Il film prende spunto da un episodio storico e leggendario: la visita di Buffalo Bill in Italia nel 1890 e nel 1906, quando si dice sia avvenuta una sfida tra cowboy americani e butteri maremmani. Santino, vincitore di questa sfida, si innamora di Rosa, la giovane moglie di un ricco signorotto locale. Dopo l’omicidio del marito di Rosa, i due devono fuggire inseguiti da una taglia posta sulla testa di Santino. La narrazione si sviluppa tra inseguimenti, tradimenti e vendette, ricordando le ballate western dove il destino è deciso dal lancio di una moneta. Lo scenario di scontro tra cavalieri italiani e americani crea un’atmosfera ricca di tensioni e dinamiche tipiche del western, ma con una vena surreale.

Viaggio nelle tematiche contemporanee di un film che rompe gli schemi del western classico

Testa o croce? non segue la tradizione dei western di John Ford o Sergio Leone. Il progetto originale si basa su una doccia di ironia e riflessione su temi attuali che emergono attraverso i personaggi. I registi, definiti dallo stesso Borghi “due matti”, hanno inserito nel racconto tematiche contro i clichè maschilisti, portando avanti una visione aggiornata del genere. L’attore sottolinea come la pellicola, pur ambientata nel passato, dialoghi con questioni sociali contemporanee, usando i caratteri dei protagonisti per sfidare stereotipi legati alla mascolinità e al potere. La volontà era quella di mettere in scena un western “sui generis”, con passaggi surreali e momenti densi di contenuto emotivo e sociale.

Un’atmosfera di lavoro tra tensioni, improvvisazioni e solidarietà sul set del circeo e della toscana

Il dietro le quinte è raccontato come un’esperienza intensa, fatta di cambiamenti di scena frequenti e dibattiti, ma anche di solidarietà. Borghi parla apertamente di crisi di nervi, litigi che si scioglievano in abbracci e di improvvisazioni importanti che hanno plasmato il film. Il gruppo di lavoro si è immerso in un ambiente fisico difficile, con fango, cavalli e polvere al centro della scena, mettendo alla prova tutti i partecipanti. Questa fatica condivisa ha condito la collaborazione di un clima di creatività forte, facendo emergere un prodotto ben lontano dalle consuete produzioni western italiane. L’esperienza sembra aver lasciato un segno profondo negli attori e nella troupe, con risultati mostrati ora a Cannes.

Testa o croce? è così un racconto di frontiera reinventato, tra mito e realtà, che porta l’attenzione su una pagina poco conosciuta della storia italiana intrecciata con il folklore americano. La presenza di John C. Reilly nel ruolo di Buffalo Bill aggiunge un tocco internazionale a questa pellicola che mescola passato e presente, leggenda e attualità.

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