Un episodio di violenza è avvenuto nel carcere di Valle Armea a Sanremo. Un detenuto di origine magrebina, già noto per la sua pericolosità, ha aggredito il medico di guardia durante una visita, suscitando preoccupazione non solo tra il personale sanitario ma anche tra i sindacati di polizia penitenziaria. Questo fatto evidenzia un clima di insicurezza crescente all’interno della struttura, con conseguenze dirette per i medici e gli operatori sanitari che vi lavorano.
Il contesto dell’aggressione
L’episodio si è verificato nel padiglione dei detenuti protetti, dove il magrebino era stato trasferito per la sua combinazione di comportamenti violenti e rischiosi. La zona è stata allestita per garantire una maggiore sicurezza, con la speranza di evitare situazioni pericolose sia per i detenuti che per gli operatori. Nonostante queste misure, la violenza è esplosa in maniera inspiegabile, con il detenuto che ha colpito il dottore a pugni.
La vittima dell’aggressione ha richiesto cure mediche immediate ed è stata trasportata in ospedale, dove gli è stata diagnostica una prognosi di venti giorni. Questo evento segna un ulteriore allerta sullo stato di sicurezza all’interno della struttura carceraria, già oggetto di critiche per la gestione della violenza e della sicurezza.
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L’allerta del personale sanitario
La gravità dell’evento è stata sottolineata dal segretario regionale della Uil polizia penitenziaria, Fabio Pagani. Il sindacalista ha evidenziato che la situazione all’interno del carcere di Sanremo è diventata insostenibile, riferendo che nel corso del 2024, quattro medici ed altri tre infermieri hanno già deciso di dimettersi. Lasciano il loro posto non solo per motivi professionali ma soprattutto per la sensazione di insicurezza nel fornire assistenza a detenuti in condizioni critiche.
Pagani ha espresso preoccupazione per il fatto che la struttura sembra essere in uno stato di abbandono, richiedendo un intervento immediato da parte del prefetto. I professionisti della salute sono sempre più esposti a incidenti simili, che mettono in discussione la loro sicurezza e quella delle forze di polizia penitenziaria. Tali avvenimenti rappresentano una sfida significativa per il sistema penitenziario, che deve affrontare la questione della violenza e della sicurezza con urgenza.
Il profilo del detenuto e le sue precedenti aggressioni
Il detenuto responsabile dell’aggressione ha un passato criminale noto alle autorità, avendo trascorso del tempo in vari istituti penitenziari in Emilia Romagna prima di essere trasferito a Sanremo. Questo cambio di struttura avvenuto alla fine del mese di agosto scorso è stato motivato proprio dalla necessità di gestire al meglio la sua pericolosità, a seguito di precedenti aggressioni verso poliziotti penitenziari.
La sua storia nel sistema penitenziario è costellata da episodi di violenza, e il trasferimento a Valle Armea non ha rappresentato una soluzione efficace. I fatti recenti sottolineano come la gestione di detenuti con comportamenti violenti richieda una coordinazione più efficace tra personale sanitario e forze dell’ordine.
Questa situazione non fa altro che intensificare le difficoltà già esistenti nei carceri, dove il personale sanitario è spesso lasciato a gestire situazioni critiche senza una protezione adeguata. Con il numero di professionisti in calo e un aumento della violenza, l’insieme del sistema penitenziario sembra trovarsi in un momento decisivo, dove è necessaria una riforma seria dei protocolli di sicurezza.