Una serata di tipica routine si è trasformata in un’operazione di alta tensione a San Sebastiano al Vesuvio, un comune situato nella provincia di Napoli. I carabinieri, in un servizio di controllo notturno, hanno sorpreso un gruppo di giovani in atteggiamenti sospetti. La situazione ha preso una piega inattesa quando l’attenzione dei militari si è concentrata su un ragazzo di sedici anni, il quale, mantenendo un comportamento anomalo, ha attirato l’attenzione. Un episodio emblematico che riporta alla memoria eventi recenti di cronaca nera nella zona, in particolare l’omicidio del calciatore Santo Romano, un tragico segnale della presenza di giovani legati a sottoboschi criminali.
Il controllo e la scoperta della pistola
Era quasi mezzanotte quando, in via Plinio il Vecchio, una pattuglia dei carabinieri ha deciso di effettuare un controllo. Tra i giovani presenti, l’atteggiamento del sedicenne è risultato sospetto. La perquisizione, avviata con immediatezza, si è trasformata in un momento di grande tensione quando i carabinieri hanno individuato un oggetto dalla forma inconfondibile: una pistola nascosta nella cintura del ragazzo. La situazione è rapidamente degenerata; il giovane, spingendo un militare, ha tentato una fuga precipitosa.
In un inseguimento districato, il sedicenne ha corso per il centro abitato, scavalcando cancelli e approfittando di ogni angolo utile per seminare i carabinieri. Nonostante i suoi sforzi, l’inseguimento è durato circa un chilometro, coinvolgendo strade come via Margherita di Savoia e l’ultimativa manovra di abbandono dell’arma e di un giubbotto su un muretto. Il dinamismo dell’operazione ha rivelato non solo la determinazione del ragazzo di sfuggire alla giustizia, ma anche il rischio che i carabinieri hanno affrontato nel tentativo di fermarlo.
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La fuga interrotta e le conseguenze dell’operazione
La fuga del sedicenne si è conclusa in un parcheggio locale, dove il giovane ha tentato di nascondersi tra le auto in sosta. In un ultimo tentativo di giustificarsi, ha dichiarato di avere abbandonato della droga per timore della situazione. Tuttavia, la situazione è stata aggravata dalla trovato di una pistola a salve calibro 8, priva del tappo rosso, sul muretto da lui abbandonata. Nonostante la sua giovanissima età, le conseguenze dell’azione intrapresa saranno serie.
Il ragazzo è stato immediatamente arrestato e dovrà affrontare accuse di resistenza a pubblico ufficiale e porto di armi. Il suo destino è ormai segnato, con un trasferimento al centro di prima accoglienza dei Colli Aminei, un passo necessario in situazioni di questo genere. La pistola sequestrata rappresenta un ulteriore significativo tassello nella lotta contro la criminalità giovanile nella regione, un problema che continua a preoccupare le autorità locali. Il bilancio della serata ha messo in luce, ancora una volta, come episodi di violenza e illegalità continuino a disturbare la quiete di comunità che, come San Sebastiano al Vesuvio, aspirano a una vita serena e al riparo da pericoli.