Il parco delle Acacie, situato nel quartiere di Pietralata, è al centro dell’attenzione a causa di ritrovamenti archeologici che hanno interrotto i lavori di edificazione residenziale. Dopo un recente post del direttore Vincenzo Luciani, che ha pubblicato foto del parco su Facebook, si è riaccesa la curiosità sull’avanzamento degli scavi e sul futuro dell’area. Questo articolo fa il punto della situazione, ricostruendo i fatti e le prospettive relative ai lavori in corso.
L’interruzione dei lavori per ritrovamenti archeologici
Nei mesi scorsi, il parco delle Acacie era stato interessato dall’inizio di lavori di costruzione di nuove abitazioni, iniziativa che aveva suscitato diverse preoccupazioni tra i cittadini. Tuttavia, tali progetti sono stati bloccati da importanti scoperte archeologiche, che hanno richiesto l’intervento della Sovraintendenza ai Beni Culturali. La rilevanza di queste scoperte ha portato a un rallentamento nei progressi edilizi, ponendo interrogativi sul futuro dell’area.
L’Assessora municipale all’Ambiente, Desideri, ha prontamente risposto alle sollecitazioni di Luciani, comunicando che nel febbraio 2024 si sarebbe svolta una Commissione Ambiente in loco. Le indagini sono proprio in mano alla Sovraintendenza, la quale sta procedendo con scrupolo per garantire la salvaguardia del patrimonio storico. Questo è un aspetto fondamentale, considerando che qualsiasi nuovo sviluppo edilizio deve tener conto dei reperti storici e della loro preservazione.
Lo stato attuale degli scavi e il progetto edilizio
In un recente sopralluogo effettuato dalla Commissione, è emerso che gli scavi si concentrano su una porzione specifica dell’area, quella adiacente a via di Pietralata. I tecnici hanno comunicato che, sebbene siano stati individuati reperti, le indagini devono estendersi a tutta l’area per fornire un quadro completo della situazione. Questo aspetto rende difficile definire un cronoprogramma preciso per l’intera operazione, giacché ogni nuova scoperta può influenzare le tempistiche.
Le preoccupazioni riguardanti il progetto edilizio originale sono legittime: a seguito delle scoperte archeologiche, sono state riviste le disposizioni, limitando la possibilità di costruire le abitazioni precedentemente progettate. Si stima che solo tre palazzine di cinque piani potrebbero essere realizzate, con il resto dell’area destinato a diventare un parco verde. La gestione di questo processo sarà cruciale per bilanciare le esigenze abitative e la valorizzazione del patrimonio archeologico.
Tempi e varianti di piano urbanistico
La complessità della situazione implica che, con l’aumento dei ritrovamenti, potrebbe rendersi necessaria una variante al piano urbanistico. Tale variante comporterebbe l’accordo con i costruttori per eventuali compensazioni in terreni alternativi, poiché la costruzione nell’area archeologica non è consentita. Sebbene non si possano fornire tempistiche certe, si stima che un anno possa essere un periodo realistico per ulteriori sviluppi.
È essenziale che gli scavi siano completati prima di avanzare con la richiesta di variante al Campidoglio. Ciò implica che ogni porzione dell’area dovrebbe essere controllata e analizzata per garantire che non vi siano ulteriori scoperte che possano influenzare il futuro del progetto.
La situazione rimane quindi in evoluzione, e sarà fondamentale per i cittadini e le istituzioni monitorare gli sviluppi e le decisioni che emergeranno nei mesi successivi. Le istanze dei residenti di Pietralata e l’attenzione dei media saranno determinanti affinché si trovi un equilibrio tra sviluppo e tutela del patrimonio culturale.