La situazione della diga di Genova torna al centro dell’attenzione dopo l’audizione in consiglio regionale del Commissario per la sua realizzazione, Marco Bucci, anche presidente della regione. Lo scorso incontro ha messo in luce numerosi aspetti legati ai ritardi, ai costi e alle modalità di esecuzione dell’opera. Il confronto, pur mantenutosi in un tono civile rispetto al passato, ha suggerito grosse incertezze soprattutto sui tempi e sul rispetto dei piani d’intervento previsti all’origine. La vicenda interessa non solo l’ambito ingegneristico ma anche la gestione della spesa pubblica un tema molto sentito in Liguria e non solo.
Il quadro attuale dei lavori sulla diga di genova e le difficoltà nei cronoprogrammi
In Liguria, le opere legate alla diga di Genova hanno subito variazioni significative rispetto alle previsioni iniziali. Durante l’assemblea regionale, l’ex ministro del Lavoro e consigliere Pd Andrea Orlando ha sottolineato criticità evidenti. I cronoprogrammi realizzati in precedenza dall’ex commissario Signorini non trovano oggi riscontro nei progressi reali. La sequenza dei lavori, convenzionalmente divisa in due fasi – denominate A e B – non si sta svolgendo secondo l’ordine previsto. Anziché seguire un percorso sequenziale, le due fasi procedono in parallelo. Questo aspetto, secondo Orlando, complica la comprensione dello stato reale dell’intervento e alimenta confusione sull’avanzamento effettivo.
La questione dei tempi rappresenta un nodo delicato. I ritardi si intrecciano con aggiornamenti sulle procedure e la necessità di trovare soluzioni tecniche che rispettino gli standard di sicurezza. Anche se l’atmosfera del consiglio regionale è stata più pacata rispetto ai mesi scorsi, le informazioni emerse hanno confermato la presenza di difficoltà nel coordinamento e nella gestione generale dei lavori.
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Aumenti dei costi e preoccupazioni sui materiali impiegati nei cassoni
Uno dei punti centrali del dibattito riguarda l’incremento dei costi rispetto al progetto originario. Andrea Orlando ha reso noti dati concreti: il budget previsto per la diga si è incrementato di circa 300 milioni di euro. La cifra nasce dalle necessità di modificare alcune fasi di costruzione e dall’impiego di materiali e soluzioni tecniche che si sono rivelate più costose del previsto.
Un altro elemento discusso riguarda i cassoni, strutture fondamentali per il completamento della diga. Alla data attuale sono stati posizionati solo 7 dei circa 90 cassoni previsti. Questi manufatti dovranno essere riempiti con materiali specifici per garantire stabilità e tenuta all’opera. Restano però dubbi sulla qualità e l’idoneità del materiale utilizzato come riempimento, un punto su cui Bucci ha assicurato “non esserci preoccupazioni”. Il commissario ha confermato che i materiali adottati rispettano i requisiti tecnici richiesti, ma il confronto parlamentare ha evidenziato scetticismo da parte dell’opposizione che segue la realizzazione con attenzione, vista l’importanza strategica del progetto per la sicurezza e lo sviluppo del porto di Genova.
Prospettive temporali e incertezze sui tempi di completamento
Nonostante i rallentamenti e il numero limitato dei cassoni posati, la stima ufficiale indica un termine lavori intorno a metà 2026. In altre parole, la diga dovrebbe essere ultimata in circa un anno e mezzo. Questo dato, emerso durante le audizioni, non convince tutti. La discrepanza tra la situazione attuale e il cronoprogramma fa sorgere dubbi sulla reale fattibilità di questa scadenza.
Andrea Orlando ha invitato a riflettere senza cedere a facili rassicurazioni. “Il racconto ufficiale dell’amministrazione sostiene che il progetto prosegue nel rispetto dei piani aggiornati, ma noi sappiamo che l’opera ha subito variazioni importanti.” La distanza tra dichiarazioni e dati effettivi rende difficile per molti cittadini e osservatori fidarsi completamente delle tempistiche annunciate.
Questi punti mettono in luce come un’opera così complessa e costosa incontri ostacoli tecnici e gestionali che possono condizionare pesantemente il suo sviluppo futuro. Il dibattito regionale continuerà probabilmente a spostare l’attenzione sulla diga e sulle sue implicazioni economiche e ambientali, in attesa di aggiornamenti concreti sullo stato d’avanzamento e sulla sostenibilità complessiva dell’intervento.