Addio a Ferdinando Pomarici: un magistrato che ha segnato la lotta contro mafia e terrorismo

Addio a Ferdinando Pomarici: un magistrato che ha segnato la lotta contro mafia e terrorismo

Ferdinando Pomarici, magistrato di Milano e combattente contro crimine organizzato e terrorismo, è scomparso a 74 anni, lasciando un’importante eredità nel panorama giudiziario italiano.
Addio A Ferdinando Pomarici3A U Addio A Ferdinando Pomarici3A U
Addio a Ferdinando Pomarici: un magistrato che ha segnato la lotta contro mafia e terrorismo - Gaeta.it

Ferdinando Pomarici, noto per il suo impegno in Procura a Milano, si è spento recentemente all’età di 74 anni. Essa rappresenta non soltanto la perdita di un professionista, ma di un uomo che ha dedicato la sua vita a combattere il crimine organizzato e il terrorismo nel nostro Paese. La sua carriera, durata oltre 40 anni, ha avuto un impatto profondo nelle più importanti indagini che hanno tracciato la storia recente d’Italia. Pomarici, conosciuto affettuosamente dagli amici come “Enrico”, ha lasciato un’eredità che merita di essere ricordata e celebrata.

La carriera di Ferdinando Pomarici

Entrato in magistratura nel 1976 come sostituto procuratore a Milano, Pomarici si è subito distinto per la sua determinazione e il suo approccio innovativo. Il primo grande tema che affrontò fu il sequestro di persona. Fu pionieristico nel promuovere l’adozione del blocco dei beni, una strategia che ha impedito, in molti casi, che le famiglie delle vittime versassero riscatti, così da interrompere l’economia illecita legata ai sequestri. Questa iniziativa ha rappresentato un cambiamento rivoluzionario nel modo di affrontare tali crimini, segnando un passo importante nella protezione delle vittime.

Con l’avvento degli anni di piombo, Pomarici ha cambiato il suo focus all’antiterrorismo, portando a termine indagini cruciali. Tra le sue operazioni più significative si ricorda la scoperta del ‘covo‘ di via Monte Nevoso, utilizzato dalla colonna Walter Alasia. Questo intervento ha contribuito a smantellare una delle cellule più attive durante quegli anni turbolenti nella storia italiana. Le sue indagini non sono state prive di controversie; in particolare, le polemiche suscitate dal ritrovamento, anni dopo, di documenti riguardanti il sequestro Moro, testimoniano la complessità e la delicatezza degli ambiti trattati.

Impegno nella lotta alla criminalità organizzata

Oltre alla sua partecipazione nella lotta contro il terrorismo, Pomarici ha svolto un ruolo cruciale nel contrastare la criminalità organizzata, in particolare a Milano e nel Nord Italia. Assunto il ruolo di responsabile della Direzione Distrettuale Antimafia , ha portato avanti operazioni di grandissimo rilievo facendo emergere le infiltrazioni mafiose in un territorio tradizionalmente visto come estraneo a queste dinamiche. La sua direzione ha aperto la strada a indagini più approfondite sul fenomeno della criminalità organizzata, contribuendo a una maggiore consapevolezza e attenzione da parte delle istituzioni.

Uno dei casi più noti che ha seguito fu il sequestro dell’imam Abu Omar, un’indagine complessa che portò alla luce le presunte collaborazioni tra organismi statali e servizi segreti. Questa inchiesta, coordinata assieme al collega Armando Spataro, ha mostrato il coraggio di Pomarici nel mettere in discussione le dinamiche di potere e le alleanze che si nascondevano dietro l’operato di enti governativi.

La persona dietro il magistrato

Nonostante il suo ruolo di rilievo, Pomarici era conosciuto per il suo carattere riservato e genuino. La sua acredine e il suo approccio onesto al lavoro lo hanno reso una figura rispettata non solo per la sua competenza professionale, ma anche per il suo modo di interagire con colleghi e collaboratori. Prima di andare in pensione, ha diretto l’ufficio esecuzione della Procura, un compito di elevata responsabilità e importanza per il buon funzionamento della giustizia.

Oltre al suo attaccamento al lavoro, Pomarici era anche un appassionato sportivo nei suoi momenti liberi. Il calcio, il tennis e lo sci rappresentavano le sue passioni, e anche in questi ambiti si distingueva per la sua determinazione e la sua dedizione. Con la sua scomparsa, non se ne va solo un magistrato di rilievo, ma una persona integra che ha saputo unire passione e impegno civile, lasciando un vuoto nella comunità giudiziaria e nella società italiana.

Change privacy settings
×