Acqua, pascoli e diritti: la lotta dei pastori palestinesi in Cisgiordania

Acqua, pascoli e diritti: la lotta dei pastori palestinesi in Cisgiordania

La lotta per l’accesso alle risorse idriche in Cisgiordania mette a rischio le famiglie palestinesi di pastori, mentre attivisti denunciano violazioni dei diritti umani e organizzano manifestazioni di supporto.
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Acqua, pascoli e diritti: la lotta dei pastori palestinesi in Cisgiordania - Gaeta.it

Nella complessa realtà della Palestina, il controllo delle risorse idriche sta diventando un tema centrale ed emergente nelle dispute territoriali. Le famiglie palestinesi che si dedicano all’allevamento ovino nella Cisgiordania si trovano a fronteggiare non solo difficoltà economiche, ma anche la sistematica privazione dell’accesso all’acqua per i loro pascoli. Questa problematica è stata recentemente portata all’attenzione internazionale da “Combattants for Peace”, un’organizzazione umanitaria bi-nazionale che ieri ha organizzato una manifestazione nella valle del Giordano, coinvolgendo attivisti e sostenitori della causa palestinese.

Lo scenario drammatico della Cisgiordania

La Cisgiordania è caratterizzata da un grave squilibrio nel controllo delle risorse idriche. Le famiglie palestinesi che vivono in questa regione sono spesso costrette a sopportare restrizioni severe, imposte dall’amministrazione israeliana che gestisce i territori occupati. Queste misure comprendono la dichiarazione di circa il 60% delle terre della Zona C come “zone militari”, un’area che, secondo gli accordi di Oslo del 1993, sarebbe dovuta rimanere sotto il controllo israeliano senza un’adeguata supervisione palestinese.

Le conseguenze si riflettono drammaticamente sulla vita e sull’economia dei pastori. L’accesso limitato alle risorse idriche si traduce non solo in uno stress tangibile per gli animali, ma anche in significative perdite economiche per le famiglie, che si vedono costrette a lottare per garantire l’alimentazione e la salute dei propri ovini. Gli attivisti denunziano che questa violazione dei diritti umani si intensifica con l’assegnazione di terre ai coloni israeliani, il che risulta ulteriormente problematico per chi già vive in condizioni precarie.

Le minacce quotidiane affrontate dai pastori

Le difficoltà quotidiane incontrate dai pastori non si limitano alla mancanza di acqua. Le famiglie palestinesi si trovano ad affrontare delle incertezze legate all’aggressività dei coloni, che ricorrendo a metodi di intimidazione come l’uso di droni, telecamere di sorveglianza e automobili ad alta velocità, compromettono la tranquillità necessaria per la conduzione degli allevamenti. Gli attivisti raccontano di come queste intrusioni stressino gli animali, portando a perdite nel latte e frequenti aborti spontanei tra le pecore.

La paura e la continua sorveglianza creano un clima di ansia costante per i pastori e le loro famiglie. Molti di loro devono affrontare anche l’impossibilità di scavare nuove cisterne per la raccolta delle acque piovane, oltre a non poter acquistare i materiali necessari per la manutenzione delle cisterne già esistenti. Anche quando si presentano le possibilità di ottenere permessi tecnici, spesso la burocrazia e le complicazioni poste dall’amministrazione israeliana dissuadono i pastori dal fare richiesta.

L’azione di protesta e supporto da parte di attivisti

La manifestazione organizzata da “Combattants for Peace” in valle del Giordano non è stata solo un momento di denuncia, ma anche un’opportunità per fornire supporto concreto. L’obiettivo principale è aiutare le famiglie a sfruttare la stagione delle piogge per accumulare quanta più acqua possibile. Assistere i pastori nel riempire le loro cisterne rappresenta un passo fondamentale per emanciparsi dalla dipendenza dalle risorse controllate dall’amministrazione israeliana.

La differenza di costo per la fornitura di acqua tra le diverse zone della Cisgiordania è indicativa della disparità presente: lungo la valle, i prezzi sono mediamente sette volte superiori rispetto a quelli delle famiglie nella zona B, dove l’Autorità Palestinese fornisce servizi. Questo squilibrio spinge molte famiglie a considerare l’abbandono della Zona C, il che si traduce in una continua penalizzazione del tessuto socioeconomico palestinese e nell’incremento del predominio dei coloni.

La lotta contro l’ingiustizia e la privazione di una risorsa fondamentale come l’acqua è una battaglia concreta quotidiana per i pastori della Cisgiordania, un tema che continua a sollecitare l’attenzione e la solidarietà della comunità internazionale.

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