L’intesa tra stati uniti e cina per porre fine alla guerra commerciale si è concretizzata al termine di colloqui riservati tenuti durante gli spring meetings 2025 del fondo monetario internazionale a washington. Dopo mesi di scontri tariffari, la tregua di 90 giorni rappresenta un tentativo di normalizzare i rapporti economici, almeno per ora. Nel frattempo, restano sospesi altri punti di tensione, come le accuse relative al traffico di precursori del fentanyl. Questo articolo ricostruisce i passaggi chiave che hanno portato all’accordo e le dinamiche tra le due potenze economiche.
Incontro segreto a washington tra rappresentanti di stati uniti e cina
Il primo passo verso la tregua è avvenuto in gran segreto circa tre settimane fa, durante gli spring meetings 2025 del fondo monetario internazionale a washington. Qui si sono incontrati il segretario al tesoro americano scott bessent e il ministro delle finanze cinese lan fo’an. La circostanza ha segnato il primo confronto diretto di alto livello da quando il presidente trump è tornato alla casa bianca e ha riacceso la guerra dei dazi con pechino. Fonti vicine al financial times hanno confermato che si è trattato di un incontro riservato, senza dichiarazioni ufficiali.
Nonostante il silenzio del dipartimento del tesoro, le fonti hanno confermato che l’incontro è servito a impostare il dialogo tra le parti più intransigenti. Le tariffe americane sulle merci cinesi superano ancora il 40% secondo capital economics, mentre la risposta cinese si aggira intorno al 25%. Questo squilibrio tariffario pesa sulle relazioni economiche bilaterali e complica il negoziato. Dunque, quell’incontro ha rappresentato più di uno scambio di cortesie: ha influito sulla svolta successiva.
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Accordo a ginevra e dichiarazioni ufficiali
L’accordo di tregua è stato annunciato a ginevra dopo colloqui nel weekend recentissimo. I protagonisti sono stati sempre bessent e il vicepremier cinese he linfeng, definito un uomo fidato di xi jinping. Il patto prevede una sospensione di 90 giorni delle misure restrittive sui dazi, con l’obiettivo di negoziare una soluzione più stabile. La rapidità con cui si è raggiunto questo accordo ha colto molti di sorpresa: pare che entrambe le parti abbiano riscontrato pesanti ripercussioni economiche dalla disputa.
Dalla parte americana trump ha definito la tregua come un “reset totale” nella relazione con pechino. Sul fronte cinese hu xijin, ex direttore del giornale global times, l’ha interpretata come una “grande vittoria per la cina”. Questi commenti riflettono più simboli politici che dettagli concreti e sembrano voler rafforzare le rispettive posizioni interne. Nel frattempo la comunità internazionale osserva le mosse nella speranza che la tregua non resti solo temporanea.
Effetti e rischi della tregua commerciale tra stati uniti e cina
Gli esperti seguono con attenzione gli sviluppi dopo la tregua. Alicia garcÃa-herrero, economista specializzata nell’asia-pacifico per natixis, ha sottolineato che la velocità dell’accordo indica difficoltà reali per entrambi i paesi nel sostenere la guerra dei dazi. Craig singleton del think tank foundation for defense of democracies a washington vede nella rapidità della negoziazione la prova che stati uniti e cina sono più intrecciati economicamente di quanto hanno voluto far trasparire.
Non mancano però dubbi sulla tenuta dell’intesa. Scott kennedy del centro studi csis parla di una strada tormentata, piena di “montagne russe” non solo tariffarie ma anche politiche e strategiche. Per ora la tregua ha ridotto le tensioni, ma la rimozione completa dei dazi resterebbe una sfida complessa. Nel frattempo si osservano effetti pratici sull’export e sull’equilibrio commerciale, con rischi di ulteriori squilibri soprattutto per la bilancia degli stati uniti.
Prospettive sui negoziati futuri e punti aperti
Nonostante la tregua, alcune questioni restano da risolvere. Bessent e jamieson greer, rappresentante per il commercio degli stati uniti, hanno sottolineato l’importanza di un accordo per contrastare la diffusione dei precursori del fentanyl dalla cina. L’attuale misura tariffaria del 20% sulle esportazioni cinesi resta in vigore proprio per motivi di sicurezza legati a questa problematica. Le accuse verso pechino di non fare abbastanza contro il traffico di questa sostanza continuano a pesare sul dialogo.
Inoltre bessent ha evocato l’ipotesi che si possano riprendere accordi sugli acquisti reciproci, come quelli già visti durante il primo mandato di trump. Nel frattempo la tregua di 90 giorni offre alla cina la possibilità di spingere l’export verso gli stati uniti, potenzialmente ampliando il surplus commerciale. Le istituzioni e gli operatori economici seguono con attenzione eventuali segnali da pechino, che in questa fase punterà a consolidare il vantaggio nei flussi commerciali.
La tregua commerciale tra stati uniti e cina registra un impulso inatteso dopo mesi di scontri. Le prossime settimane saranno decisive per capire se questo equilibrio temporaneo potrà trasformarsi in una convivenza stabile, oppure se nuove tensioni riporteranno il confronto sul terreno dei dazi e delle accuse incrociate. Intanto il mondo osserva da vicino il confronto tra le due maggiori economie mondiali, consapevole di quanto siano interconnesse e quanto si influenzino a vicenda.