Gli effetti del caldo estremo coinvolgono sempre più categorie di lavoratori, soprattutto durante la stagione estiva. In Abruzzo si apre il dibattito per allargare il divieto di lavoro nelle ore più calde anche ai rider, quelli che fanno consegne in bici o scooter, esposti ogni giorno alle temperature elevate senza avere tutele adeguate. La richiesta arriva dai Giovani Democratici della regione, che puntano a modificare una ordinanza già in vigore per edilizia e agricoltura.
La situazione attuale e le categorie più a rischio durante le ore di caldo
In Abruzzo, l’ordinanza regionale vieta il lavoro all’aperto nelle ore calde per settori come l’edilizia e l’agricoltura. Questa misura nasce per proteggere chi lavora in condizioni climatiche estreme, ma non ha mai coinvolto chi opera nelle consegne in bici o con scooter, attività che spesso si sviluppa proprio nelle ore più roventi della giornata. I rider sono esposti a temperature elevate, spesso in assenza di pause e senza strumenti efficaci per difendersi dal caldo.
Giovani e contratti precari
Questi corrieri, spesso giovani e con contratti precari, si trovano a combattere contro un quadro che non prevede per loro forme di tutela simili a quelle di altri lavoratori all’aperto. Il risultato è che devono continuare a offrire il loro servizio, rischiando la salute, in un contesto lavorativo dove il rispetto delle regole è basso o inesistente.
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La richiesta dei giovani democratici d’abruzzo e il ruolo della regione
Il segretario regionale dei Giovani Democratici d’Abruzzo, Saverio Gileno, ha spiegato che questa disparità va superata. Ha puntato il dito contro il lavoro precario e mal pagato che caratterizza molti giovani, soprattutto chi fa il rider. Gileno ha sottolineato che il diritto alla salute e alla sicurezza deve valere per tutti, indipendentemente dalla forma contrattuale o dal mezzo usato per lavorare.
I Giovani Democratici chiedono quindi alla regione di aggiornare l’ordinanza, amplificando la tutela e includendo lavoratori della logistica e dei trasporti. Questo passaggio riconoscerebbe ufficialmente esigenze finora ignorate e renderebbe obbligatorie differenti misure di sicurezza come pause più frequenti, accesso a zone d’ombra o idratazione garantita.
Le condizioni dei rider e le risposte del settore privato
Molte aziende di consegne hanno già manifestato un certo grado di sensibilità verso il tema caldo, ma spesso si tratta di iniziative parziali o inconsistenti. Un caso emblematico è stato quello di Glovo che, di fronte alle critiche, ha proposto un “bonus caldo”; un incentivo però giudicato irrisorio e poi ritirato. Questo episodio dimostra la mancanza di un confronto serio e strutturato sulle condizioni di lavoro in questo ambito.
I rider rimangono tra le figure lavorative più invisibili e fragili, soprattutto perché spesso non hanno neanche un contratto stabile. Senza un intervento pubblico chiaro, rischiano di continuare a lavorare esposti a rischi fisici cercando di mantenere il proprio reddito, soprattutto nei mesi estivi. Il nodo riguarda anche la responsabilità delle aziende che spesso chiudono gli occhi di fronte a condizioni sfavorevoli.
Precarietà e invisibilità
Il fenomeno della precarietà e dell’invisibilità lavorativa rende complicato garantire protezioni adeguate, creando un contesto in cui la sicurezza resta subordinata a esigenze economiche immediate.
Il quadro normativo e l’importanza di un intervento pubblico
Finora le norme sulla salute e sicurezza sul lavoro si sono concentrate su attività tradizionali ma hanno trascurato la crescita esponenziale del lavoro tramite piattaforme digitali e consegne su strada. Questa lacuna ha creato un vuoto normativo che lascia scoperti centinaia di lavoratori.
L’aggiornamento dell’ordinanza in Abruzzo potrebbe rappresentare un primo passo utile. Il provvedimento imporrebbe regole chiare per limitare l’esposizione al caldo, considerando non solo gli orari ma anche le condizioni ambientali. Prevedere pause obbligatorie, accesso a ristoro e zone protette diventerebbe una misura concreta contro il rischio di colpi di calore e affaticamento.
Verso regolamenti chiari e misure obbligatorie
Intervenendo con disposizioni precise, la regione riconoscerebbe un diritto di base a categorie che portano avanti servizi essenziali in città. Inoltre spingerebbe le aziende a considerare la sicurezza del personale come priorità e a rivedere protocolli e contratti che oggi lasciano passivo troppo spazio alla precarietà.
In Abruzzo si prepara quindi un confronto acceso tra politica, associazioni e imprese, sulla necessità di mettere finalmente un freno alle condizioni pericolose a cui lavoratori all’aperto e rider sono sottoposti nelle giornate di caldo torrido.