Abruzzo, emergono criticità gravi nell’assistenza alle persone con autismo: carenze e liste d’attesa preoccupano le associazioni

Abruzzo, emergono criticità gravi nell’assistenza alle persone con autismo: carenze e liste d’attesa preoccupano le associazioni

Le associazioni Autismo Abruzzo APS e Angsa Abruzzo APS denunciano gravi carenze nei servizi di assistenza, cure odontoiatriche e strutture residenziali per persone con autismo in Abruzzo, chiedendo interventi urgenti.
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Le associazioni Autismo Abruzzo e Angsa Abruzzo denunciano gravi carenze nei servizi di assistenza per persone con autismo nella regione, chiedendo interventi urgenti su strutture di emergenza, accesso alle cure, integrazione socio-sanitaria e potenziamento delle risorse. - Gaeta.it

Le associazioni Autismo Abruzzo APS e Angsa Abruzzo APS hanno denunciato al Consiglio regionale una situazione critica per l’assistenza alle persone con disturbi dello spettro autistico. Le richieste, presentate il 23 maggio 2025, sottolineano diverse lacune strutturali e carenza di servizi essenziali che mettono a rischio famiglie e pazienti. A pochi mesi dalla discussione in Commissione Vigilanza, le associazioni chiedono un intervento più deciso da parte delle istituzioni regionali.

Assenza di strutture di emergenza per minori e adulti con autismo

Il problema più urgente riguarda l’assenza in Abruzzo e nel Centro Italia di strutture capaci di accogliere temporaneamente persone con autismo che, per ragioni di emergenza, rimangono senza supporto familiare. Le associazioni segnalano che in situazioni di emergenza, come l’infortunio o il ricovero improvviso dei genitori, chi si occupa di minori o adulti autistici resta scoperto. Un episodio emblematico si è verificato a Teramo, dove un padre ricoverato ha dovuto portare con sé il figlio gravemente autistico perché non c’era alternativa.

Rischio per famiglie monoparentali e senza sostegni

Questo vuoto rischia di creare pericolo per famiglie monoparentali e per chi vive senza ulteriori sostegni. Una rete di servizi di accoglienza d’urgenza permetterebbe di intervenire tempestivamente evitando situazioni di forte stress per i nuclei familiari già in difficoltà. Le associazioni chiedono quindi la costituzione di strutture dedicate o centri temporanei in cui ospitare persone autistiche in condizioni di emergenza, un bisogno che resta fino ad oggi insoddisfatto.

Lunghe liste d’attesa e carenza di servizi per la salute orale

Un’altra problematica riguarda le cure odontoiatriche per pazienti autistici non collaboranti. Le uniche strutture abilitate in Abruzzo, vale a dire l’ospedale San Salvatore dell’Aquila e il Renzetti di Lanciano, offrono sedute con sedazione chirurgica solo con attese che possono arrivare fino a sei mesi. Questo disagio mette in difficoltà chi necessita di interventi tempestivi e causa un forte disagio a famiglie e assistenti.

La mancanza di un numero adeguato di sedute limita il trattamento di problemi orali che possono aggravarsi nel tempo, con conseguenze sulla salute generale e sul benessere. Le associazioni chiedono un potenziamento di questi servizi per abbattere i tempi d’attesa e garantire interventi più rapidi e frequenti. Senza strutture e risorse adatte, si creano disparità tra chi può accedere rapidamente alle cure e chi resta escluso.

Accesso limitato ai percorsi di cura e obblighi di legge

Restano evidenti difficoltà nell’accesso ai percorsi di cura per i bambini con autismo, anche se la Regione Abruzzo assicura assistenza di qualità a circa il 70% dei casi. Le associazioni sottolineano che molte famiglie restano escluse, nonostante la legge 134/2015 e i nuovi livelli essenziali di assistenza obblighino la Regione a garantire a tutti le prestazioni.

Diverse ordinanze emesse dai tribunali abruzzesi hanno fissato chiare responsabilità regionali sull’erogazione di queste cure per chi ha diagnosi e verbali di Unità di Valutazione Multidimensionale. Viene evidenziato come le risorse dovrebbero basarsi sulle prescrizioni effettive e non solo su spese passate. Le associazioni chiedono quindi l’applicazione delle norme vigenti per assicurare l’accesso equo alle terapie a tutti i soggetti con autismo.

Necessità di integrazione socio-sanitaria e percorsi per l’autonomia

Le organizzazioni denunciano da tempo la mancanza di un sistema integrato tra servizi sanitari e sociali, fondamentale per accompagnare ragazzi e adulti con autismo verso l’indipendenza. Attualmente, il percorso riabilitativo non prevede una fase successiva di supporto in centri diurni, esperienze di vita autonoma o inserimento lavorativo.

Senza queste tappe intermedie, i progressi raggiunti durante le cure rischiano di vanificarsi. Le associazioni propongono di coinvolgere il terzo settore e gli enti locali, che dispongono di reti capillari sul territorio, per attivare servizi dedicati che favoriscano l’autonomia. Questo modello potrebbe evitare l’isolamento e migliorare la qualità di vita delle persone con autismo in età adulta.

Difficoltà del sistema residenziale abruzzese

Il sistema residenziale in Abruzzo appare già saturo e non risponde alle esigenze di lungo termine delle persone con autismo. Attualmente esistono solo posti letto sanitari, insufficienti rispetto alla domanda. La scarsità di strutture ha come effetto la “mobilità passiva”, cioè il trasferimento forzato di pazienti verso altre regioni.

Questa situazione colpisce soprattutto gli adulti che, con il progressivo indebolimento del sostegno familiare, si trovano ad aspettare a lungo un posto in struttura specializzata. Le associazioni chiedono l’apertura di nuovi spazi residenziali e lo sviluppo di modelli abitativi inclusivi, con costi sostenibili, per garantire un’assistenza stabile nel tempo.

Criticità nell’accesso alle cure ospedaliere e necessità di protocolli specifici

Altri ostacoli riguardano l’accesso ai servizi ospedalieri da parte di pazienti autistici non collaboranti. La mancanza di protocolli dedicati provoca situazioni complesse, con interventi che rischiano di essere stressanti o inadeguati. Le associazioni sottolineano l’utilità di percorsi di prevenzione programmati, con visite periodiche e interventi precoci, per ridurre la necessità di ricoveri.

Un protocollo specifico potrebbe assicurare una gestione più efficace delle necessità sanitarie di questi pazienti, garantendo tutele e riducendo l’impatto psicologico. La prevenzione “globale” aiuterebbe anche a mantenere sotto controllo la salute generale e a limitare complicazioni.

Risposta istituzionale e prospettive per il futuro

I rappresentanti di Autismo Abruzzo hanno già illustrato questi problemi alla Commissione Vigilanza il 3 aprile 2025, ma le risposte regionali appaiono insufficienti. La giunta ha deciso di mantenere invariati per il 2026 i fondi assegnati nel 2025, senza incrementi mirati per chi è in lista d’attesa o ha appena ricevuto la diagnosi.

Questo quadro prevede la esclusione di molte persone dai trattamenti per almeno due anni ancora, mentre la regolamentazione dei ricorsi legali accompagna tagli di risorse nelle ASL di Chieti e Pescara. Le associazioni insistono nel richiamare le istituzioni a confrontarsi sulle esigenze delle famiglie e a garantire diritti senza limitazioni.

L’attenzione alla qualità di vita, all’equità e alla continuità dei servizi per le persone con autismo resta una richiesta forte che attende risposte concrete nel contesto regionale abruzzese.

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